“I rifornimenti di semi, con la nostra casa madre in Olanda, continuano regolarmente. Abbiamo nel nostro magazzino di Bologna tutto il necessario per affrontare i prossimi mesi”. Andrea Launeck, managing director di Rijk Zwaan Italia, tranquillizza sull’emergenza Coronavirus e rilancia. “Italia Paese chiave, nessuna intenzione di rallentare il passo, investiamo il 30% del fatturato in programmi di ricerca e sviluppo”. Certo non mancano le difficoltà e i timori per il futuro: “La manodopera può essere un collo di bottiglia. Anche il trasporto può essere un fattore limitante, principalmente per l’export”.
Che futuro ci attende?
“Stiamo vivendo un momento estremamente complesso, pieno di incertezze dovute alla poca conoscenza di questo nemico invisibile. Allo stesso tempo abbiamo orizzonti temporali di brevissimo periodo perché l’impatto sulla nostra comunità può variare di settimana in settimana. Prevedere il futuro e la sua evoluzione diventa un esercizio molto arduo e le relative pianificazioni vengono stravolte. Detto questo, ci stiamo impegnando al massimo come Rijk Zwaan in Italia, a dare il nostro contributo per sostenere i nostri agricoltori e la filiera alimentare”.
L’approvvigionamento di semi per i produttori è garantito?
“La nostra operatività è piena e i rifornimenti di semi con la nostra casa madre in Olanda continuano regolarmente. Abbiamo nel nostro magazzino di Bologna tutto il necessario per affrontare i prossimi mesi. Ovviamente abbiamo avuto qualche difficoltà di spedizioni nelle aree più toccate, ma anche grazie al lavoro encomiabile dei corrieri, cui faccio personalmente un plauso, si è ripreso a consegnare praticamente in tutte le aree”.
Quali accorgimenti di sicurezza sono stati presi nelle campagne per tecnici e lavoratori, nel rapporto coi partner?
“A livello dei nostri uffici di Bologna abbiamo ridotto al massimo il numero delle persone che fisicamente vanno in sede a lavorare, favorendo il lavoro da remoto laddove possibile di tutto il personale. Abbiamo per fortuna una sede nuova, dimensionata per le future ambizioni di crescita e questo ha facilitato il distanziamento tra le poche persone rimaste. Ovviamente abbiamo seguito tutte le direttive del ministero.
All’esterno abbiamo ridotto la mobilità dei nostri tecnici se non per attività strategiche, ma nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e della disponibilità di chi ci ospita. Mascherine, guanti e distanziamento sono la normalità di questi tempi, cui ci atteniamo scrupolosamente. Sicuramente si hanno maggiori interazioni telefoniche rispetto a prima. Ma posso anche aggiungere con orgoglio che mai come adesso i nostri tecnici commerciali, un solido riferimento per i nostri produttori, vengono interpellati per condividere dubbi e incertezze e avere confronti professionali su come muoversi per il futuro”.
C’è difficoltà a reperire manodopera?
“Sicuramente la manodopera può essere un collo di bottiglia per le produzioni in essere e future, specialmente laddove gli operatori stagionali sono ritornati nel loro Paese di origine e non riescono o non vogliono più tornare. Anche il trasporto però può essere un fattore limitante, principalmente per l’export su più lunghe distanze e per la merce più deperibile”.
È previsto un taglio degli investimenti in ricerca?
“Assolutamente no, l’Italia è e rimane un Paese chiave per Rijk Zwaan e siamo una delle poche realtà nel panorama sementiero che investe circa il 30% del fatturato in programmi di ricerca e sviluppo. L’Italia ha un peso importante nelle attività del Gruppo e non abbiamo nessuna intenzione di rallentare il passo”.
Quali sono i problemi futuri per l’emergenza Coronavirus?
“Mai come adesso è difficile fare previsioni. Prima si riesce a impostare una graduale ripresa e meglio è, ma dobbiamo anche essere consapevoli di non vanificare gli sforzi fatti finora. Prevedo comunque una contrazione anche del mercato agricolo: già adesso vedo i produttori ridurre i loro programmi, giustamente, per evitare investimenti che potrebbero non generare i ritorni sperati. Purtroppo i flussi turistici sono difficilmente pianificabili e i mercati generali, da cui si servono, continueranno l’attuale sofferenza.
È anche vero che potrebbe esserci maggior consumo di prodotto italiano rispetto al passato e qui la Gdo ha un peso rilevante. Bisogna assolutamente evitare speculazioni e sostenere con prezzi remunerativi gli agricoltori che con coraggio continuano a fare la loro parte. Cambiano le modalità di acquisto di frutta e verdura ma sta cambiando la società. Ne usciremo sicuramente, ma diversi”.
