Planet Farms costruisce la più grande vertical farm d’Europa alle porte di Milano

Avrà sede a Cavenago, in Brianza, l'impianto di Planet Farm, ricco di innovazioni che promettono di rivoluzionare l'agricoltura in fatto di sostenibilità

La prima pietra è stata poggiata a Cavenago, in provincia di Monza e Brianza, alle porte di Milano e se tutto andrà secondo i piani, a maggio 2020 si inizierà la produzione di ortaggi e baby leaf, circa 800 tonnellate l’anno, più di 40mila confezioni al giorno, in quello che, al momento, promette di essere il più grande impianto di vertical farming in Europa.

L’innovazione in agricoltura di Planet Farms

L’idea nasce da Planet Farms, la start up fondata nel 2017 da Luca Travaglini e Daniele Benatoff, che ha sviluppato una tecnologia per coltivare ortaggi, principalmente erbe aromatiche e insalate in foglia, in ambienti puri e controllati, senza far uso alcuno di pesticidi, a Km zero e con un risparmio di acqua del 97% rispetto all’agricoltura tradizionale.

“Non credo che il vertical farming possa sostituire l’agricoltura tradizionale  -dice Luca Travaglini, cofondatore di Planet Farm-, io lo vedo piuttosto come la Formula1 per il settore dell’automotive. Il vertical farming ha un concetto di sostenibilità ampio, perché noi produciamo ovunque dove ci sia esigenza di consumo, mentre l’agricoltura produce solo dove ci sono le condizioni per farlo”.

Anche il gusto sarà in primo piano, sarà infatti possibile coltivare varietà particolari, anche delicate che non potrebbero resistere in campo aperto né in serre. Ma in futuro si potrebbe anche puntare su fiori, piccoli frutti e un’estensione della gamma vegetale.

9mila mq di impianto in collaborazione con diversi partner

Nei 9mila mq dell’impianto di Planet Farm entra un seme ed esce una confezione di insalata, fresca e pronta al consumo, il tutto condito da un’innovazione spinta dai concetti propri dell’Industria 4.0 come big data, cloud e automazione.

Planet Farm ha chiamato a raccolta diverse realtà che hanno sposato il progetto e che hanno dato il loro expertise in diversi aspetti della realizzazione, a partire dalle luci di Signify (ex Philips Lighting), gli impianti di climatizzazione e le camere bianche di Travaglini, la capacità di progettazione architettonica dello Studio Dordoni Architetti e costruttiva di Wood Beton Camuna Prefabbricati, Sirti per l’infrastruttura tecnologica, 255 al lavoro su sensoristica e rete di dati, Repower per la parte energetica e Netafim per il servizio di consulenza agronomica.

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