Alla fine di giugno è scattata la nuova campagna di Metis, le susine premium, risultato dell’incrocio naturale di diverse varietà di susina e albicocca, che da più di dieci anni sono presenti sugli scaffali italiani ed europei. Facciamo il punto con Antonio Zani, ufficio commerciale Italia di Granfrutta Zani, che con Minguzzi gestisce il progetto.
Come si presenta la nuova campagna in termini di volumi, aree di coltivazione, qualità del prodotto?

Al momento la qualità è molto buona, anche per il calibro, che da sempre caratterizza Metis. Quest’anno, a causa del clima non ottimale in fase di impollinazione, si può pensare a un meno 30% sul totale della produzione, soprattutto nelle varietà medio-tardive.
Abbiamo cominciato con il prodotto della Puglia, poi dieci giorni dopo è arrivato quello di Policoro e la stessa varietà, Oxy Solar, abbiamo cominciato una settimana fa a raccoglierla in Romagna. Al Sud abbiamo solo il prodotto precoce per anticipare la campagna, mentre al Nord abbiamo sviluppato le varietà che si raccolgono da luglio al 20-25 settembre.
Quanti sono gli ettari e come si sviluppa il calendario?
In Italia tra noi e Minguzzi, che fa parte del progetto, sono un po’ più di 200 ettari. Nel primo mese di campagna si ha Oxy Solar, a fine luglio-inizio agosto, Safari Star, varietà tigrata da cui ci sono evolute tutte le altre. Quindi comincerà il mese di campagna per la Metis gialla, la Sunny Day; attorno al 10-15 settembre si arriverà a fine stagione con la Sunset Sky. C’è da dire che dal 15 agosto al 15 settembre si avrà un altro mese di Oxy, quindi si intrecciano le varie cultivar. La conclusione della campagna è attorno a fine ottobre.
Cosa prevede Il disciplinare in termini di coltivazione?
Non facciamo il bio, anche perché è quasi impossibile fare un prodotto adeguato, sano e buono, con i trattamenti attualmente consentiti e il tasso di umidità, soprattutto negli ultimi anni. Produciamo tutto con agricoltura integrata, 100%.
Qual è il percepito del prodotto da parte del consumatore?
La qualità percepita è ottima. L’Italia è il nostro il mercato principale in termini di vendita. Lo notiamo anche con tanti altri prodotti che abbiamo, i prodotti di qualità sono comunque in costante crescita, nonostante costino di più: il consumatore italiano magari acquista qualche chilo in meno ma prende il prodotto buono.
Qual è la varietà che è più apprezzata o performa meglio?

La Sunny Day. Metis ha varietà rosse, nere, tigrate, con le loro caratteristiche, e poi quelle gialle che si distinguono facilmente dalle altre. All’inizio non erano molto apprezzate perché non è un colore giallo intenso, ma più tendente al verde. Sunny Day è invece apprezzata proprio per il gusto, nonostante qualche titubanza che può generare per l’aspetto.
Vogliamo che all’interno di Metis ci siano solo delle varietà buone, questa la caratteristica principale. Al morso la Susina Metis è croccante, quindi è anche un po’ più semplice la gestione della maturazione sul punto di vendita.
Quali azioni ci saranno sui punti di vendita, con quali contenuti e quali retailer è prevista una collaborazione?
Quest’anno abbiamo deciso di presidiare la comunicazione consumer concentrandoci su driver esperienziali in chiave phygital. L’approccio ai social media, Instagram in primis, ci ha dimostrato quanto interesse si muova attorno al racconto dei valori di prodotto per Metis generando interazioni continue e incrementali grazie anche al coinvolgimento di influencer food e lifestyle. Strategico per Metis il ruolo della valorizzazione sul punto di vendita che passa da un fitto piano di degustazioni e la presenza costante sui volantini promozionali del retailer. Il tutto all’insegna del racconto dell’universo di gusto che solo Metis è in grado di apportare a scaffale.
In particolare quest’anno puntiamo a fare qualche degustazione soprattutto nei negozi al Sud, in modo tale che anche quei consumatori, abituati sempre alle varietà locali, possano conoscere qualcosa di nuovo, anche se parliamo di un prodotto premium.
Quali progetti sono in fieri per il futuro (tracciabilità, packaging, ricerca universitaria sulle qualità nutrizionali, nuove campagne marketing…)?
Con l’università abbiamo alcune varietà di pere/mele, pesche in prova, mentre per le Metis ha l’esclusiva il breeder americano Bradford. Il processo testa le cultivar prima in America, poi nei nostri campi sperimentali. Ci si assicura della qualità del prodotto e soprattutto che produca, perché venendo da areali diversi non è scontato che lo faccia. Viene poi programmata con i vari produttori soci della cooperativa che vanno a svilupparlo negli anni. Il numero degli ettari è controllato tramite Star Fruits, per cercare di non avere abbondanza o scarsità di prodotto.
Nel vostro spazio autonomo su che cosa vi concentrate?
Facciamo principalmente tracciabilità: Metis è al 100% tracciata, diamo il prodotto solo ai nostri soci, quindi sappiamo esattamente da dove proviene il nostro prodotto, i nostri tecnici monitorano la quantità e qualità. Il packaging è in fase di cambiamento ed è tutto dedicato: è realizzato tramite un’agenzia esterna che è scelta dal consiglio di amministrazione.
Principalmente ci concentriamo nel valutare le varietà che vadano a sostituire quelle che sono state piantate 10-15 anni fa, ovviamente se hanno caratteristiche migliorative. Si cercano anche varietà un po’ più tardive che aiutano a prolungare la campagna.
Come va l’export?
Produciamo per l’estero sin dall’avvio del progetto e gestiamo le esportazioni anche per conto di Minguzzi: all’estero l’anno scorso è andato circa il 45% della produzione. Avendo cominciato circa dieci anni fa, sviluppiamo programmi con tanti clienti in Germania, Inghilterra, Norvegia, Austria, Svizzera, anche Est Europa. Non andando Oltremare, non ci preoccupano la questione dazi e le tensioni geopolitiche che impattano sulla logistica.












