Mela Rosa Romana, dai frutti antichi le varietà del futuro

Il Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena rilancia una mela scomparsa, coltivata fino alla metà del ‘900 nell’Appennino bolognese. Nel progetto coinvolti l’Università degli Studi di Bologna, il Gal e due associazioni di produttori

Mela Rosa Romana, una varietà del Bolognese
Mela Rosa Romana

Tutelare la biodiversità non come operazione fine a sé stessa, ma perché i frutti del futuro, le nuove varietà resistenti a patogeni e al cambiamento climatico, possono nascere anche dal recupero di quelli passato. Nasce con questi propositi il progetto Merr di rilancio della Mela Rosa Romana. Protagonisti il Crpv di Cesena (Centro ricerche produzioni vegetali), l’Università degli Studi di Bologna, il Gal dell’Appennino bolognese e due associazioni di produttori locali.

Un progetto di filiera 100% biologica e tracciabile che si estenderà alla trasformazione in succhi, distillati e marmellate

La Mela Rosa Romana ha origine antichissima -afferma il responsabile Crpv per il progetto, Claudio Buscaroli-: è coltivata fino alla metà del 1900, in particolare nell’Appennino bolognese, prima di scomparire quasi del tutto con lo spostamento delle produzioni in pianura avvenuto a partire dal Secondo Dopoguerra. È meno croccante e succosa ma ha un sapore e un aroma che colpiscono fin dal primo morso. Vogliamo accompagnare gli agricoltori nella riscoperta di un know-how perduto: l’interesse per i frutti antichi non è mai stato alto come in questo momento”.

“Grazie a un progetto di filiera 100% biologica e tracciabile -prosegue Buscaroli -, intendiamo affiancare i produttori lungo tutto il percorso: da un vivaio certificato alla disponibilità di tecnici e ricercatori per seguire le coltivazioni; dalle prove di trasformazione in succhi, distillati e marmellate fino alla commercializzazione, grazie agli operatori commerciali coinvolti nel progetto”.

Pera Angelica, Pera-Limone e la mela Abbondanza Rossa

Per Angelica, una varietà antica
Pera Angelica

L’impegno del Crpv per la tutela della biodiversità in frutticoltura si concretizza in numerosi percorsi di ricerca. “Con l’Università cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e l’Università degli Studi di Modena e Reggio UniMoRe stiamo conducendo diversi progetti dedicati a preservare la biodiversità attraverso il recupero di frutti antichi. Tra questi, la Pera Angelica, caratterizzata da ottime qualità organolettiche; la Pera-Limone del Piacentino, dalla caratteristica croccantezza e dalla lunga conservabilità; la mela Abbondanza Rossa, dall’elevatissimo valore nutrizionale. Queste varietà del passato garantiscono un grande apporto di polifenoli. Possiamo imparare molto da questi prodotti e costruire le varietà del futuro”.

 

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