Conad in crescita punta sui freschi nella sfida all’online

Le otto cooperative attuali si struttureranno in quattro piattaforme territoriali, mentre si studia il giusto approccio all'eCommerce

Dopo il pomodoro a Salerno e la frutta a Forlì, riprende il Grande Viaggio Insieme di Conad con focus su nuove filiere ortofrutticole
Dopo il pomodoro a Salerno e la frutta a Forlì, riprende il Grande Viaggio di Conad con focus su nuove filiere

Leader nel canale supermercati con una quota del 22,4% e nel libero servizio con il 15,6%, Conad crede fortemente agli acquisti alimentari nel “fisico”, soprattutto se ben gestiti puntando sui temi della freschezza e della qualità. Il tema è emerso durante la conferenza stampa di fine anno, misurando le strategie del retailer di fronte alle novità poste dalla digitalizzazione.

La sfida all’online secondo l’Ad di Conad Pugliese

Francesco Pugliese, Ad di Conad

“Da quando è nato, sin dal baratto, il commercio è relazione -afferma Francesco Pugliese, Ad di Conad- soprattutto per i prodotti alimentari, che sia commercio online o offline, ma per questo motivo la prevalenza sarà sempre dalla parte del fisico. Se banalizziamo l’alimentare in termini di offerta di prodotto allora sarà molto più semplice per Amazon rispondere a questa esigenza; se invece continuiamo a mantenere alta la cultura nel mondo dell’alimentare, l’attenzione verso il prodotto, la varietà, la freschezza, allora sarà più difficile per loro”. Probabilmente insomma, i pannolini si venderanno quasi esclusivamente nell’online, ma le melanzane no.

Il mondo Conad si struttura in piattaforme territoriali

Il 2019 sarà anche l’anno di un cambiamento di sistema del mondo Conad che da logiche di localismo metodologico passerà a quelle di piattaforme territoriali: il risultato sarà il passaggio da 8 a 4 cooperative. La prima sarà Conad Nord Ovest, che nascerà dall’unione di Conad del Tirreno e Nordiconad e che diventerà operativa entro l’anno. Anche le altre imprese stanno lavorando in questa direzione per creare delle piattaforme a Nord Est, Sud Ovest e lungo la dorsale adriatica (già strutturata).

Fatturato 2018 in crescita per Conad

Un modello che funziona, visto che Conad chiude il 2018 con un fatturato di 13,4 miliardi di euro, in crescita del 3% a fronte di consumi statici o in diminuzione (Nielsen dice -0,9%). Si avvicina per quote di mercato al leader Coop, portandosi al 12,9%, ma  rafforzando la leadership nel canale supermercati: 22,4% (Fonte GNLC 1° semestre 2018). La rete sarà al centro delle attenzioni del retailer con investimenti pianificati per 1,3 miliardi di euro dal 2018 al 2020. Oggi conta 3.225 punti di vendita con diverse insegne, tra cui anche 26 ipermercati, 240 discount Todis e 20 negozi Sapori e Dintorni, il brand sviluppato sull’onda del successo della marca premium omonima. Il formato supermercato è gestito con una redditività alta da Conad: 6.510 euro al mq, in crescita del 2,4% e al sesto posto in Italia dopo insegne che operano con superfici ben diverse. “L’evoluzione della prossimità è uno dei fattori di successo da sviluppar – afferma il direttore generale di Conad Francesco Avanzini – accanto a quello del retail classico nel supermercato”.

eCommerce: i test di Conad

Rispetto alla strategia legata al canale online, Pugliese ha detto chiaramente che il modello di Amazon è perfetto per le capitali europee, funziona a Milano ma non ha presa nel resto d’Italia. Conad ha messo in campo una serie di test per verificare l’efficacia di proposte di servizio diverse, tra eCommerce con consegna a domicilio, click&collect o spesa in negozio e consegna a casa, oppure tutte e tre le soluzioni disponibili, e il risultato è il trionfo della soluzione più tradizionale, ovvero la consegna a domicilio dopo la spesa in negozio, dalla quale esce vincitore il commercio in senso tradizionale, per chi sa come gestirlo.

L’importanza della sicurezza alimentare

Lungo la conferenza stampa Pugliese si è anche dilungato sul tema della sicurezza alimentare, portata all’attenzione delle cronache dai servizi in Tv delle Iene. “Nella sicurezza alimentare intervengono 5 ministeri e 27 organismi di controllo, con una grande dispersione di costi e overlapping. L’Italia ha la legislazione migliore d’Europa in termini di garanzie per la sicurezza, vengono effettuati da 5 a 6 controlli per ciascun pdv, cui si aggiungono quelli fatti internamente dalle catene di distribuzione. Nel 2017 in tutto ci sono stati 143 mila controlli più altri 100 mila delle catene. In un anno 2 milioni e 300 mila test sui prodotti nella gdo. In media nella gdo ci sono 6,5 controlli all’anno, fuori della gdo invece 0,8 controlli l’anno. Ben vengano, ma c’è necessità di semplificare e ridurre la burocrazia. Noi crediamo di essere nel giusto”.

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