Apofruit, positivo il bilancio della liquidazione della frutta autunnale

Freddo e gelate fanno calare i volumi (-23%) , ma il valore netto del liquidato cresce (+1,2%), con una media al chilo aumentata del 32%

Mela Gala Solarelli Apofruit
Mela Gala Solarelli

Apofruit ha liquidato i prodotti autunnali con risultati soddisfacenti. Il totale ritirato è stato di 148 mila quintali di prodotto rispetto ai 193 mila dell’anno precedente, un calo percentuale dei volumi conferiti del 23%. Il valore netto della liquidazione si è attestato però a 10 milioni e 863 mila euro, in crescita di un +1,2% e con una media al chilo aumentata del 32%.

Quantitativi in aumento solo per l’uva seedless

Uva nera senza semi Solarelli Apofruit
Uva nera senza semi Solarelli

La terza liquidazione, delle quattro che caratterizzano il percorso dei conferimenti di Apofruit, ha interessato in prevalenza mele del Gruppo Gala, pere autunnali (William), uva senza semi, kaki e susine angeleno. Freddo e gelate hanno pesantemente inciso nel calo dei volumi. Per le pere autunnali, la William, si sono aggiunte le problematiche delle parassitosi fungine, come la maculatura e la cimice asiatica; stabili le mele, in leggera diminuzione i volumi per i kaki. L’uva seedless, bio e convenzionale, è l’unico prodotto di questo paniere autunnale in crescita sui quantitativi.

“Siamo di fronte a risultati soddisfacenti anche se non per tutti i soci in maniera omogenea -dichiara il presidente della cooperativa Mirco Zanotti-: le più colpite sono le pere autunnali con conferimenti più che dimezzati”. “I risultati, comunque buoni, ottenuti in questa liquidazione, sono frutto di un miglioramento organizzativo e di efficienza della cooperativa in tutte le zone produttive” fa notare il direttore generale Ernesto Fornari.

In merito a mele e pere per il secondo anno consecutivo la cooperativa ha scelto di valorizzare il prodotto proveniente dagli impianti coperti con un 5% del valore della 1°cat.

La liquidazione autunnale ha interessato le mele del Gruppo Gala, con un volume totale conferito di 32 mila quintali. Il prezzo medio del prodotto convenzionale va dai 30 centesimi al chilo per i cloni più datati fino ai 50 centesimi per quelli più performanti. Per il prodotto biologico i valori si sono attestati tra i 70 e gli 85 centesimi al chilo. “Si è confermato di grande importanza il rinnovamento varietale, con performance superiori nei cloni più nuovi” sottolinea il presidente Zanotti. Sul fronte mercato “si è sentita l’influenza negativa della forte produzione europea e dei Paesi dell’Est, che stanno orientando la loro produzione verso l’Europa centrale” precisa il direttore commerciale Mirco Zanelli.

 

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