Nettarine, la filiera chiede un cambio di passo

Nelle pesche e nettarine si evidenzia una riduzione delle superfici coltivate, ma un leggero aumento nei volumi. Maggiore focus sul Sud Italia, con varietà più resistenti ai cambiamenti climatici

Forma e pack che si distinguono a scaffale
Forma e pack che emergono a scaffale

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Varietà resistenti ai cambiamenti climatici e più performanti, prodotti che soddisfino meglio le esigenze dei consumatori grazie a caratteristiche distintive e legame con il territorio d’origine, valorizzazione all’interno della rete di vendita. Il mondo di pesche e nettarine sta finalmente mettendo a fuoco gli obiettivi ma è ancora lontano dalle performance raggiunte da altri prodotti nel reparto ortofrutta.

Mancano ancora le politiche di category management, i brand distintivi dotati di una specializzazione verticale sulla categoria (come per le mele ad esempio) capaci di arricchire l’esperienza del consumatore nei reparti ortofrutta con una comunicazione attraente e innovativa.

Qualcosa si sta muovendo lungo la filiera, grazie ad esperienze positive come il progetto Ondine o quello de La Grande Bellezza Italiana con la Pesca di Verona Igp, un riuscito esempio di valorizzazione di filiera e territorio. A questi si devono aggiungere, il brand Saturnia detenuto dall’azienda agricola Eleuteri di Civitanova Marche, importante realtà che per prima ha scommesso sulla nettarina piatta con importanti investimenti su varietà e impianti. Sul fronte delle nominazioni, oltre alla già citata realtà veronese, i nomi che si distinguono sono pochi. Il primo, in termini di numeri e valore commerciale è certamente la Pesca e Nettarina di Romagna Igp, una filiera importante e solida per tutto il territorio sulla quale però gravano i problemi legati alla numerosità delle cultivar ammesse e i cambiamenti climatici. Altri, invece, come la Pesca di Leonforte Igp, pur distinguendosi per unicità e caratteristiche di filiera, rimangono ancora marginali in termini quantitativi e commerciali.

Il nodo cultivar

Tra le drupacee, il pesco risulta essere la specie con il maggior numero di nuove cultivar sul mercato. Negli ultimi anni, il miglioramento genetico si sta concentrando su molteplici aspetti produttivi e qualitativi tra cui la riduzione dell’acidità titolabile favorendo la diffusione di cultivar che producono frutti dal sapore sub-acido, anche se l’altissima disponibilità di cultivar con caratteristiche molto diverse, tende a confondere il produttore nella scelta della cultivar più adatta a mettere a dimora. Sul fronte del rinnovo varietale, pur assistendo alla nascita dei primi club per pesche e nettarine, con progetti ragionati e contestualizzati, manca una linea da seguire da parte delle organizzazioni di produttori (meno sui privati) fondata su analisi attente del mercato e delle esigenze del consumatore.

Secondo gli esperti e gli osservatori del settore il panorama varietale, già ampiamente inflazionato, richiede tagli drastici per favorire le scelte dei produttori ed evitare che i consumatori si affezionino a cultivar che dopo alcuni anni possono sparite. Anche in Spagna, dove si registra un certo affollamento di nomi a livello catastale, le organizzazioni si stanno muovendo verso una razionalizzazione dell’offerta.

Superficie coltivate in riduzione e spostamento verso sud

La superficie complessiva nazionale (impianti in produzione e non) ammonta a circa 55.130 ettari, di cui il 69% è dedicato a pesche e percoche e il restante 31% a nettarine. Il potenziale produttivo vive una fase di depotenziamento, dove si evidenzia una diminuzione della superficie complessiva dell’1,8% rispetto al 2023 e del 5,7% rispetto al 2021.

