Dopo anni di contrazione, i volumi di frutta e verdura tornano a crescere in Italia. Nel primo semestre, le vendite hanno registrato un incremento del 5,7% per gli ortaggi e del 4,3% per la frutta rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia si tratta di un recupero non ancora sufficiente a tornare ai livelli del 2019, ma abbastanza da interrompere il declino. A guidare la ripresa non sono i prodotti più tradizionali, bensì quelli percepiti come funzionali e salutari. Nell’ambito della frutta, a trinare la crescita sono le categorie altra frutta fresca (+60,9%), avocado (+37,4%), frutti di bosco (+30,1%), pompelmi (+24,7%), mandarini (+22,6%) e banane (+13,2%). Sul fronte ortaggi, invece, i più dinamici sono pomodori ciliegino (+33,1%), cetrioli (+23,8%), cavoli (+21%), zucchine (+12,1%) e peperoni (+11,2%). A questi si aggiunge l’exploit della frutta esotica, che nel complesso segna un +55% su base annua, con il mango in crescita del 116% e l’avocado del 45%. Prodotti che fino a pochi anni fa erano di nicchia entrano stabilmente nel carrello delle famiglie.
La svolta fr-healthy
Il Rapporto Coop parla di una nuova era “fr-healthy”, dove fresco, healthy e funzionale diventano le parole d’ordine. La metà degli italiani (57%) considera un’alimentazione sana il primo requisito per mantenersi in forma, più ancora di sport e integratori, mentre il 71% dichiara di leggere abitualmente le etichette nutrizionali. Nei prossimi 12-18 mesi, il 30% dei nostri connazionali prevede di aumentare gli acquisti di prodotti salutari, il 24% di alimenti a basso contenuto di zucchero e il 23% di cibi poveri di grassi. Si riduce invece la propensione verso snack dolci, merendine e ultraprocessati. Accanto a frutta e verdura, crescono altri driver funzionali: latte fermentato e kefir (+27%), yogurt greco colato e skyr (+26%), olio extravergine di oliva (+21%), frutti di bosco (+20%).
Il bio torna a correre e si affermano nuove scelte valoriali
Il biologico, torna a correre più del totale alimentare, spinto da fresco e ortofrutta. Il fenomeno non è più elitario: al Sud e in Sicilia il bio cresce di quasi tre volte la media nazionale. Dal report emerge che 8,4 milioni di italiani dichiarano di voler aumentare gli acquisti bio nei prossimi mesi. Il consumatore bio privilegia la dieta mediterranea (31%), i prodotti locali e a Km0 (28%) e quelli della tradizione italiana (22%), ma emergono anche approcci innovativi come il climatariano, lo zero waste e il reducetariano.
Un altro trend che segna l’anno è la “febbre proteica”. Oltre sei milioni di italiani seguono regimi ad alto contenuto proteico, dalle diete chetogeniche a quelle “no carbs”, e cinque milioni dichiarano di voler incrementare i consumi proteici nei prossimi mesi. Crescono soprattutto le alternative vegetali: la gastronomia plant-based segna un +20,9%, accanto a legumi secchi, uova e pesce. Anche qui l’ortofrutta gioca un ruolo centrale, diventando fonte di proteine vegetali e parte integrante di un menù che unisce salute e sostenibilità.
Infine, la crescita dei freschi si accompagna a un calo della ristorazione (-2,2%) e a un ritorno del consumo domestico, con la tavola che diventa rifugio di benessere e identità.












