Packaging, meglio se green ma senza pagarlo di più

Il 60% dei consumatori non è disposto a pagare di più o, se sì, molto poco per un imballaggio ecosostenibile. Serve renderli parte attiva nella tutela dell'ambiente

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Gli italiani dimostrano a parole di essere molto sensibili alle tematiche ambientali, ma se il benessere del pianeta va a incidere sul costo del packaging degli alimenti ecco che lo spirito ambientalista tentenna.

Secondo una ricerca Nomisma, presentata in occasione delle due giornate di convegno Packaging Speaks Green, organizzate da Ucima e Fondazione Fico, per il 67% degli intervistati l’ambiente deve essere una priorità dell’agenda politica 2050 e l’80,4% dei consumatori si vede parte attiva nel processo di tutela, tanto che il 43% pensa anche al packaging quando sceglie un prodotto food, ma il 60% non è disposto a pagare di più o, se sì, molto poco per un imballaggio ecosostenibile.

Puntare di più sul contributo attivo alla tutela ambiente

Nomisma PackagingForse, suggerisce Silvia Zucconi, responsabile market intelligence di Nomisma, a fronte di una maggiore consapevolezza del contributo che si sta dando all’ambiente la posizione degli shopper sul fattore prezzo potrebbe ammorbidirsi. Sempre dalla ricerca emerge infatti che le informazioni presenti in etichetta sono la prima caratteristica di influenza nella valutazione della confezione di un prodotto alimentare (33%), seguita dal tipo di materiale (27%) e dalle caratteristiche ecologiche del materiale (23%).

“Occorre lavorare su una comunicazione chiara ed efficace in etichetta -dice Zucconi- per incrementare la conoscenza dei materiali, supportata da una semplice indicazione quantitativa del beneficio ambientale,  per esempio il risparmio di CO2“. Da prendere a modello il lavoro di comunicazione fatto negli anni sul vetro che risulta il materiale più sostenibile per il 64% degli italiani.

L’ortofrutta la categoria che comunica di più cosa fare del pack

Nel 2019 nella distribuzione moderna italiana sono stati venduti 43,3 miliardi di pezzi (+1% sul 2018) di cui il 26% nei discount. E il carrello della spesa green vale 7 miliardi di euro. Lo rileva Nielsen che sottolinea anche come non si stia andando verso una riduzione dei volumi del packaging, anzi in categorie come il fresco (ortofrutta compresa)  si assiste a un incremento del confezionato per rispondere ai bisogni di libero servizio, maggiore conservabilità e riduzione dei danni da manipolazione.

Ad oggi nel percepito dei consumatori non ci sono abbastanza prodotti green: da un’analisi delle etichette fatta in collaborazione con l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy emerge che sul 42% delle confezioni vendute in gdo non è indicata la riciclabilità del packaging.

Analizzando la Top20 dei produttori industriali troviamo l’indicazione su come riciclare il packaging solo sulla metà dei prodotti; più attenti i distributori per la loro offerta a marchio La categoria merceologica che comunica meno la riciclabilità del packaging è la carne, mentre la più virtuosa è l’ortofrutta.

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