Il kiwi greco cresce in Europa

La tecnologia post raccolta SmartFresh di AgroFresh è utilizzata sul kiwi da 13 anni
La tecnologia SmartFresh di AgroFresh è utilizzata sul kiwi da 13 anni

Sempre più agguerrita la concorrenza del kiwi greco. Negli ultimi 5 anni, i produttori ellenici sono riusciti a ritagliarsi una fetta importante del mercato europeo, pari a circa un quinto, sottraendo quote agli italiani, grazie all’adeguamento degli standard qualitativi sempre più vicini a quelli italiani, ad un forte incremento della produttività e a prezzi concorrenziali.

La denuncia. È la denuncia di Fruitimprese Emilia-Romagna che dimostra come in pochi anni, l’ascesa dei kiwi greci abbia ridisegnato il mercato europeo di questa eccellenza italiana portando la penisola ellenica a diventare il secondo produttore Ue subito dopo il Belpaese.

«Dieci anni fa – spiega Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna e presidente della OP Minguzzi Spa nel ravennate – i competitor ellenici non avevano quote di mercato. In pochi anni, puntando sulla qualità dei frutti e sui prezzi più bassi per via dei minori costi di produzione, sono arrivati a ritagliarsi una quota del 20% del mercato europeo sottraendola quasi esclusivamente agli italiani».

La strategia greca. La politica aggressiva greca, punta tutto sul miglioramento degli standard qualitativi ma anche sull’incremento della produttività che ha determinato un’espansione delle superfici coltivate a kiwi fino agli attuali 6.500 ettari contro i circa 26mila italiani. A questo si aggiunga che la produzione italiana, da due anni, è al di sotto del suo potenziale per via dei problemi legati alla batteriosi ed al clima rigido dell’ultima estate.

I mercati. I paesi dove sta crescendo maggiormente il kiwi greco sono la Spagna, i mercati dell’Est, il Regno Unito ma anche lo stesso mercato italiano dal momento che i ribassi sul prezzo partono dai 10 centesimi in meno al chilo registrati in Inghilterra e arrivano anche a 30 centesimi in meno sugli altri mercati.

«Il problema principale dei greci, quest’anno – spiega marco Salvi, presidente di Fruitimprese nazionale – è l’embargo alla Russia dal momento che loro vi esportavano il 50% della produzione nazionale. D’improvviso si sono trovati a dovere cercare delle alternative riversandosi sugli altri mercati saturandoli. Questa situazione è stata più pesante nelle prime fasi della campagna, da ottobre a dicembre, ma nei prossimi mesi ci attendiamo una normalizzazione del mercato perché hanno esaurito le scorte e quindi, considerata anche la qualità dei nostri prodotti, i prezzi dovrebbero risalire».

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