La campagna 2025 dell’anguria è iniziata in maniera regolare nei tempi e con prezzi leggermente superiori ai due anni precedenti per poi ridimensionarsi.
Il mese di maggio è stato piuttosto fresco e piovoso ed è trascorso senza il caldo adeguato per piante e i frutti, che non hanno raggiunto un buon grado brix di dolcezza. A giugno poi, un improvviso innalzamento delle temperature ha causato la scottatura dei cocomeri e, in particolare nelle aree produttive del Sud, svariati ettari di angurie sono stati abbandonati in quanto i frutti risultavano compromessi qualitativamente.
Il clima condiziona i consumi di anguria all’estero
Sempre il clima ha condizionato anche i consumi: dal punto di vista meteorologico, giugno è stato il mese migliore, ma non è stato un buon momento per la qualità dei frutti. Probabilmente proprio in quella fase si è determinata una disaffezione al consumo, rafforzata poi da un clima poco invitante nei mesi successivi di luglio e agosto, specie anche all’estero, nei Paesi del Nord ed Est Europa, principali destinatari del nostro prodotto. Questa situazione ha determinato un eccesso di offerta sul mercato domestico, con domanda decisamente ridotta rispetto a stagioni precedenti. La conseguenza è stata lo stabilirsi di prezzi sensibilmente al di sotto della media degli anni scorsi.
Cresce la produzione all’aria aperta per l’anguria

Nell’ultimo decennio vi è una lenta ma costante crescita della produzione in piena aria, che è quasi raddoppiata. Si presenta invece altalenante la produzione in serra, che vede un picco nel 2022 con circa 150.000 tonnellate, per poi ridimensionarsi su volumi più contenuti di circa 110 mila tonnellate nel 2024.
Italia campione di export di anguria
Le produzioni precoci di Grecia, Turchia e ancor prima quelle africane, entrano in forte competizione con quelle nazionali coltivate in coltura protetta disincentivandone talvolta l’esecuzione ma l’Italia è un Paese esportatore di angurie. La produzione nazionale, cresciuta di circa il 50% nell’ultimo decennio, ha trovato facile sbocco nei Paesi europei dell’Est, sia a inizio stagione per il prodotto siciliano che in piena stagione con quello della provincia di Mantova. La produzione è stata abbondante nel 2024: ciò ha consentito un incremento di quasi il 20% in volume delle esportazioni e una riduzione di oltre il 36% delle importazioni.












