Terremerse, l’Op per l’ortofrutta un volano per crescere #vocidellortofrutta

Dal primo gennaio 2021 la Cooperativa multifiliera, che festeggerà i 110 anni, avrà anche una propria sezione Op Ortofrutta “unica in Italia per dimensioni e caratteristiche” come racconta il direttore generale Emilio Sabatini. Al via un importante progetto di filiera 100% italiana per il nocciolo, con la messa a dimora di 600 ettari in 5 anni. “È in itinere il perfezionamento di un accordo con un grande Gruppo industriale”

Emilio Sabatini, direttore generale della cooperativa Terremerse
Emilio Sabatini, direttore generale di Terremerse

Dal primo gennaio 2021 Terremerse svolgerà l’attività di Organizzazione di Produttori per il settore ortofrutta. Nel corso di quest’anno si è positivamente concluso il percorso di fusione per incorporazione della Op Pempacorer.  Terremerse, che nel 2020 ha già ottenuto il riconoscimento di Organizzazione di Produttori ortofrutticoli per il prodotto da industria da parte della Regione Emilia-Romagna, dal nuovo anno si occuperà della commercializzazione anche per il prodotto fresco, integrando nella propria struttura multifiliera la Sezione Op Ortofrutta.

“L’operazione di fusione offre a Terremerse la possibilità di allargamento della propria azione su territori sui quali a oggi non opera, creando pertanto un volano allo sviluppo delle attività caratteristiche della cooperativa, tra cui la commercializzazione delle orticole” racconta il direttore generale Emilio Sabatini.

Dal primo gennaio 2021 Terremerse diventa Op per il settore ortofrutta. Perché questa scelta?

Sede Terremerse e Pempacorer e della nuova Organizzazione di produttori ortofrutticoli
Sede di Terremerse e Pempacorer e della nuova Op

Siamo sempre stati convinti che competitività faccia rima con aggregazione: per vincere le sfide dell’ortofrutta italiana, dalla sostenibilità all’innovazione, dalla ricerca varietale alla riconquista di un ruolo da protagonista sui mercati esteri, occorrono organizzazione, nuovi modelli e tanto lavoro di squadra a tutti i livelli. Obiettivi che possono essere raggiunti solo superando una visione individualistica e spingendo sull’acceleratore di formule aggregative nuove, capaci di andare oltre la semplice gestione aziendale, che coinvolgano tutti i livelli, da quello commerciale a quello della comunicazione.

Il nostro progetto non è una semplice somma di fatturati e produzioni e non è nemmeno la classica operazione di incorporazione dove uno dei due soggetti si ingloba un altro che naviga in una situazione di dissesto economico-finanziario o che abbia dei problemi di sopravvivenza. Tutt’altro: sia la Cooperativa Terremerse sia Pempacorer godono di ottima salute.

Qual è l’obiettivo?

Mele della Op Terremerse
Mele Terremerse

Il progetto ambisce a dare vita a una nuova realtà operativa che possa rafforzare la propria presenza commerciale sul mercato, potenziare lo sfruttamento di know-how e favorire l’ottenimento di economie di scala, attraverso una Cooperativa unica capace di gestire in forma integrata le produzioni principali dei soci conferenti. E, soprattutto, creare le condizioni per cercare di migliorare la remunerazione dei prodotti conferiti dai soci.

L’operazione di fusione può consentire di integrare e aggiungere alle attività che già Terremerse svolge a favore dei propri soci e clienti (fornitura e valorizzazione prodotti, servizi agronomici e consulenza) le attività proprie della Op, divenendo ancora più “circolare” e attrattiva per le aziende agricole.

La fusione intende pertanto unificare le due Società Cooperative al fine di ottenere l’integrazione dei servizi offerti dalle diverse entità mediante uno sviluppo sinergico dei processi aziendali e la creazione di un’unica struttura organizzativa.

Quanti soci, quali volumi, su quali prodotti e in quali aree verterà la produzione per la sezione Op Ortofrutta? Quale sarà il focus business?

