Babaco Market, cresce il delivery anti spreco di frutta e verdura

Il servizio invia a domicilio box di prodotti ortofrutticoli made in Italy che per piccole imperfezioni estetiche sono scartati dalla gdo. Lanciato dai co-founder di Myfoody, ha festeggiato un anno di attività. Da settembre raggiunge Torino, Bergamo e Brescia e dal 2022 si estende all’Emilia-Romagna

Babaco Market box
Babaco Market Box

Lo spreco alimentare in Italia vale circa 15 miliardi, secondo diverse ricerche. E si stima che il 20% dei prodotti sia “perso” in campo. Tra le cause, oltre ai surplus produttivi, c’è il mancato rispetto dei canoni estetici richiesti dalla gdo: difetti sulla buccia, misure troppo grandi o troppo piccole. Babaco Market nasce per offrire ai produttori un’alternativa alla destinazione come rifiuto organico o, nel migliore dei casi, per l’industria di trasformazione. Un servizio di delivery in abbonamento di frutta e verdura “anti spreco” che ha festeggiato con un evento in rete un anno di attività.

Una mission green

Francesco Giberti, ad e co-founder di Babaco Market
Francesco Giberti, ceo e co-founder di Babaco Market

Babaco invia a domicilio box di prodotti ortofrutticoli che per piccoli imperfezioni non rientrano negli standard dei tradizionali canali di distribuzione. L’idea è di Francesco Giberti, 34 anni, e di Luca Masseretti, entrambi co-founder di Myfoody, la start up che promuove offerte geolocalizzate di prodotti alimentari in scadenza, disponibili a prezzi scontati nei supermercati (soluzione premiata da Federdistribuzione).

“È un progetto parallelo a Myfoody -ha sottolineato Giberti-: ha la stessa mission di combattere lo spreco. E garantiamo mediamente prezzi del 30% in meno rispetto ad altri servizi digital su frutta e verdura. La  scintilla è scattata durante il primo lockdown e abbiamo iniziato a maggio: questo è il nostro primo anno. Ci definiamo il primo eCommerce food antispreco d’Italia”.

Prodotti esclusivamente italiani e di stagione in una box plastic-free

I prodotti di Babaco Market, freschi, made in italy e di stagione
I prodotti di Babaco, freschi, made in Italy e di stagione

Dentro le box gli utenti trovano frutta e verdura fuori dall’ordinario, di stagione e made in Italy. “Le box sono plastic free: i prodotti sono sfusi e arrivano a domicilio con mezzi al 60% elettrici o cargo bike, sul resto ci stiamo lavorando”. Per i prodotti più delicati (es. fragole e bacche) Babaco usa bioplastiche compostabili (Pla). I materiali di comunicazione all’interno della box, ridotti al minimo, sono stampati su carta riciclata.

L’utente non sceglie ma si affida al Market che decide i prodotti. “Ogni settimana vengono variati il più possibile. Ci piace ogni tanto inserire anche quelli normali che valorizzino i piccoli produttori o presidi Slow Food. La cosa fondamentale è selezionare agricoltori che lavorano con standard importanti: principalmente collaboriamo con produttori convenzionali, a volte anche bio. I miei nonni erano agricoltori sull’Appennino tosco-emiliano e ho sempre vissuto i valori della terra. Ho poi modelli che mi hanno ispirato, penso a Olivetti”.

Il servizio è in abbonamento, flessibile, con box a sorpresa di dimensioni diverse. È attivo in più di 40 comuni tra Milano e hinterland, Monza, Brianza e da questo mese anche nella provincia di Varese, con Busto Arsizio e limitrofi.  “Da settembre porteremo Babaco a Torino, Bergamo e Brescia e da gennaio 2022 in Emilia Romagna, Bologna, Reggio- Emilia, Modena e Parma. Ci concentriamo sul Centro-Nord ma magari andremo anche al Sud”.

I numeri di Babaco Market

I numeri dell'ortofrutta salvata da Babaco Market
L’ortofrutta salvata da Babaco Market

Babaco cresce mensilmente a una media del +30% in termini di base utenti e del +54% in termini di ordini e fatturato. Collabora con 100 produttori sparsi per tutto il territorio nazionale. Gli utenti attivi sono più di 2 mila e oltre 20 mila le consegne gestite nel primo anno. A un anno dal lancio ha salvato 140 tonnellate di frutta e verdura dallo spreco, risparmiando 350 tonnellate di CO2. L’area in cui si sono salvati più prodotti è il Nord, che ha destinato alle box Babaco 75 mila kg di frutta e verdura; a seguire 49 mila kg di prodotti dal Centro e 16 mila kg di prodotti dal Sud.

