Il 90% dei vegetali Findus da agricoltura sostenibile nel 2019

Findus, leader in Italia nel mercato dei surgelati aderirà alla Sustainable Agriculture Initiative Platform, un’iniziativa internazionale per la sostenibilità in agricoltura

Findus, leader in Italia nel mercato dei surgelati, prosegue sulla via della sostenibilità: l’azienda, che fa parte del gruppo Nomad Foods Europe ed è il primo attore di marca del mercato dei vegetali surgelati (con una quota a valore del 23,4%), aderirà alla Sustainable Agriculture Initiative Platform (Sai Platform), un’iniziativa internazionale che si propone di raggiungere l’obiettivo della sostenibilità in agricoltura.

Findus ha annunciato che adeguerà allo standard di sostenibilità Fsa (Farm Sustainability Assessment) 16 colture, pari al 90% dei volumi totali di vegetali Findus, entro il 2019. Oggi  i vegetali rappresentano circa il 55% dei volumi e coprono quasi un terzo del fatturato aziendale.

L’iniziativa è stata presentata oggi a Milano dopo l’annuncio dello scorso anno di introdurre il marchio blu di pesca sostenibile e certificata Msc, con la campagna “Coltiviamo il futuro per un’agricoltura sostenibile” e un programma che porterà l’azienda a far verificare da un ente terzo la sostenibilità della propria produzione di vegetali.

“Abbiamo investito molto in sostenibilità  – ha commentato Francesco Fattori, amministratore delegato di Findus Italia – e non ci fermiamo al pesce ma passiamo ora ai vegetali. L’impegno di oggi è l’adesione a Sai platform, utilizzeremo lo schema di Fsa per verificare l’utilizzo di pratiche agricole sostenibili e ci faremo certificare da un ente terzo. Entro il 2019 il 90% dei vegetali Findus arriveranno da agricoltura sostenibile e il 100% lo raggiungeremo negli anni a venire.”

Sai platform, un’organizzazione non profit

Come ha sottolineato Carlo Alberto Pratesi, docente all’Università Roma Tre  “Migliaia di scienziati in tutto il mondo e di tutte le discipline lanciano quotidianamente allarmi su quello che sta già accadendo e la sostenibilità per l’ambiente non è un’opzione, né una possibile strategia aziendale o una scelta individuale.”

“Sai Platform è un’ organizzazione non profit – ha spiegato Marco Consalvo, responsabile della comunicazione di Sai Platform –  che aggrega oggi più di 90 membri, non solo della trasformazione ma anche cooperative agricole, retailer o anche fornitori di attrezzature per l’agroindustria”.

Ortaggi coltivati in campo aperto con meno fertilizzanti, acqua ed energia

Le verdure vengono coltivate solo “in pieno campo” , raccolte e surgelate in tempi brevissimi: i piselli, ad esempio, vengono congelati entro tre ore dalla raccolta. “Come ha spiegato Fabrizio Fontana, responsabile degli agronomi – ci impegniamo per ottimizzare la gestione delle risorse, minimizzare l’impatto ambientale, preservare la fertilità del terreno e valorizzare il rapporto con gli agricoltori”. Attraverso la rotazione delle colture, ad esempio, Findus migliora la fertilità del suolo ad esempio il pisello viene ricoltivato solo dopo 3 o 7 anni.

Oltre a questo, grazie ad un monitoraggio

continuo che consente di conoscere la reale necessità delle piante, si è potuto ridurre significativamente l’utilizzo di concimi. Ad esempio nel caso degli spinaci dove, negli ultimi 20 anni, l’uso è stato ridotto del 20%, a fronte di una resa invece cresciuta del 18%.

Findus si è inoltre impegnata da tempo nella riduzione del consumo di acqua ed energia prediligendo, laddove possibile, l’irrigazione a bassa pressione e localizzata. Rispetto a quello tradizionale per aspersione questo innovativo sistema consente un notevole risparmio d’acqua e di energia (ad esempio rispettivamente -28,5% e -36%, nel caso dei pomodori).

La filiera Findus coinvolge quasi 700 aziende agricole italiane

Findus lavora con 672 aziende agricole italiane e con molti di queste esiste una relazione che dura da decenni (ad esempio, la durata media delle collaborazioni nell’Agro Pontino è di 24 anni). Viene siglato un contratto annuale di coltivazione con gli agricoltori prima della semina o del trapianto della coltura, in cui vengono specificati i volumi, il prezzo e la qualità. In alcune colture più a rischio (ed esempio gli spinaci) Findus concede un indennizzo agli agricoltori in caso di mancato raccolto per motivi climatici. A livello globale Findus collabora con 1.359 agricoltori più le loro associazioni per un totale di 6.433 ettari coltivati.

“Ogni anno lavoriamo 50 mila tonnellate di prodotti agricoli  italiani nello stabilimento di Cisterna di Latina. Le 5 verdure del Minestrone Tradizione arrivano da solo da aree italiane – ha spiega Renato Roca, direttore marketing Findus annunciando anche che il percorso di sostenibilità verrà comunicato sul packaging da settembre di quest’anno.

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