Circular Farm: gli ortaggi circolari da acquaponica #vocidellortofrutta

Dopo  i funghi che crescono sugli scarti del caffè, Antonio Di Giovanni ha dato vita a una nuova azienda che produce insalate, micrortaggi e fiori edibili sfruttando le acque di coltura dei pesci

Antonio Di Giovanni, founder di Funghi Espresso e Circular Farm
Antonio Di Giovanni

Dai funghi coltivati sugli scarti di caffè, alle orticole che crescono con un sistema di acquaponica. Antonio Di Giovanni, laureato in Agraria all’Università di Firenze, ha sviluppato il metodo Funghi Espresso per la produzione di funghi dai fondi di caffè.  Oggi ha creato Circular Farm, un’azienda che produce insalate, micrortaggi e fiori edibili in idroponica utilizzando le acque di coltura dei pesci, un perfetto sistema simbiotico. L’azienda di Scandicci è candidata a Primavera d’impresa 2022, concorso regionale promosso da Crisis e dedicato alle micro, piccole e medie imprese.

Come nasce  il metodo Funghi Espresso?

I Funghi Espresso nascono da scarti di caffè
I Funghi Espresso nascono da fondi di caffè

Ho studiato a Firenze, mi sono sempre occupato di recupero di scarti organici; mi sono specializzato sul compostaggio, sono sempre stato attivista ambientale. Durante il periodo universitario ho conosciuto e poi collaborato con Rossano Ercolini (Goldman Environmental Prize nel 2013, ndr), fondatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, in provincia di Lucca.

Con lui ho avviato gli studi sulla valorizzazione dei fondi di caffè per l’agricoltura. Da lì è nato il progetto Funghi Espresso come azienda agricola, a Capannori nel 2014.

Come si arriva alla coltivazione?

Il modello di economia circolare
Il modello circolare

Il  fondo di caffè è un ottimo substrato  per la coltivazione dei funghi, contiene molti minerali ed è ricco di sostanze nutritive, che il fungo usa per la propria crescita. Abbiamo cominciato a ritirarli freschi, giornalmente, nei bar, prima a Capannori e poi a Firenze, dove abbiamo svolto anche un progetto educativo didattico presso l’Istituto Agrario Firenze nel Parco delle Cascine.

L’azienda ora si trova a Scandicci in un ex vivaio di circa 1500mq. Oltre al fondo di caffè aggiungiamo anche un altro scarto di torrefazione, la pellicola della buccia del caffè che si stacca nella tostatura. Mettiamo tutto in sacchetti microforati, in una camera al buio per 25 e 30 giorni a temperatura controllata. Una volta che il fungo ha colonizzato il fondo di caffè, apriamo i sacchetti e li facciamo fruttificare nella cella di fruttificazione. La produzione avviene in container marittimi coibentati: l’ambiente è regolato da umidificatori e climatizzatori con temperatura costante nel tempo. Ci permette di coltivare tutto l’anno.

Quali prodotti arrivano sul mercato?

Il nostro prodotto principale è il Pleurotus Ostreatus fresco: è destinato a ristoranti e distribuito tramite gruppi di acquisto, mercati contadini e punto vendita aziendale; sull’ecommerce vendiamo anche il kit di coltivazione Funghi Espresso che consente di coltivare i funghi direttamente a casa dai fondi del caffè. A Scandicci facciamo anche workshop e corsi di formazione: da quattro anni svolgo anche un training Funghi Espresso presso le nostre strutture.

Da Funghi Espresso a Circular Farm.

Insalate Salanova da acquaponica
Insalate da acquaponica

Il progetto ha ampliato la visione di Funghi Espresso: Circular Farm, dal 2019, è la mia attuale azienda, a Scandicci, con impianto acquaponico fuori suolo. Abbiamo allargato la produzione a micrortaggi, di pisello, alfa alfa, crescione, rucola, ravanello, porro: poi fiori edibili, come il nasturzio, e insalate, come Salanova, molto richieste.

Perché la scelta dell’acquaponica?

Nell’idroponica classica l’acqua viene arricchita da minerali per far crescere le piante. Noi invece usiamo i pesci: è un’acquacoltura classica, con persico trota e carpe Koi. Grazie al loro nutrimento, bagniamo i letti di coltivazione fatti in argilla espansa, l’acqua viene poi filtrata e recuperata e reimmessa nelle vasche, un ciclo chiuso. Consente un risparmio idrico del 90%, senza uso di concimi chimici.

A quali canali sono destinati i prodotti a marchio Circular Farm?

Canale horeca: i fiori vanno a anche grandi chef della ristorazione a Firenze, ristoranti storici e vegetariani, giapponesi. Il processo è artigianale e non abbiamo volumi per affrontare il mercato della gdo. Ma per il retail c’è un progetto. A giugno installeremo un container per micrortaggi che ci permetterà di scalare un po’ questo mondo, con luci led e impianto idroponico classico, quattro livelli di coltivazione e quantitativi interessanti. A settembre i volumi ci permetteranno di fare proposte alla gdo. Per ora  i container sono nella nostra azienda ma stiamo valutando di trovare un luogo vicino a Firenze per essere più vicini al consumatore finale.

 

 

 

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