Al di là dei numeri i dati diffusi dall’Istat relativi al 2024 ci restituiscono un quadro piuttosto articolato. Da una parte è in atto un consistente ridimensionamento del potenziale produttivo nelle regioni peschicole tradizionali, come Campania, Emilia Romagna e Puglia, dall’altro si registra la crescita delle superfici produttive in Sicilia, dove sono maggiormente diffuse le varietà tardive, e in Basilicata, dove si concentrano le varietà precoci. In Calabria si registra una sostanziale stabilità del potenziale produttivo, localizzato soprattutto nella provincia di Cosenza. Secondo Alessio Zannoni, category drupacee di Naturitalia, lo spostamento delle produzioni verso il Sud Italia segue ormai un trend consolidato motivato da una serie di fattori tra cui i cambiamenti climatici (il particolare le frequenti gelate primaverili), i problemi legati alla scarsità di manodopera e il ricambio generazionale. “Negli ultimi anni sono migliorate le condizioni logistiche e infrastrutturali di molte zone del centro sud dove i giovani anche più inclini all’innovazione” conclude Zannoni.

L’offerta europea di pesche, percoche e nettarine nel 2024 è stata di circa 3,4 milioni di tonnellate, in aumento dell’1% rispetto al 2023 (stime Europech 2024). Per quanto riguarda l’Italia, l’offerta complessiva è di circa 967 mila tonnellate (+ 4% su base annua e +7% rispetto ai dati medi dell’ultimo triennio) composta da circa 480 mila tonnellate di nettarine (+8% rispetto al 2023), 425 mila tonnellate di pesche (+1%) e 60 mila tonnellate di percoche (-7%).

Andamento degli acquisti: le nettarine le piu amate dal consumatore

Le pesche, specie prevalente, dal 2020 in poi stanno registrando una certa disaffezione da parte del consumatore italiano, con un impietoso -13,6% in cinque anni, accompagnate però da un’ascesa del prezzo medio di acquisto (pesche e pesche piatte ) che nel 2024 è stato di 2,27€/kg, il +3% sull’anno e del +25% rispetto al 2020.

Situazione contrapposta per le nettarine che vedono una crescita costante nel corso degli ultimi anni tanto da registrare un incoraggiante +12% nel 2024 rispetto al 2023 e un +21% nel confronto con il 2020. In sostegno del trend positivo per le nettarine potrebbe essere intervenuta anche l’inversione di tendenza del prezzo medio che interrompe la crescita e, con 2,32€/kg, le vede acquistate ad importi inferiori del -2% rispetto al 2023. L’indice di penetrazione è in salita per entrambe le specie ma, se per le pesche (66%) il fenomeno è limitato al solo biennio 2023-2024, per le nettarine l’attuale 56% è un risultato che ritroviamo solo andando indietro di almeno un decennio. I canali distributivi più rilevanti, come per tutti i prodotti ortofrutticoli, sono supermercati e discount che recuperano circa 4 punti percentuali di penetrazione, seguiti dai negozi di frutta e verdura e dagli ipermercati che si posizionano solo al quarto posto.

Con la pesca di verona igp la grande bellezza italiana promuove il territorio e il prodotto

“Quello della Pesca di Verona Igp è il progetto pilota da seguire per tutte le produzioni nazionali”. Esordisce così Leonardo Odorizzi, presidente del neonato Consorzio di Tutela, imprenditore e socio fondatore de La Grande Bellezza Italiana, la prima rete di imprese avviata nel settore italiano dell’ortofrutta pochi anni fa.

“Con il progetto “Pesca di Verona Igp” – spiega Odorizzi – abbiamo ridato valore ad un prodotto importante e ad una filiera storica di questo territorio e soprattutto siamo riusciti a coinvolgere anche i giovani”. Oggi questo è diventato un modello virtuoso che può essere replicato in altri territori. La Grande Bellezza Italiana, infatti, sta portando avanti un altro importante progetto sulla pesca in Puglia che, sono certo, potrà dare risultati altrettanto significativi” anticipa Odorizzi.

“Lo scorso anno -spiega Odorizzi-, sono state commercializzate oltre 200 tonnellate di Pesche di Verona Igp. In alcuni punti vendita abbiamo visto raddoppiate le rotazioni giornaliere del prodotto con aumenti percentuali anche a tre cifre e picchi che sono arrivati a 300 colli al giorno in un singolo punto vendita”.

E bene sottolineare che tutte le pesche sono raccolte al giusto stadio di maturazione, confezionate e immesso subito sul mercato, senza attese. La Pesca di Verona Igp può contare su 22 varietà diverse, che si susseguono dalla metà di giugno fino ai primi di settembre, con tre tipologie: precoci, medie e tardive.

