Macfrut 2026: “Più grande, internazionale e innovativa”

Presentata la 43esima edizione, anticipata ad aprile. Cresce l'area espositiva, con due nuovi padiglioni, nuovo layout, avocado e mango prodotti simbolo, focus sui Paesi dell’area caraibica, Sicilia Regione partner

Il nuovo layout dell'edizione di Macfrut 2026
Il nuovo layout di Macfrut 2026

L’anticipazione ad aprile per evitare la concomitanza con altre fiere (dovrebbe rimanere tale almeno fino al 2029); un nuovo layout, con la suddivisione in tre macroaree (Pre-Harvest; Post-Harvest; Healthy Food Area); due padiglioni in più; avocado e mango prodotti simbolo, focus internazionale sui Paesi dell’area Caraibica; Sicilia Regione partner. Sono alcune delle novità della 43esima edizione di Macfrut, la fiera della filiera internazionale dell’ortofrutta, in programma al Rimini Expo Centre (21-23 aprile 2026), che è stata presentata oggi a Catania.

Opportunità e criticità

Renzo Piraccini, presidente di Macfrut
Renzo Piraccini

La presentazione ha visto gli interventi di Renzo Piraccini, presidente di Macfrut, Francesco Lollobrigida (in videocollegamento), ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, che ha ricordato “la straordinaria impresa fatta con Melinda, la prima funicolare che trasporta mele abbattendo l’impegno dei camion”; Lorenzo Galanti, direttore generale di Agenzia Ice; Calogero Foti, capo di Gabinetto dell’Assessorato all’Agricoltura  della Regione Sicilia e Massimo Gargano, direttore di Anbi.

“Macfrut 2026 sarà più grande, più internazionale, trattando due prodotti strategici come l’avocado e il mango, e più innovativa -ha raccontato Piraccini-. È la fiera più internazionale che si tiene in Italia in tutti i settori: non c’è nessuna che abbia il 40% di espositori esteri“. I numeri chiave dell’edizione precedente lo dimostrano: 1.400 espositori di cui il 40% esteri, 61mila visitatori, il 39% dall’estero e 1.500 buyer: “Non puntiamo a crescere, ma a qualificare la presenza dei buyer”.

La partecipazione estera è, dunque, fondamentale nel format. “Noi come Ice anche nella 43esima edizione saremo al fianco di Macfrut per portare operatori esteri -ha rimarcato Galanti: ne portiamo un numero di spicco intorno ai 350, e naturalmente poi c’è tutta l’attività formativa”.

Altro tema strategico il risparmio idrico. E Macfrut è l’unica fiera che utilizza campi sperimentali. “A Macfrut dimostreremo da un punto di vista proprio tecnologico come siamo in grado di dare risposte alle imprese agricole per il risparmio idrico -ha rilevato Gargano-. Se fino al 2017-2018 noi di Anbi parlavamo di politiche di mitigazione necessarie da mettere in campo, oggi parliamo di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Entro il 2035 alcune aree saranno condizionate in maniera pesantissima dai cambiamenti climatici, incidendo dallo 0,1% all’1% del Pil e tra quelle più soggette ampiamente identificate la prima è il Sud dell’Europa. La principale compagnia riassicuratrice del mondo, la Munich Re, stima nel 2024 in 320 miliardi di dollari i danni provocati nel pianeta dai cambiamenti climatici”.

Nuovo look

Nuovo il layout dei padiglioni suddivisi in tre macroaree contrassegnate da un colore di riferimento per un orientamento ancora più semplice: Pre-Harvest, Post-Harvest, Healthy Food. Ognuna di queste aree ospiterà i vari Saloni che da sempre caratterizzano Macfrut. “Intendiamo avere all’interno della fiera una cartellonistica molto molto chiara; metteremo dei totem multimediali dove si potrà vedere in ogni momento quali sono gli eventi” ha fatto sapere Piraccini.

L’area Pre-Harvest riguarda tutto ciò che interessa il pre-raccolta in campo. Ospiterà il Salone della Biosoluzioni dedicato ai prodotti naturali per la difesa, nutrizione e biostimolazione delle piante; Acqua Campus sulle tecnologie irrigue; Plant Nursery, il salone dedicato alla filiera vivaistica frutticola e orticola; Agrisolar, sulle tecnologie per l’agrivoltaico. Presenti inoltre focus sulle biotecnologie, intelligenza artificiale e robotica. Confermate le due aree dimostrative dedicate alle tecnologie in campo, accompagnate da visite tecniche in campo guidate da esperti.

L’area post-raccolta (Post-Harvest) è focalizzata sulla produzione, vendita, packaging, logistica e tecnologie del post-raccolta. Include anche due saloni di prodotto: Red Planet (Pianeta Rosso), dedicato alla filiera del pomodoro; Berry Area, sulla filiera dei piccoli frutti.

L’Healthy Food Area è riservata ai prodotti salutistici innovativi. Il Salone vedrà il coinvolgimento di tutti i prodotti healthy, freschi e trasformati, a base di ortofrutta (e non solo), valorizzati anche da una grande Arena attraverso testimonial di fama nazionale in dialogo con esperti, chef e aziende produttrici. Gli approfondimenti scientifici verranno alternati a tre talk di divulgazione più leggeri, con spazio alle imprese che hanno novità da presentare.

“Abbiamo fatto un investimento molto importante su questo Salone -ha confermato Piraccini-  e vogliamo continuare a insistere. Oggi su una popolazione mondiale di 8,2 miliardi di persone ci sono un miliardo di obesi e due miliardi di persone in sovrappeso. Un’indagine di Nomisma con UniSalute ha evidenziato che il 51% degli italiani è a dieta o segue regime dietetici controllati: tre anni prima quella percentuale era il 29%. Solo in Italia abbiamo un esercito di 30 milioni di consumatori che cercano dei cibi salutistici. A forza di parlare di abbassamenti di prezzi, abbiamo perso un po’ di vista il cuore della nostra strategia commerciale sul mercato: valorizzare la parte salutistica”.

