Bimi, la brassica dolce punta sull’Italia con un’espansione distributiva e strategica

Bimi, la nuova varietà di broccolo, nata dall'innovazione della Sakata Seed Company, attua una strategia focalizzata sulla produzione concentrata in Calabria e sul valore aggiunto per il consumatore

Credits Silvia Pozzati

Bimi, la brassica ibrida più tenera di un broccolo, meno fibrosa e più dolce, è frutto di un incrocio naturale sviluppato in Giappone dalla Sakata Seed Company oltre vent’anni fa. La formulazione è ottenuta tramite l’incrocio di broccolo e kailan, che lo rende estremamente versatile in cucina e privo del forte odore solforoso tipico del broccolo tradizionale. Ora prova a riproporsi in Italia attuando scelte di filiera e una strategia distributiva precisa.

Dopo il successo riscosso nel Nord Europa, con l’Olanda al 20,7% delle quote di mercato seguita dalla Germania (15,7%) e dalla Norvegia (11,5%), il Bimi inizia ad essere apprezzato anche in Spagna, Francia e Portogallo, puntando per i prossimi anni allo sviluppo del mercato italiano. A entrare nei dettagli, Alberto Alapont, responsabile dello sviluppo commerciale per Italia, Portogallo e Spagna di Bimiin occasione del lancio del 15° World Food Photography Awards, di cui Bimi è sponsor, un evento che sottolinea ulteriormente l’attenzione del marchio alla gastronomia e alla qualità visiva.

Espansione distributiva e il ruolo chiave della produzione calabrese

L’annata commerciale 2024 ha restituito risultati positivi con l’avvio di collaborazioni con retailer nazionali di rilievo in Italia tra cui Esselunga e Coop Nord Est. Per il biennio 2025-2026 ci sono nuovi piani di sviluppo. La campagna sarà sostenuta a livello distributivo dalla partnership strategica con Riverfrut, un attore chiave nel comparto ortofrutticolo italiano. Il rafforzamento della rete di vendita è evidente: da quest’anno il prodotto si potrà trovare anche in catene come Conad, Lidl, Eurospin, Tigros e nel retail servito da Italbrix. “Stiamo lanciando il prodotto basando la nostra strategia sia sui mercati all’ingrosso sia sui retailer” conferma Alapont. Gli obiettivi in Italia, come ci spiega Alapont, sono chiari e localizzati: “l’idea è quella di offrire al consumatore italiano un prodotto con un valore aggiunto, un’evoluzione nobile del broccolo tradizionale”.

Un elemento distintivo della strategia 2026 è la concentrazione della filiera. Inizialmente prodotto in diverse regioni italiane, ora il Bimi si coltiva solo  in Calabria. “Questo consolidamento è un fattore un fattore strategico di primaria importanza che mira a rassicurare il consumatore sull’origine del prodotto e a sostenere la filiera locale” afferma Alapont. Tuttavia, il successo dell’ultimo anno e l’espansione nella gdo ha portato anche a un ricorso selezionato all’importazione del Bimi dalla Spagna per sopperire alla crescente domanda, garantendo la continuità dell’offerta.

Il licenziatario esclusivo per il Bimi in Italia è Cinana Vibes, il cui amministratore delegato, Lamberto Giovanardi, sottolinea l’impatto sulla filiera e sul territorio: “Il Bimi viene raccolto a mano perché è un prodotto senza scarto. Questa specificità nella raccolta è la principale sfida operativa, ma in Calabria si è avviato un sistema efficiente che è nostro obiettivo implementare ulteriormente in termini anche di sostenibilità”. Questo approccio garantisce non solo qualità, ma anche un impatto positivo sull’occupazione locale. Il Bimi viene subito confezionato flow pack da 150 grammi e distribuito in diverse insegne tra cui Lidl, che attualmente assorbe l’intera produzione calabrese.

Superare l’ostacolo culturale con il marketing

Uno degli ostacoli allo sviluppo del mercato rimane la percezione culturale del broccolo. Il Bimi si presenta come una soluzione innovativa: “è un prodotto molto versatile che offre diverse opzioni in gastronomia e soprattutto è un cibo salutare e taste-friendly” ci spiega Alberto Alapont. Per superare la diffidenza, l’azienda ha avviato un piano di investimenti in comunicazione e marketing con SG Marketing. “Pur avendo una strategia globale, è fondamentale capire la cultura gastronomica di ogni paese, adattando i messaggi ai trend e alle tradizioni”.

A livello di educazione alimentare, l’azienda ha già esperienza con campagne di sensibilizzazione rivolte ai bambini, come il progetto spagnolo “La Pandi”, che usa cartoon con i personaggi Bee e Me (due steli) per educare i bambini al consumo di frutta e verdura. “L’educazione è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per iniziare a consumare prodotti più sani” conclude Alapont, sottolineando come l’investimento nella base del consumo sia un pilastro della strategia di crescita a lungo termine del brand in Italia.

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