Hm.Clause, il melone diventa rosso #vocidellortofrutta

L’azienda sementiera ha sviluppato Granato F1, che si distingue per l’inedita colorazione e maturazione tardiva, come racconta Giulia Chiasserini, responsabile commerciale area Umbria, Toscana e alto Lazio

Granato F1, sviluppato da Hm.Clause, quando viene tagliato, diventa rosso per l’ossidazione
Granato F1: quando viene tagliato, diventa rosso per l’ossidazione

Si chiama Granato F1 ed è il nuovo melone retato a polpa rossa, adatto per coltivazioni in pieno campo, frutto della ricerca dell’azienda sementiera Hm.Clause. Un prodotto a maturazione tardiva e che ben si distingue nel banco vendita, come racconta Giulia Chiasserini, responsabile commerciale area Umbria, Toscana e Alto Lazio.

Quali sono i caratteri di Granato F1?

Granato F1 è stato lanciato lo scorso anno. Abbiamo inserito questa varietà per ampliare la gamma del retato a polpa rossa: abbiamo già una cultivar, precocissima, Rubino F1, ideale per la Sicilia, raccolto tra maggio e giugno. Granato F1 allunga il periodo di raccolta, coprendo luglio e agosto.

Come si distingue qualitativamente?

È innanzitutto frutto della ricerca di Hm.Clause. È un’assoluta novità: è a polpa rossa, non la classica polpa arancio, una colorazione inedita per la raccolta in pieno campo. Una volta tagliato, la pigmentazione già rossa diventa ancora più intensa grazie all’ossidazione. Il gusto è dolce e aromatico.

La pianta ha ottima rusticità, produttività, buon vigore e ha un pacchetto di resistenze completo contro oidio e afidi. Il frutto ha forma tondeggiante, che deriva dalle origini Charentais, il brix si mantiene elevato in un periodo difficile quando, con le alte temperature, non è semplice fare della qualità.

Quali vantaggi per produttori e distribuzione?

Granato F1 di Hm.Clause
Granato F1 Hm.Clause

Il produttore con Granato F1 è certo di fare quantità e qualità. È anche una varietà che permette di abbattere i costi di raccolta: la maturazione è concentrata e quando è pronto per la raccolta la colorazione del fondo inizia a schiarire. Ha una shelf-life più ampia rispetto a un classico retato, permettendo di raccogliere in poche passate e avere una prodotto che dopo 5-6 giorni conserva le sue caratteristiche, soprattutto sui banchi della distribuzione.

In quali aree è ideale la sua coltivazione, avete coinvolto i produttori italiani nella fase di lancio?

Abbiamo fatto un Open Day a Viterbo, ad agosto, per mostrare e promuovere la varietà nella zona dell’Alto Lazio. C’è stata molta curiosità. È una varietà che si presta alla coltivazione in pieno campo in tutta Italia. Sono decine le aziende che lo inseriranno nei loro programmi e riesce a distinguersi sia nei mercati sia in diverse insegne di distribuzione. Le aspettative sono buone, c’è interesse, anche se vanno fatti i conti con l’aumento dei costi di produzione e un calo dei consumi che comporta tagli delle superfici a favore delle tipologie classiche.

 

 

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