Latte “non latte” e intelligenza artificiale: il mondo vegetale supera la fantascienza

Appena lanciato negli Stati Uniti da Whole Foods Markets è frutto di un algortimo. Le potenzialità applicative nell'industria alimentare

Una nuova generazione di latte prodotto grazie all’intelligenza artificiale. Potrebbe sembrare una notizia uscita direttamente da un film di fantascienza, ma la società latino-americana di tecnologia alimentare NotCo l’ha resa realtà. Il suo latte vegetale, ottenuto anche grazie ad algoritmi di apprendimento automatico, è stato infatti recentemente lanciato nei punti di vendita Whole Foods Markets di tutti gli Stati Uniti.

Per evitare qualsiasi confusione (e anche eventuali problemi dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea contro l’utilizzo della parola latte per ciò che non è di origine animale, ndr) si chiama NotMilk ed è disponibile in due varietà: NotMilk Whole e NotMilk 2% di grassi. Analogamente ad altri marchi, poi, NotMilk è prodotto con ingredienti di origine vegetale, quali le proteine dei piselli e il concentrato di succo d’ananas.

Una nuova generazione di latte

Ciò che distingue NotMilk da tutti gli altri marchi, però, è proprio la sua origine “smart”. “Il sistema di intelligenza artificiale (chiamato Giuseppe, ndr) gli algoritmi di apprendimento automatico hanno contribuito a rendere il gusto del latte vegetale quasi identico a quello del latte di origine animale”, ha spiegato il Ceo e fondatore di NotCo, Matias Muchnick, che ha aggiunto: “Siamo sempre stati convinti dell’importanza del gusto. E, se non si fornisce il gusto al giusto prezzo, non si può competere con quello che si cerca di replicare o di sostituire”.

Insomma, una nuova generazione di latte che ha il sapore del latte, si mescola e si cuoce come il latte, ma è a base di piante.

La produzione di NotMilk

“Sappiamo quanto sia potente l’industria lattiero-casearia -ha continuato Muchnick- Così abbiamo pensato a questo messaggio trasparente per il consumatore, dicendogli subito che non siamo latte. Abbiamo tutto ciò che si chiede al latte e niente di quello che non si vuole”, ha detto.

Il processo di sviluppo di NotMilk ha richiesto circa 10 mesi. “Avevamo bisogno di capire le connessioni tra i componenti molecolari del cibo e la percezione umana di gusto, consistenza, odore e colore -ha ricordato il Ceo -. Così abbiamo creato questo algoritmo per prevedere quale combinazione di ingredienti vegetali avrebbe portato alla stessa esperienza sensoriale del latte”.

“Giuseppe” ha prodotto diverse versioni di latte di origine vegetale. Il team di NotCo ha poi testato il gusto di ogni prodotto e dato un feedback, che l’algoritmo ha utilizzato per perfezionare la versione. NotCo non si fermerà a Notmilk. “L’intelligenza artificiale può essere applicata come soluzione a tanti problemi dell’industria alimentare – ha concluso Muchnick – Stiamo solo iniziando a comprendere la portata di questo strumento e l’industria vegetale ha molte potenzialità”.

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