Anguria, crescono i consumi delle mini

«L’anguria è passata da prodotto convenzionale a specialità, quindi cresce la richiesta d’innovazione per forma, dimensione e colore sia della polpa sia della buccia – sostiene Marcello Calisesi di Meridiem Seeds –. La tendenza della produzione destinata alla gdo di Gran Bretagna e Scandinavia è consolidata su pezzature piccole, 2-3 kg, come le nostre Chicago F1, Mocambo F1 e Monaco F1, e medio-piccole, 4-5 kg, come MS 090 (Zagor) F1, senza semi (seedless) o con microsemi, ma sempre di alta qualità. Le angurie mini, monodose, o midi, comunque consumabili presto, evitano sprechi o la rapida degradazione estiva. La loro manipolazione è molto facile per gli operatori commerciali e gli acquirenti che non devono compiere sforzi nel caricare l’anguria nel carrello, in auto o nel frigorifero».

Per il mercato italiano gestito dalla gdo, la tendenza del consumo va invece verso angurie rotondeggianti di pezzatura media, circa 6-8 kg, tipo Crimson Sweet, ma le mini e le midi cominciano a farsi strada. Invece il consumo interno locale non controllato dalla gdo (negozi, mercati rionali, ecc.) predilige pezzature più grosse di forma allungata.

«La specializzazione e segmentazione dell’offerta si delinea non solo con la crescita della richiesta di mini e midi angurie, con la diversità di forma, colore della buccia e polpa, ma soprattutto con la definitiva consacrazione delle angurie senza semi. Inoltre su mercati decisivi quali Italia e Spagna, pezzatura e tenuta alla sovramaturazione sono diventati elementi importanti, così come la qualità della polpa, che deve avere colore vivo e intenso, brix elevato, compattezza, ottima tessitura e non deve essere fibrosa».

Le mini angurie con semi (seeded) di pezzatura ridotta (2-3 kg) non costituiscono una rivelazione in termini di innovazione, in quanto esistono da almeno un decennio, ma solamente negli ultimi anni si stanno affermando sul mercato italiano, sottolinea Maurizio Bacchi di Cora Seeds. «Oggi le mini destano grande interesse nei consumatori, che iniziano a preferirle rispetto a un’anguria di 10-12 kg. Le grandi angurie tradizionali sono più difficili da trasportare, da refrigerare, si mantengono solo per breve tempo e spesso non hanno il sapore che ci si attende. Inoltre la famiglia moderna non è composta da numerosi membri come in passato, anzi spesso si è da soli o in coppia e per questo un’anguria tradizionale finisce per essere poi gettata almeno in parte oppure, se comprata a pezzi, soffre di una breve conservazione. Inoltre tali angurie sono un piacere per il palato e sotto il profilo gustativo e organolettico rappresentano un cambio generazionale rispetto a varietà precedenti. Al Sud la superficie a miniangurie con semi è in forte crescita, grazie a varietà innovative come la nostra Nikas F1».

Il consumatore italiano, aggiunge Bacchi, spesso non è a conoscenza delle mini angurie senza semi, «forse perché da un lato sono poco presentate e dall’altro la gdo non le valorizza rispetto alle angurie con semi. Eppure i vantaggi delle mini angurie seedless, come la nostra Denise F1 (2-3 kg), sono numerosi: superiori per qualità organolettica, molto gustose, conservabili più a lungo per l’assenza di semi».

Nella foto MS 090 (Zagor) F1, midi anguria con numero limitato di semi bianchi vuoti di Meridiem Seeds.

 

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