I box sono stati arricchiti con prodotti tutelati dal marchio europeo, come Radicchio variegato Igp Veneto, Carciofi e Asparagi Igp Lazio, Carciofo Spinoso Igp Sardegna. E prodotti di nicchia come i presidi Slow Food: Broccolo di Custoza, Broccolo di Torbole, Porro di Cervere, Agrumi del Gargano, Mandarino Tardivo di Ciaculli, Carote di Polignano, Mele gelato, Cipolla di Cannara.

Dal colosso Agribologna a piccoli produttori come Res Naturae: fornitori che condividono gli stessi valori

L'attuale presidente di Agribologna Lauro Guidi
Lauro Guidi, presidente di Agribologna

Tra i quasi 100 produttori con cui collabora, ci sono realtà consolidate come la Società Agricola C.O.P.A. (Lazio) o Agribologna, 111 aziende agricole associate, per 3400 ettari. “Siamo una cooperativa –ha ricordato Lauro Guidi, presidente di Agribologna-. Con un 1 milione e ottocentomila quintali di prodotto commercializzato, siamo tra le prima trenta aziende a livello nazionale per dimensione. La programmazione della produzione in funzione della capacità  di vendita dei soci èuno dei degli elementi su cui puntiamo per ridurre lo spreco. Nel 2020 abbiamo aumentato le vendite attraverso questo modello. Ogni anno trasferiamo 4500 quintali di prodotto a scopo benefico attraverso onlus. Poi cerchiamo di essere vicini al territorio con altre onlus in modo gratuito per trasferire prodotti che perdono un po’ di qualità estetica. Con Babaco abbiamo iniziato a conferire questi prodotti ‘diversamente belli’ dalla primavera 2020 attraverso lo stand che abbiamo all’interno del mercato di Bologna”.

Il rabarbaro di Res Naturae
Il rabarbaro di Res Naturae

Altre sono piccole aziende agricole emergenti, come l’Azienda Agricola G&M dei Fratelli Buccheri (Sicilia), e che coltivano prodotti rari o poco diffusi come Res Naturae (Lombardia). “Siamo specializzati nel rabarbaro, pianta dimenticata, abbiamo un ettaro di terra in Valsassina. Da poco abbiamo attivato la collaborazione con Babaco. Condividiamo gli stessi ideali” ha ricordato il founder Giovanni Mazzucotelli.

Nella lotta allo spreco di frutta e verdura Babaco Market è affiancato anche da Recup, un’associazione di promozione sociale che contrasta lo spreco alimentare attraverso un’azione partecipata e inclusiva. “Siamo operativi sui mercati scoperti di Milano e di altri comuni e sui mercati generali di Sogemi –ha affermato Alberto Piccardo, presidente di Recup-. Quello che recuperiamo  in Ortomercato e da altri commercianti, come Babaco, circa 7-8 tonnellate a settimana, li consegniamo direttamente ad alcune realtà, tra cui la Croce Rossa, che poi aiutano famiglie a sud di Milano: è una rete di mutuo soccorso. Con Babaco da gennaio a oggi abbiamo recuperato 6 tonnellate”.

La crescita costante e la mission sostenibile sono valse a Babaco Market anche l’importante riconoscimento di B Holding e B Heroes che l’hanno selezionata tra 150 start up per il progetto StartupPerMilano.  “Babaco è stata la vincitrice di una challenge che abbiamo lanciato per migliorare vita e sostenibilità dei cittadini di Milano. Ci ha colpito per la capacità del team” ha ricordato Carolina Montagna, investment manager di B Holding, che ha investito in 60 start up negli ultimi tre anni, tra cui Babaco.

Il futuro dell’eCommerce nel food

I dati dell’Osservatorio Netcomm PoliMi 2020/2021 confermano la costante crescita dell’ecommerce B2c. “La crescita degli acquisti di food online in volumi è stata del +150% nel 2020, è arrivata anche l’offerta che mancava –ha ricordato  Mario Bagliani, senior partner di Netcomm Services-. La penetrazione è ancora del 2% contro l’8-10% dei Paesi più avanzarti, ma il recupero sarà veloce. Il profilo degli shopper coincide con i segmenti di popolazione più attenti alla sostenibilità, più urbani e istruiti. Più del 70% degli shopper guarda agli aspetti ambientali quando compra online. E un 20% sceglie proprio in base a questo input. L’ecommerce aiuta a ridisegnare filiera in chiave di sostenibilità. In tre parole il futuro dell’ecommerce è fast, green e frictionless, ovvero privo di ostacoli: l’utente vuole esperienze semplici e fluide”.

 

 

 

 

 

 

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