L’operazione di fusione determina un sostanziale cambiamento della struttura della Cooperativa, che conterà di oltre 5.700 soci; il fatturato della sola Terremerse raggiungerà i 200 milioni di euro (dagli attuali 150), mentre quello del Gruppo (di cui fanno parte le società controllate Semìa e Terremerse Nord Est) si attesterà attorno ai 220 milioni. Terremerse, pertanto, è divenuta un’azienda multifiliera (agroforniture, cereali, ortofrutta, carni) con una propria sezione Op Ortofrutta, unica in Italia per dimensioni e caratteristiche. Ciò consentirà a Terremerse anche di allargare la propria azione su territori sui quali a oggi non opera, creando pertanto un volano allo sviluppo delle attività caratteristiche della Cooperativa, in particolare la vendita delle agroforniture, la raccolta dei cereali o la commercializzazione delle orticole.

Terremerse negli ultimi anni ha consolidato la propria presenza nella Valtiberina, dalla provincia di Terni e Viterbo fino a Sansepolcro, Mantova e soprattutto Veneto, in provincia di Verona, con la controllata Terremerse Nord Est. A questi territori si aggiunge un’importante Area sociale in provincia di Latina “proveniente” da Pempacorer. Il focus business è l’integrazione tra i diversi settori.

Pensare multifiliera, agire sostenibile, recita il pay off: quali disciplinari verranno rispettati e come sarà organizzata la filiera dell’ortofrutta?

Pere della Op Terremerse
Pere Terremerse

Abbiamo ritenuto che l’evidente evoluzione della Cooperativa andasse fatta notare in qualche modo anche all’esterno. Per questo è stato deciso di comunicare la nuova identità di Terremerse attraverso un restyling del logo e un rinnovamento del pay off (Territori e mercati in rete). Pertanto oltre all’aspetto grafico, che pur mantenendo la radice del logo attuale (dal 2002) se ne differenzia in modo evidente, il pay off Pensare multifiliera, agire sostenibile sostituisce il pur valido ed effettivo riferimento ai territori e mercati, con ciò che meglio definisce il Dna della Terremerse attuale, ossia l’essere un’azienda multifiliera che agisce secondo regole di sostenibilità.

La sostenibilità non è circoscrivibile nel recinto, sia pur vasto, della tutela ambientale: questa deve coniugarsi con obiettivi di carattere sociale ed economico, in modo equilibrato e virtuoso. La nostra cooperativa si riconosce appieno in questa finalità, promuovendo l’uso razionale dei mezzi tecnici in agricoltura con la convinzione di dare un servizio ai propri soci, cercando di massimizzare la produttività secondo principi di eco-efficienza e tutelando la loro dimensione economica.

In questo contesto, è oggettivo ad esempio che gli agrofarmaci di nuova generazione, studiati per essere sicuri per l’uomo e per l’ambiente attraverso un corretto e razionale utilizzo, aumentino le rese delle colture e ne proteggano la qualità. La dimensione sociale della sostenibilità infine è da intendersi come capacità di garantire a tutti a condizioni eque l’accesso a beni fondamentali, i prodotti agricoli appunto. All’interno della filiera Ortofrutta vengono svolti servizi di aggregazione e commercializzazione dei prodotti, di organizzazione logistica (servizi di trasporto in particolare) e gestione del Piano Operativo per conto dei soci.

Altra novità la nascita della prima filiera del nocciolo: qual è l’obiettivo strategico del progetto? Ci sono accordi industriali con aziende che andrete a servire?

Nocciola prodotta in Italia
Nocciola made in Italy

Terremerse ha avviato un importante progetto sul nocciolo per la messa a dimora di 600 ettari in 5 anni nelle regioni in cui la Cooperativa è più presente: Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Toscana e Umbria, territori vocati per questa coltura. Il Progetto Nocciolo e la volontà di diventare attore importante di una filiera di qualità al 100% italiana si inserisce a pieno titolo negli orientamenti strategici di Terremerse, volti a indirizzare propri soci verso le migliori scelte produttive e ottimizzare i propri servizi agronomici.

Inoltre, tale iniziativa è coerente con la struttura organizzativa che la Cooperativa si è data attraverso la costituzione della Sezione Op Ortofrutta, rientrando tra l’altro il nocciolo nelle valorizzazioni previste dall’O.C.M. per la rendicontazione di spese e investimenti. È in itinere il perfezionamento di un accordo con un grande Gruppo industriale.

Che rapporto pensate di instaurare con la Gdo?

La Gdo è da sempre stato uno dei principali canali di sbocco delle nostre produzioni, sia ortofrutticole sia per il settore carni (Terremerse gestisce anche un Centro lavorazione carni, con annessa macelleria). L’obiettivo è consolidare i rapporti in questa fascia di mercato e possibilmente incrementarli.

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