Pera e contro-pera

È stato presentato oggi il nuovo strumento di aggregazione lanciato da alcune delle aziende che hanno costituito, due anni fa, l’alleanza PeraItalia (Afe/Salvi, Granfrutta Zani, Pempa Corer/Terremerse, Spreafico/OPKiwiSole) e da Apofruit.

Il modello. Ufficialmente la nuova sinergia, il cui modello trae ispirazione dai “club di prodotto” di successo, non sarà destinata ad aggregare solo il comparto pericolo dal momento che, come si legge nella nota congiunta diramata oggi dalle aziende, «ha come obiettivo la generale redditività delle imprese agricole ortofrutticole penalizzate da margini insufficienti per garantire la sopravvivenza nel settore». Porte aperte a tutti, dunque, emiliano-romagnoli e non.

L’alternativa. Non si parla solo di pere, è vero, ma è quasi automatico il collegamento con la Newco P.E.R.A. guidata da Luca Granata (Ex Melinda) che proprio in questi giorni ha lanciato l’ultima chiamata per la costituzione ufficiale davanti al notaio prevista entro la fine del mese. Se non altro per l’eccellente tempismo operativo.

Una cosa è certa, in Italia non s’era mai parlato tanto e con tanta enfasi di aggregazione ed è significativo che lo spunto parta proprio dalla “base” nazionale della Abate Fetel, una delle migliori varietà al momento presenti sul commercio che viene prodotta prevalentemente in Emilia-Romagna.

La strategia. «Il nostro progetto non si ferma alle pere» ha spiegato telegraficamente Ilenio Bastoni, direttore generale di Apofruit, azienda ferrarese che proprio nei giorni scorsi ha lanciato il suo piano strategico per l’ortofrutticoltura, che partiva dalle pere, forte della propria consolidata esperienza sia nell’internazionalizzazione su mercati molto orientati a prodotti di qualità come quelli asiatici e mediorientali che all’interno dei canali della distribuzione moderna nazionale. «Quello che ci interessa in questo momento, molto più del volume, è il valore. Ma stiamo ancora definendo, in questo senso, i dettagli».

Le finalità. Gli obiettivi dell’alleanza (che aggrega di default circa 100mila tonnellate di pera) messi nero su bianco oggi, evidenziano alcune parole chiave che già da queste prime battute, potrebbero chiarire la forma che andrebbe ad assumere il nuovo modello aggregativo alternativo o “strumento di aggregazione” che dir si voglia.

Si parla di rete, ad esempio, perché uno degli obiettivi di questo nuovo gruppo strategico è proprio questo: «organizzare un sistema a rete che valorizzi le risorse, il posizionamento di mercato e la specializzazione delle imprese socie».

L’alleanza servirà, inoltre, a: «migliorare il reddito della produzione agricola associata e mettere a punto un’aggregazione condivisa ed un modello che, partendo da un prodotto, sia estendibile ad altre specie».

La rete. Si sta ragionando, in termini pratici, anche per «coordinare il destoccaggio al fine di scongiurare le possibili “perdite di valore” dovute a squilibri di mercato; sviluppare nuovi mercati che richiederebbero un sforzo eccessivo se sostenuto singolarmente da ciascuna azienda (nota di redazione: eventualmente capitalizzando le esperienze, la logistica e i canali, acquisiti da altre aziende socie e, quindi, ottimizzando i costi di sistema); creare – infine – nuovi elementi di distintività attraverso politica di qualità, comunicazione e marca». Insomma l’idea è quella di creare un « modello aggregativo efficiente, integrato, che non generi costi di sistema e che prenda spunto da esempi di successo di “club di prodotto” che in questi anni si sono affermati sul mercato ed hanno permesso di valorizzare il lavoro delle aziende agricole».

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