“Nonostante i differenti periodi di maturazione, il gusto rimane omogeneo e costante nel tempo, così come la qualità – assicura Odorizzi. In questo modo riusciamo a fidelizzare il consumatore e a soddisfare la grande distribuzione”.

Con il progetto “Pesca di Verona Igp” il metodo sembra essere chiaro e la via da seguire ormai tracciata. Ne è convinto Odorizzi quando descrive i tratti principali. “Per avere successo con una filiera produttiva è necessario disporre di quantitativi sufficienti per garantire alla grande distribuzione un servizio di fornitura continua lungo l’arco dell’anno. Ciò richiede il coinvolgimento di diversi areali produttivi a livello nazionale, dal Veneto, alla Puglia, passando per Emilia Romagna e il Piemonte. Sul fronte produttivo, inoltre, è necessario offrire al consumatore un prodotto con un gusto percepito costante e questo lo si può ottenere solo selezionando cultivar omogenee tra loro. Il punto vendita e la collaborazione con il retailer diventa fondamentale per ottenere risultati costanti e certi. L’esposizione, con isole dedicate e materiale accattivante, fa la differenza e il retailer è il primo a essere contento conclude Odorizzi. Questo vale per la pesca ma anche per tutti gli altri prodotti che commercializziamo come Grande Bellezza Italiana.

The supply chain asks for a change of pace

In the production of peaches and nectarines, a reduction in cultivated areas is evidenced, but combined with a slight increase in volumes. Greater focus on Southern Italy, with varieties more resistant to climate change

Varieties resistant to climate change and better performing, products that better meet consumer needs thanks to distinctive characteristics and links with the territory of origin, valorization within the sales network. The world of peaches and nectarines is finally focusing on its objectives, but is still far from the performance achieved by other products in the fruit and vegetable department.

Category management policies, as well as distinctive brands with vertical specialization in the category (such as apples, for example) capable of enriching the consumer experience in the fruit and vegetable departments with attractive and innovative communication, are still missing.

Something is moving along the supply chain, thanks to such positive experiences as Ondine project or that of La Grande Bellezza Italiana (The Great Italian Beauty), with PGI Peach from Verona, a successful example of valorization of both supply chain and territory. Furthermore, we must add Saturnia brand owned by Eleuteri agricultural company from Civitanova Marche, an important reality that was the first to bet on flat nectarine, with significant investments on both varieties and plants. In terms of denominations, in addition to the aforementioned reality in Verona, there are few names that stand out. The first one, in terms of numbers and commercial value, is certainly PGI Peach and Nectarine from Romagna, an important and solid supply chain for the entire territory, which, however, is burdened by problems related to the number of permitted cultivars and climate change. Others, however, such as the PGI Peach from Leonforte, while standing out for their uniqueness and supply chain characteristics, still remain marginal in quantitative and commercial terms.

The issue of cultivars

Among stone fruits, peach tree proves to be the species with the greatest number of new cultivars on the market. In recent years, genetic improvement has been focusing on multiple productive and qualitative aspects, including the reduction of titratable acidity, favoring the spread of cultivars that produce fruits with sub-acid flavor, even if the very high availability of cultivars with very different characteristics tends to confuse the producer in the selection of the most suitable cultivar to plant. On the varietal renewal front, despite witnessing the birth of the first club varieties for peaches and nectarines, with reasoned and contextualized projects, there is no line to follow by producer organizations (less so for private individuals) based on careful analysis of both market and consumer needs.

According to experts and observers in the sector, the varietal panorama, already too wide, requires drastic cuts to favor the choices of producers and prevent consumers from becoming attached to cultivars that may disappear after a few years. Even in Spain, where there is a certain crowding of names at the registry level, organizations are moving towards a rationalization of the offer.

Decreasing cultivated surface and shift to southern italy 

The total national surface area (plants in production and not) amounts to approximately 55,130 hectares, of which 69% are dedicated to peaches and percoca peaches and the remaining 31% to nectarines. The production potential is experiencing a phase of weakening, where there is a decrease in the overall surface area by 1.8% compared to 2023 and 5.7% compared to 2021.

