TÜV Italia, un metodo per rilevare un pomodoro geneticamente editato #vocidellortofrutta

L’esperimento realizzato su un frutto modificato in Giappone con tecnologia Crispr/Cas9 apre a nuovi test di laboratorio per il genome editing. L’azienda ha anche elaborato un White Paper sul tema, come racconta Monica Filippini, responsabile Service Line Life Science per TÜV Italia

I laboratori di TÜV Italia rilevano gli Ogm in diversi prodotti dal Duemila
I laboratori di TÜV Italia rilevano gli Ogm dal Duemila

Il climate change, che porta siccità e nuovi patogeni, spinge a svoltare per sdoganare il genome editing, tuttora tecnica Ogm per l’Ue. Se ne discute al Parlamento europeo e gli studi, avviati anche dalla Commissione, concordano sul loro potenziale sostegno al Green Deal, anche se permangono timori per l’impatto sulla biodiversità. Il 2023 potrebbe portare qualche novità, anche perché gran parte degli stakeholder è favorevole. Intanto c’è chi si porta avanti: come tracciare le nuove tecniche?

TÜV Italia, che fa parte del gruppo TÜV SÜD, ente di certificazione globale, ha elaborato un esempio di metodo di tracciabilità applicato a una varietà di pomodoro geneticamente editato, il Sicilian Rouge High-GABA tomato. E ha anche realizzato un White Paper fornendo una panoramica delle NGTs (New Genomic Techniques) e delle loro applicazioni. Circa 40 milioni di ettari in tutto il mondo sono stati destinati alla coltivazione di piante transgeniche, commercializzate a partire dalla valutazione di biosicurezza del 1999. Negli ultimi 20 anni sono apparsi sulla scena i Genome Edited Organisms. Diversi colossi agroindustriali, come Syngenta, hanno investito nell’editing del genoma. Queste nuove piattaforme possono agire come forbici molecolari, inducendo la mutazione richiesta in una regione genomica scelta. Ci racconta lo stato dell’arte Monica Filippini, responsabile della service line Life Science per TÜV Italia: si occupa della tracciabilità molecolare degli alimenti delle analisi microbiologiche e delle analisi di biocompatibilità dei dispositivi medici.

Perché un White Paper sulle nuove tecniche genetiche?

Monica Filippini, responsabile Service Line Life Science per TÜV Italia
Monica Filippini di TÜV Italia

In TÜV Italia c’è una parte di ricerca e sviluppo e da sempre ci siamo occupati degli Ogm. Siamo nel settore analitico e analizziamo quelli convenzionali dal Duemila: li cerchiamo negli alimenti, nei cosmetici e nel tessile, siamo uno dei primi laboratori europei che fanno analisi sugli Ogm del cotone con metodo accreditato ISO 17025. Questo settore ora traslittererà verso l’editing genetico e ci siamo voluti inserire. Da una mia idea, in collaborazione con l’Università di Milano, dipartimento di Scienze degli alimenti, abbiamo ospitato una laureanda e abbiamo lavorato per la sua tesi su questo tema. Ci siamo allora posti l’obiettivo di fare una review dello status quo di questi organismi geneticamente editati che si stanno affacciando sul mercato, come sta avvenendo in Cina. E abbiamo portato avanti un caso studio trovando il modo di mettere in evidenza la mutazione, che tende a non lasciar traccia.

Come avete fatto, qual è il metodo?

Abbiamo acquistato un pomodoro che in Giappone è sul mercato, geneticamente editato, il Sicilian Rouge High-Gaba tomato. Abbiamo estratto il suo dna e abbiamo elaborato un metodo per rilevare la modifica nel genoma, dimostrando che non è vero che non sono tracciabili. A breve uscirà un articolo scientifico che spiega il processo. Il White Paper ha portato a una pubblicazione, ma continueremo gli studi.

Che cosa significa questo, si apre un nuovo mercato delle certificazioni?

Per ora la direttiva Ue del 2018 considera le tecniche di genome editing come gli Ogm, in virtù di una sentenza della Corte di Giustizia. Dovessero essere sdoganati, dovranno essere dichiarati, con obbligo della valutazione preventiva del rischio, tracciabilità ed etichettatura. E dovrà essere spiegata la modifica. A quel punto attraverso un metodo “tailor-made” sarà possibile tracciarli, anche se si tratta di una mutazione puntiforme che assomiglia a quella naturale.

Ci sono altre tecniche oltre a Crispr/Cas9 per cui Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna hanno vinto il Premio Nobel per la Chimica?

Ce ne sono altre, che raccontiamo nel White Paper, di cui le più comuni sono le tecnologie con nucleasi “a dita di zinco” (Zfn) e con le nucleasi effettrici simili ad attivatori di trascrizione (TALENs). Crispr (clustered regularly interspaced short palindromic repeats) è la tecnica più veloce e facile da attuare e ha portato a una velocizzazione del processo, che è diventato meno costoso e meno laborioso: addirittura è stato dato ai laboratori delle scuole dove sono riusciti a portare queste modifiche. Con il genome editing si può ottenere sia una mutazione puntiforme sia introdurre una sequenza nuova e quindi avere il cambio di una singola base, come avviene in natura, ma anche introdurre un gene estraneo che codifica per una determinata proteina e in questo caso diventa Ogm. Questi diversi tipi di alterazioni che generano prodotti diversi, hanno introdotto nuove sfide nelle distinzioni normative e nella tracciabilità e hanno spinto i Paesi di tutto il mondo a rivedere le proprie normative in modo da poterle applicare a questi nuovi prodotti.

Come si comportano i vari Paesi dal punto di vista normativo?

Gli approcci sono diversi in tutto il mondo: alcuni Paesi si sono concentrati sul prodotto ottenuto e sui rischi che può comportare, mentre altri si sono focalizzati sul processo utilizzato per ottenere tale prodotto. La politica degli Stati Uniti è basata sul prodotto, in quanto il processo utilizzato per il miglioramento genetico di un organismo non è considerato di per sé dannoso e infatti alcune classi di Geo non rientrano nella normativa sugli Ogm. Anche l’Australia ha utilizzato lo stesso approccio. Argentina, Brasile e Cile ritengono che i Geo non contenenti Dna estraneo non siano Ogm. ll Canada presenta una valutazione del rischio caso per caso. Insieme alla Russia, anche altri Paesi stanno discutendo su quale strada intraprendere nell’ambito della regolamentazione dell’editing genico. In Cina il ministero dell’Agricoltura ha recentemente aggiornato le linee guida per l’approvazione di raccolti geneticamente editati con la tecnica Crispr.

Oggi trovate molti Ogm con le vostre analisi?

Troviamo soprattutto Ogm nella soia, ma quella destinata alla mangimistica, e nel cotone.

 

 

 

 

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