Quest’area dedicherà un ampio spazio ai prodotti biologici innovativi, così come il Salone Spices&Herbs Global Expo dedicato alle piante officinali, spezie e prodotti erboristici.

Avocado e mango superstar 

Ad avocado e mango Macfrut dedica due esclusivi eventi b2b: Avocado Day e Mango Day. Si tratta di due distinte giornate per favorire l’incontro tra produttori, trader e buyer internazionali.

Nell’ultimo decennio il consumo di avocado nel nostro Paese è quadruplicato, un incremento in quantità del 694% pro-capite. Sempre nel nostro Paese, in valore, in sei anni (2019-2024) il consumo è cresciuto del +317%, mentre negli ultimi due anni è stato del +33,5% nel 2023 e +12,6% nel 2024.

Un boom che ha riguardato anche il mango, sempre in valore: +24% nel 2023 e +12,6% nel 2024.  “Il trend è così per tutta Europa -ha sottolineato Piraccini-. Pensiamo che questi prodotti  possano avere in Sicilia un grande futuro. La grande distribuzione e gli importatori specializzati finalmente hanno deciso di proporre il frutto maturo e questo ha cambiato totalmente la percezione del consumatore finale.

Con l’Avocado Day la mattina si farà il punto sulla produzione mondiale di questo prodotto, quindi ci saranno una serie di esperti di vari Paesi che diranno quali sono i trend, le problematiche e nel pomeriggio ci saranno delle sessioni B2b. Il giorno seguente lo stesso format verrà replicato per il mango e l’ultimo giorno sarà dedicato alle problematiche del post-raccolta”.

Una testimonianza sul trend dell’esotico e di questi prodotti è arrivata da Gruppo Orsero. “Credo che Macfrut possa essere un luogo per far comprendere soprattutto ai buyer la specificità dell’esotico in Sicilia -ha ricordato Raffaella Orsero, vicepresidente e ad di gruppo Orsero-. Il nostro gruppo negli ultimi tre anni è cresciuto su avocado e mango a doppia cifra e oggi rappresentano il 10%  del nostro fatturato complessivo. Da qualche anno abbiamo  voluto essere presenti anche in Sicilia, in particolare con l’avocado dove abbiamo sviluppato una partnership con un operatore importantissimo, Piante Faro”.

“Il mango e l’avocado che trattiamo provengono principalmente dal Centro-Sud America e dal Corno d’Africa. Fondamentale ricercare costantemente produttori che possano soddisfare le nostre esigenze in termini di disponibilità standard qualitativi e certificazioni” ha aggiunto Luca Armeri, category manager di Spreafico.  

Focus sui Paesi Caraibici, strizzando l’occhio al Brasile 

Macfrut 2026 conferma la sua anima globale attraverso un consolidato planning di presentazioni internazionali accompagnato da un’attività di incoming di buyer in collaborazione con Agenzia Ice. Oltre all’interesse per la Penisola Arabica e l’Arabia Saudita, “dove si può arrivare in poco tempo e con costi molto bassi dal porto di Gioia Tauro”, si guarda molto anche al Brasile, tartassato dai dazi di Trump.

Oggi il Brasile è la prima destinazione extra Ue per le mele italiane e ha sostituito di fatto tutto il lavoro  verso l’India, i Paesi del Far East . L’anno scorso ha importato oltre 80 mila tonnellate di mele italiane e c’è un grande interesse perché gli Stati Uniti  hanno messo un dazio del 50% sui prodotti di esportazione brasiliana. In Brasile a novembre faremo una missione rivolta agli esportatori di mele e di kiwi e agli importatori di frutta tropicale”.

Il focus sarà comunque sull’area caraibica, molto dinamica a livello globale nel settore ortofrutticolo, favorita da clima e suoli ideali per la produzione di frutti tropicali. Include alcuni degli Stati più importanti a livello di produzione ed esportazione come Repubblica Dominicana, Cuba, Venezuela, Colombia, Panama, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, Guatemala e Messico. Un territorio con un valore delle esportazioni di oltre 30 miliardi di dollari, capace di generare circa 12,8 miliardi di dollari di surplus nel segmento di frutta e ortaggi tropicali.

Paesi da anni presenti a Macfrut, in questa edizione saranno protagonisti con eventi di business e presentazioni insieme alle principali istituzioni e imprese esportatrici.

Sicilia Regione partner

Grazie alla sua varietà di microclimi e l’alta qualità delle sue produzioni, l’ortofrutta rappresenta un’eccellenza del’Isola. I prodotti saranno i grandi protagonisti nel corso della tre giorni fieristica. Numerose le produzioni certificate Dop (Arancia di Ribera, Ficodindia dell’Etna, Ficodindia di San Cono, Limone di Siracusa e Pistacchio Verde di Bronte) e Igp (Pomodoro di Pachino, Arancia Rossa di Sicilia, Cappero di Pantelleria, Limone Interdonato Messina, Pesca di Leonforte, Uva da Tavola di Canicattì, Uva da Tavola di Mazzarrone, Carota Novella di Ispica).

“Vogliamo fare conoscere i nostri prodotti attraverso una certificazione -ha affermato Foti-: se certificati potrebbero dare un valore aggiunto. Dobbiamo necessariamente investire sull’innovazione, con tecniche di coltivazione che impieghino meno acqua, migliorare con l’utilizzo di macchine sempre più performanti. E dobbiamo lavorare per fare rete, cercare nuove reti e trovare nuovi mercati”.

 

 

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