Novamont, un colpo per la bioplastica. Coldiretti e Filiera Italia in difesa

Le due associazioni in coro, dopo la sanzione dell’Agcm all'azienda novarese per abuso di posizione dominante nei mercati nazionali: sbagliato penalizzare chi investe in ricerca scientifica e reindustrializza siti dismessi

Novamont avrebbe sviluppato una quota superiore al 50% per ii sacchetti shopper e superiore al 70% per i sacchetti ultraleggeri
Novamont avrebbe sviluppato una quota superiore al 50% per gli shopper e superiore al 70% per i sacchetti ultraleggeri

Coldiretti e Filiera Italia in soccorso di Novamont, dopo che l’azienda novarese, controllata da Eni, è stata multata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato per abuso di posizione dominante nei mercati nazionali nella produzione di bioplastiche per sacchetti leggeri  (shopper) e ultraleggeri per frutta e verdura.

L’Autorità ha accertato che Novamont, nota per aver sviluppato l’innovativo Mater-Bi, avrebbe acquisito una quota sempre superiore al 50% per gli shopper e al 70% per sacchetti ultraleggeri, sviluppando una strategia escludente nei confronti dei concorrenti.

Le catene della grande distribuzione contrattualizzate da Novamont -spiega l’Antitrust- hanno rappresentato nel periodo di riferimento fino al 44% della domanda di shopper e sacchetti ultraleggeri espressa dalla gdo. Da queste accuse la sanzione di oltre 32 milioni di euro, in solido con la controllante Eni, per abuso di posizione dominante almeno dal primo gennaio 2018 al 31 dicembre 2023.

“Non ha senso penalizzare chi investe in ricerca scientifica per anni portando il nostro Paese ad essere punto di riferimento globale in un settore all’avanguardia come le bioplastiche, chi ha ridato vita a siti industriali non più in attività e soprattutto ha avviato collaborazioni con il settore agroalimentare mettendo a disposizione dello stesso tecniche e prodotti sostenibili ed innovativi tali da renderlo competitivo a livello globale” spiegano Coldiretti e Filiera Italia.

Le due organizzazioni sottolineano come “queste azioni rischiano di incentivare la delocalizzazione della ricerca e dell’innovazione verso altri Paesi consentendo a grandi potenze mondiali di recuperare il tempo perso sottraendo la tecnologia, mentre le nostre aziende rimangono bloccate da vincoli normativi”.

La difesa dell’azienda

L’azienda, in una nota, “esprime la propria sorpresa e dissente fermamente dalle conclusioni dell’Agcm”  e rimarca come  “il provvedimento disincentiva la ricerca scientifica, la tecnologia, la ricerca di prodotti sostenibili in linea con la transizione ecologica nel territorio italiano”. Novamont ricorda che ha investito in ricerca scientifica e messo a punto nuove tecnologie, “reindustrializzando 6 siti dismessi e costruito una rete di collaborazioni creando così un modello di sviluppo produttivo più sostenibile”.  Non solo: “in un contesto in cui – secondo l’istituto di ricerca indipendente Plastic Consult – almeno un sacchetto su quattro è fuorilegge, Novamont si è impegnata per valorizzare qualità e sicurezza, assicurandosi che i trasformatori partner osservassero i rigidi capitolati previsti per i prodotti a marchio, e per sensibilizzare la grande distribuzione riguardo all’importanza di veicolare ai consumatori prodotti affidabili e ambientalmente sostenibili”.

Va sottolineato che il settore delle bioplastiche rappresenta un modello di sostenibilità e che entro febbraio 2028 la Commissione Ue valuterà l’ipotesi di riconoscere la plastica bio-based come alternativa alla plastica riciclata per i target obbligatori del Ppwr.

 

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