Sanzioni a Israele, l’impatto sull’ortofrutta

L’Ue importa soprattutto datteri, avocado, agrumi, frutta tropicale. Si stima 227 milioni di euro in dazi

La Commissione Ue
La Commissione Ue "punisce" Israele

L’ortofrutta e i prodotti agricoli importati da Israele potrebbero avere tariffe daziarie più alte. La Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure in cui propone la “sospensione parziale” delle disposizioni commerciali dell’Accordo di associazione Ue-Israele. Nessuna certezza sulla sua applicazione, visto che la proposta dovrà essere approvata dal Consiglio a maggioranza qualificata (al momento sarebbero contrari Italia, Germania, Austria, Ungheria e alcuni Paesi dell’Est Europa). E rischia di essere lettera morta.

Il rapporto import-export

Oggi il 63% dell’export israeliano entra nell’Ue a dazio zero. Le misure con tariffe più alte si applicheranno sul restante 37%, pari a 5,8 miliardi di euro nel 2024, su un totale di 15,9 miliardi che per Israele significa circa un terzo del valore delle sue esportazioni. La stima è un impatto di circa 227 milioni di euro di dazi, dove a essere colpiti sarebbe soprattutto i prodotti agricoli.

D’altra parte anche l’Ue potrebbe a sua volta essere colpita da dazi sulle esportazioni in Israele. Ma dei 26,7 miliardi  di controvalore oltre il 70% dei beni già oggi è a dazio zero. E Israele rappresenta solo lo 0,8% del suo commercio globale.

I possibili prodotti colpiti

Nel 2024, l’Ue ha importato 527,75 milioni di ortofrutta (su 16 miliardi totali). Tra i prodotti più rilevanti la frutta fresca, come agrumi (soprattutto arance e pompelmi), meloni, frutta tropicale, datteri, fichi, avocado, melagrane, pomodori e peperoni.  A sua volta l’Ue ha esportato verso Israele prodotti ortofrutticoli per 117,38 milioni, tra cui mele, cipolle e aglio.

.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome