Coldiretti: l’Europa deve dire no al mais Ogm

La quinoa tollera la siccità e consuma molta meno acqua rispetto al mais
La quinoa tollera la siccità e consuma molta meno acqua del mais

La mela che non annerisce, il pomodoro viola contro le infiammazioni, il riso multivitaminico: non credete a questi e altri presunti “miracoli” dei prodotti biotecnologici, avverte la Coldiretti. L’associazione degli imprenditori agricoli torna a boicottare le coltivazioni Ogm, sulla scia del rapporto pubblicato dall’International service for the acquisition of agri-biotech applications (Isaaa), l’organizzazione no profit che promuove le nuove frontiere dell’agricoltura transgenica. Il giudizio di Coldiretti è senza appello, perché gli Ogm in commercio, si legge in una nota, «riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone), diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini».

In Europa la situazione è piuttosto intricata. Solo cinque Stati membri su 28 (Spagna, Gran Bretagna, Estonia, Svezia e Finlandia) sono favorevoli alla coltivazione del mais 1507 geneticamente modificato. Questo gruppo, aiutato dalle astensioni di Belgio, Portogallo, Repubblica Ceca e Germania, ha vinto per ora la sua battaglia, perché il fronte del no ha mancato la maggioranza qualificata necessaria a bloccare il via libera della Commissione Ue. Così dodici Stati, tra cui l’Italia, hanno inviato una lettera congiunta al commissario alla Salute, Tonio Borg, chiedendo di ritirare la proposta dell’esecutivo. Come ha commentato Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, gli Ogm «non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del made in Italy». La linea che potrebbe passare in Europa è quella del compromesso, con una direttiva che autorizza la coltivazione del mais modificato, lasciando però ai singoli Stati la facoltà di concedere o negare tale autorizzazione sul proprio territorio.

Secondo gli ultimi dati dell’Isaaa, intanto, le nuove colture biotech hanno superato 175 milioni di ettari nel mondo nel 2013, con gli Stati Uniti a guidare la classifica (70 milioni di ettari, il 40% del totale). Gli Stati Uniti, per la prima volta, hanno piantato del mais transgenico resistente alla siccità. Sono però i Paesi emergenti a crescere di più, avendo aggiunto più ettari di coltivazioni Ogm rispetto alle economie industrializzate. I vantaggi delle piante geneticamente modificate, prosegue la nota dell’Isaaa, sarebbero numerosi: minori costi produttivi e rese maggiori, riduzione nell’uso di pesticidi e fertilizzanti, possibilità di coltivare in zone aride o con altri problemi ambientali, alleviando la povertà di milioni di contadini. L’estensione delle piantagioni Ogm in Europa rimane modesta, secondo il rapporto, con 148.000 ettari di mais aggiunti nel 2013 in cinque Paesi, perlopiù concentrati in Spagna (quasi 137.000 ettari).

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