Dal primo ottobre più facile l’export di mele italiane in Vietnam

Conclusa positivamente la revisione del protocollo fitosanitario. La soddisfazione di Cso Italy Alleanza delle Cooperative Italiane, Assomela e Fruitimprese

Si è conclusa positivamente la revisione del protocollo per l’export di mele italiane in Vietnam. Lo annuncia Cso Italy, a nome anche degli altri organismi che hanno lavorato al raggiungimento di questo risultato, Alleanza delle Cooperative Italiane, Assomela e Fruitimprese. Insieme hanno collaborato con l’Ufficio del Servizio Fitosanitario Centrale del Masaf e i Servizi fitosanitari regionali di Emilia-Romagna, Piemonte e Trentino Alto Adige.

“Un ringraziamento particolare -sottolineano Cso Italy, Alleanza delle Cooperative Italiane, Assomela e Fruitimprese- va al Masaf e all’addetto agricolo della nostra Ambasciata in Vietnam, Renzo Moro, che ci ha guidati al risultato, facilitando il dialogo e la reciproca comprensione”.

L’accordo: migliorati i parametri del trattamento a freddo

Dal primo ottobre sarà dunque più facile esportare le mele italiane nel Paese asiatico. “La revisione – spiega Simona Rubbi, responsabile legislazione e progettazione di Cso Italy – si è resa necessaria per migliorare alcuni aspetti che nel 2018 avevamo dovuto accettare per poter chiudere l’accordo. Mi riferisco allo specifico requisito degli 84 giorni (12 settimane) di trattamento a freddo. Dopo scambi, realizzazione di prove, dimostrazioni scientifiche, i vietnamiti hanno accettato la nostra richiesta di prevedere, in alternativa, anche il trattamento a freddo, sia in transito che prima della partenza, con una combinazione tempo/temperatura sostenibile ed efficace, ovvero 0.8 °C (±0.7 °C) per almeno 14 giorni consecutivi”.

Oltre ad aver migliorato i parametri del trattamento a freddo, è stato ottenuto che le nuove condizioni siano applicabili già a partire dal primo ottobre prossimo. Quindi gli operatori inseriti negli elenchi predisposti prima dell’avvio della campagna commerciale, potranno beneficiare delle nuove condizioni.

“Al momento le autorità vietnamite non hanno richiesto nulla circa la possibile visita ispettiva prevista dal protocollo. Per parte italiana abbiamo già definito un programma accordato con Ministero, servizi fitosanitari regionali e le strutture da visitare: nel caso lo chiedessero saremo pronti ad accoglierli”.

 

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