La stagione 2025 delle ciliegie si è rivelata particolarmente complessa ma nel contempo positiva per Agrintesa (società del gruppo Alegra), un successo attribuibile a una produzione regolare soprattutto nell’areale di Vignola, in contrasto con altre regioni italiane e paesi europei che hanno subito perdite significative a causa delle condizioni climatiche avverse, in Puglia per esempio si stima un calo di produzione del 70%. Questo vantaggio ha permesso ad Agrintesa di valorizzare ulteriormente la qualità delle ciliegie di Vignola Igp, areale in Emilia Romagna, un prodotto di nicchia ma di eccellenza riconosciuta nel panorama cerasicolo mondiale. Ne abbiamo parlato con Enrico Bucchi, direttore generale di Valfrutta Fresco (Gruppo Alegra), e Valter Monari, direttore del Consorzio della Ciliegia di Vignola Igp.
“Nonostante le ciliegie rappresentino solo una piccola percentuale (5%) della superficie coltivata dai soci Agrintesa -dice Bucchi-, hanno un peso notevole sui fatturati, contribuendo per il 7-8%, inoltre ciliegia segna l’inizio della stagione commerciale, ed è una referenza strategica per presentarsi ai clienti prima del picco di referenze disponibili tra agosto e novembre”. Questa rilevanza economica spinge l’azienda a investire costantemente in questo prodotto, considerato un vero e proprio “biglietto da visita”.
Il successo della ciliegia per il pubblico italiano
Una ricerca condotta da NielsenIQ per Agrintesa, presentata anche in occasione dell’evento Connessioni a maggio, ha rivelato dati interessanti sulle preferenze dei consumatori italiani. Un italiano su tre considera la ciliegia il proprio frutto preferito, nonostante la sua stagionalità limitata a circa sei-otto settimane all’anno. La ciliegia è percepita come una “coccola”, un piccolo vizio legato più al piacere che all’aspetto salutistico, rimanendo così impressa nella memoria dei consumatori. La sua spiccata dolcezza, tra le più alte nella categoria frutta per contenuto zuccherino (gradi Brix), e la facilità di consumo la rendono un prodotto estremamente apprezzato.
Il ruolo del consorzio di tutela della Ciliegia di Vignola Igp
Il marchio “Vignola” non è solo un’indicazione geografica, ma un vero e proprio “brand di qualità” con una storia di oltre 50 anni, nato a metà degli anni ’60 con il Consorzio di tutela e con la denominazione ottenuta nel 2013. Questo conferisce al prodotto un “posizionamento premium” e lo rende un riferimento nel mercato, particolarmente apprezzato nel nord-ovest d’Italia e in Toscana, oltre ovviamente nell’area di produzione.
Valter Monari ha parlato del ruolo del Consorzio puntando l’attenzione sulla dimensione e altezza degli alberi di ciliegio, pensati ora per garantire una lavorazione più sicura e comoda e delle coperture, introdotte dal Consorzio già nel 1996, che hanno offerto un doppio vantaggio: “garantire il mercato e garantire reddito al produttore”. La ricerca è inoltre orientata a trovare varietà resistenti agli insetti e alla pioggia, per ridurre i costi e l’impatto ambientale, come dimostrato dalla sperimentazione di coperture multifunzionali che hanno permesso di ridurre i trattamenti insetticidi del 70% in tre anni.
La visita in campo e nello stabilimento post raccolta di Agrintesa
La cura del dettaglio, “dal campo al punto vendita”, è un elemento chiave per il successo della ciliegia, un frutto che richiede un’enorme attenzione nella lavorazione. Abbiamo visitato azienda agricola Ripa di Sotto a Vignola, la più importante per ettari, 16, tra quelle associate, dove i frutti vengono raccolti manualmente e riposti con cura in cassette. Successivamente, le ciliegie vengono trasferite in magazzino per un raffreddamento immediato, volto a preservarne le caratteristiche. La selezione avviene tramite un impianto all’avanguardia con visori ottici e telecamere che suddividono i frutti per colore e calibro, scartando quelli difettosi, prima di passare alla fase di confezionamento. L’intera filiera mantiene una catena del freddo rigorosa per garantire che le eccezionali qualità del frutto giungano intatte nei negozi e nel reparto ortofrutta e sulle tavole dei consumatori.
Le varietà di ciliegia che si coltivano nell’areale di Vignola
Nel territorio di Vignola, la coltivazione delle ciliegie si concentra su varietà tradizionali, ma integra anche nuove cultivar. Tra le varietà tradizionali si trovano Early Bigi, Big Robur, Latte e Mora di Vignola. A queste si affiancano varietà più recenti, come quelle della serie “Sweet” sviluppate dall’Università di Bologna e quelle della serie “Royal”. Questa combinazione di varietà tradizionali e nuove permette di estendere significativamente il periodo di produzione e raccolta delle ciliegie. La raccolta inizia solitamente intorno a metà maggio con le varietà più precoci e può proseguire fino agli ultimi giorni di giugno o ai primi di luglio.
L’adozione di un calendario produttivo diversificato, con varietà precoci, intermedie e tardive, come Samba, Grace Star, Ferrovia, Lapins, Staccato e Regina, assicura una raccolta continua e scalare. Questo è un aspetto cruciale per ottimizzare l’impiego della manodopera, che è sempre più difficile da reperire, consentendo ai lavoratori di passare da una varietà all’altra senza interruzioni.
La questione del packaging nel mondo delle ciliegie
Attualmente, il formato più richiesto dal mercato è la vaschetta o vassoio da 500 grammi. Agrintesa predilige l’utilizzo di vassoi in Pet (plastica riciclata), che permettono la visibilità del prodotto, garantiscono la massima igiene e favoriscono il mantenimento dello scambio termico, prevenendo aumenti di temperatura e danneggiamenti. Negli anni, l’azienda ha introdotto altre soluzioni di packaging, come un bicchiere da 250 grammi, con l’obiettivo di promuovere il consumo delle ciliegie al di fuori dei pasti principali. Questo formato rende il frutto facilmente trasportabile e lavabile, favorendone il consumo in contesti diversi come l’ufficio, la palestra o qualsiasi altro momento della vita quotidiana.
Sul prossimo futuro e in particolare sul regolamento Ppwr allo studio in Europa che vorrebbe vietare l’utilizzo della plastica, “Chiudere il prodotto in contenitori opachi, come la carta -sottolinea Bucchi., ridurrebbe drasticamente lo scambio termico e aumenterebbe l’incidenza di problemi di conservazione. Ad oggi, il Pet rimane la soluzione migliore per allinearsi agli altri paesi, nonostante la sfida impegnativa di trovare alternative”. Il Consorzio della Ciliegia di Vignola Igp sta infine promuovendo iniziative per valorizzare ulteriormente il prodotto e la sua reputazione con iniziative di comunicazione e marketing mirate. Tra queste, una collaborazione con la Croce Rossa Italiana, che venderà le ciliegie di Vignola vendute in beneficenza in oltre 50 piazze del Lazio, con l’obiettivo di estendere l’iniziativa a livello nazionale nei prossimi anni.