Nespak: in pensione le bioplastiche

Potremmo chiamarla “snackizzazione”. Il termine non è bellissimo, ma serve a rendere l’idea della direzione che sta prendendo il settore del packaging dell’ortofrutta per soddisfare le esigenze dei produttori, a loro volta alle prese con un mercato sempre più complesso, dove i consumi continuano a calare.

A spiegare le ultime novità in fatto di imballaggi e confezionamento di frutta e verdura fresche è Alberto Maso, direttore commerciale vendite di Nespak, azienda del gruppo Guillin con sede in provincia di Ravenna, attiva nel settore da oltre 50 anni.

«Per quanto riguarda gli imballaggi posso dire che stanno andando definitivamente in pensione le bioplastiche di origine vegetale – spiega Maso – i costi di produzione sono troppo elevati e poi c’è anche un problema etico: non si possono coltivare ettari di terreno a mais per poi utilizzarlo per realizzare imballaggi, quando nel mondo ci sono ancora persone che muoiono di fame». Per una produzione sostenibile, oggi si sta cercando di puntare più che altro sul riciclo delle plastiche tradizionali con il sistema del “closed group”.

Il mercato dell’ortofrutta è sensibile alle stagioni e al clima, sempre più imprevedibile, quindi per il trasporto delle merci si usano ancora imballaggi tradizionali. Una delle esigenze dei commercianti di ortofrutta, soprattutto per la merce destinata all’export, è l’aumento della shelf life, per far arrivare un prodotto di alta qualità su scaffali lontani anche decine di migliaia di km: «Innovare in questo settore non è facile – ammette Maso – perché ci sono norme molto stringenti trattandosi di contenitori di prodotti alimentari. Trattando prodotti ready to eat dobbiamo per forza farli chiusi, ma frutta e verdura sono alimenti vivi, che respirano. Per ora, l’unica vera garanzia per il mantenimento delle caratteristiche organolettiche di un prodotto fresco è il rispetto della catena del freddo».

Al di là della crisi economica, il calo dei consumi di frutta e verdura fresche sembra essere strutturale, soprattutto in Italia. Anche il packaging può avere un ruolo per aumentare l’appeal dell’ortofrutta: «È in crescita la richiesta di contenitori modello snack – conclude Maso – come bicchieri apri e chiudi per rendere facile il consumo di frutta o verdura già pronte e in monoporzione. In questo periodo, ad esempio, alcuni clienti ci hanno chiesto contenitori per pomodorini sgrappolati e frutti di bosco».

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