82 aziende dell’ortofrutta, di ogni dimensione e fatturato, “si aggregano” attorno all’idea che in Italia ci sia bisogno di un cambio di passo nella proposta fieristica di settore: invitano a riflettere su una fiera che possa andare oltre la formula prettamente business to business (B2B) per aprirsi anche al mondo consumer (B2B2C), prendendo idee e spunto da fiere di successo come per esempio in Vinitaly, Ecomondo, Cosmoprof, Sigep o Rimini Wellness. Senza dimenticare la dimensione internazionale, sempre più importante per supportare la propensione all’export delle aziende italiane.
Un’idea nata oltre un anno fa, hanno spiegato in un incontro online cinque portavoce di questa compagine: Martina Borromello (Ortoromi), Sara Bua (Op La Deliziosa), Claudio Dall’Agata (Consorzio Bestack), Carola Gullino (Gullino Group) e Leonardo Odorizzi (La Grande Bellezza Italiana), che ha portato in questi mesi a incontri con gli enti fieristici come Cesena Fiere, che già organizza Macfrut, Italian Exibition Group, Fiere di Parma e di Milano, organizzatori di Cibus e Tuttofood.
9 punti per una grande fiera B2B2C nel medio periodo
Le aziende hanno presentato una proposta di fiera dell’ortofrutta B2B2C, che sappia unire la filiera e le esigenze del consumatore con 2 giornate per il B2B e 2 giornate per il consumatore di cui una il sabato. E lo fanno in 9 punti.
1. Richiederebbe una presenza espositiva dei principali gruppi produttivi che investono sul consumatore e sulla marca coerente con la propria notorietà
2. Aggiungerebbe attrattività consumer al settore potendo essere una utile opportunità per aggiungere elementi di costume e life style alle motivazioni di acquisto
3. Potrebbe essere una occasione in cui consumatori possano fare delle vere e proprie esperienze, con aree dedicate ai benefici della frutta nello sport, aree dedicate a esperienze immersive alla scoperta delle filiere agricole, al mondo olistico e ad altre attività di svago
4. Crescerebbero quindi i metri quadri allestiti e la qualità estetica degli stand
5. Aumenterebbe la rappresentanza italiana
6. Crescerebbe il livello di attrazione verso buyer italiani ed esteri
7. Sarebbe l’occasione che tante aziende non hanno possibilità di arrivare al consumatore e di spiegare il loro prodotto
8. Migliorerebbe il percepito di frutta e verdura al consumo e conseguentemente i consumi consapevoli con effetti positivi sulle quantità consumate e quindi a beneficio di tutti i soggetti della filiera, gdo compresa.
9. Oltre al fatto che la presenza massiccia della produzione si porterebbe dietro tutto l’indotto
Piccoli obiettivi raggiungibili nel breve periodo
Se una fiera B2B2C è grande obiettivo di medio termine per un comparto che deve far fronte a un calo dei consumi costanti, seppur il reparto ortofrutta rappresenti ancora oggi uno dei poli attrattivi per il consumatore nella distribuzione moderna, un piccolo obiettivo dovrebbe essere raggiungibile già dal prossimo anno: si potrebbe iniziare a chiedere agli enti fiera italiani di coordinarsi ed evitare totale sovrapposizione delle fiere dell’agroalimentare: citofonare a Tuttofood e Macfrut per maggiori informazioni.