Beyond the numbers, the data released by Istat relating to 2024 give us a rather complex picture. On the one hand, there is a significant reduction in production potential in traditional peach-growing regions, such as Campania, Emilia Romagna, and Puglia; on the other hand, a growth in production areas in Sicily, where late varieties are more widespread, and in Basilicata, where early varieties are concentrated, is recorded. In Calabria, there is substantial stability in production potential, located above all in the province of Cosenza. According to Alessio Zannoni, stone fruit category of Naturitalia, the shift of production towards Southern Italy now follows a consolidated trend motivated by a series of factors including climate change (in particular the frequent spring frosts), problems related to the shortage of manpower and generational turnover. Zannoni concluded: ‘In recent years, both logistical and infrastructural conditions of many areas of Central and Southern Italy, where young people are also more inclined to innovation, have improved’.

The European supply of peaches, percoca peaches and nectarines in 2024 was approximately 3.4 million tons, with an increase by 1% compared to 2023 (Europech 2024 estimates). As for Italy, the overall supply is approximately 967 thousand tons (+ 4% on an annual basis and +7% compared to the average data of the last three years), composed of approximately 480 thousand tons of nectarines (+8% compared to 2023), 425 thousand tons of peaches (+1%), and 60 thousand tons of percoca peaches (- 7%).

Purchase trend: nectarines are the most appreciated by consumers

Peaches, the prevalent species, have been experiencing a certain disaffection on the part of Italian consumers since 2020, with a sharp decrease by -13.6% in five years, accompanied however by an increase in the average purchase price (peaches and flat peaches), which in 2024 was €2.27/kg, +3% on the year and +25% compared to 2020.

The opposite situation concerns nectarines, which have seen constant growth over the last few years, so much so as to record an encouraging +12% in 2024 compared to 2023 and +21% compared to 2020. The positive trend for nectarines could also have been supported by the reversal of the trend concerning the average price, which interrupts its increase, and, with €2.32/kg, recorded -2% lower prices compared to 2023. The penetration index is rising for both species, but, if for peaches (66%) the phenomenon is limited to the two-year period 2023-2024 only, for nectarines the current 56% is a result that we find only by going back at least a decade. The most relevant distribution channels, as for all fruit and vegetable products, are supermarkets and discount supermarkets that recover about 4 percentage points of penetration, followed by fruit and vegetable shops and hypermarkets, which are only in fourth place.

With pgi peach from verona, la grande bellezza italiana promotes both territory and product

‘The pilot project of PGI Peach of Verona is the one to follow for all national productions’. Leonardo Odorizzi, president of the newly formed Consortium for the Protection, entrepreneur and founding member of La Grande Bellezza Italiana, the first network of companies launched in the Italian fruit and vegetable sector a few years ago, began with these words.

He explained: ‘Through ‘PGI Peach from Verona’ project we have given value back to an important product and to a historic supply chain of this territory, and above all we have managed to involve young people. Today this has become a virtuous model that can be replicated in other territories. In fact, La Grande Bellezza Italiana is carrying out another important project concerning peach in Puglia, which, I am sure, will be able to produce equally significant results.

Last year, over 200 tons of PGI Peaches from Verona were marketed. In some stores we have seen the daily rotations of the product doubled, with percentage increases even in three figures and peaks that reached 300 packages per day in a single store’.

It is important to underline that all peaches are harvested at the right stage of ripeness, packaged and immediately placed on the market, without waiting. PGI Peach from Verona can count on 22 different varieties, which follow one another from mid-June to early September, with three types: early, medium, and late.

Odorizzi assured: ‘Despite the different ripening periods, its taste remains homogeneous and constant over time, and the same is true for its quality. In this way we can build consumer loyalty and satisfy large-scale distribution’.

With ‘PGI Peach from Verona’ project, the method seems clear and the path to follow seems already outlined. Odorizzi was convinced of this when he described its main features: ‘To be successful with a production chain, it is necessary to have sufficient quantities to guarantee large-scale distribution a continuous supply service throughout the year. This requires the involvement of various production areas at a national level, from Veneto to Puglia, passing through Emilia Romagna and Piedmont. On the production front, furthermore, it is necessary to offer the consumer a product with a constant perceived taste, and this can only be achieved by selecting homogeneous cultivars. Both store and collaboration with the retailer become fundamental to obtain constant and certain results. The display, with dedicated islands and attractive material, makes the difference and the retailer is the first to be happy’. This applies to peaches, but also to all the other products that we market as La Grande Bellezza Italiana.

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