Pomodoro da industria: le difficoltà si concentrano nel fine stagione

La campagna 2018 di lavorazione del pomodoro fresco da industria, attualmente in corso, ha raggiunto livelli critici. Il meteo nel corso delle settimane ha inciso negativamente sul buon andamento della maturazione, influendo pesantemente sulle potenzialità di resa per ettaro in varie zone vocate.

A capo dell’azienda di famiglia, Pasquale Petti

In Toscana, area di produzione che negli anni ha assunto un ruolo di cuscinetto fra Nord e Sud, la stagione è particolarmente difficile anche per cause strutturali. La carenza idrica locale da circa 2 anni sta riducendo la disponibilità di terreni da coltivare a pomodoro. Italian Food, azienda di Gruppo Petti, ha richiamato l’attenzione sullo stato dell’arte complessivo già nel corso delle settimane estive. Il 7 settembre è previsto un incontro presso lo stabilimento di Venturina, con la presenza dell’assessore all’agricoltura, Marco Remaschi, e il direttore della commissione agricoltura, Roberto Scalacci. “Ci aspettiamo nell’occasione che venga ufficializzato un impegno fattivo e concreto da parte della Regione per le opere strutturali che servono a garantire il rilancio della filiera del pomodoro toscano e, possibilmente, l’ufficializzazione dell’avvio delle opere necessarie per una campagna 2019 più serena” afferma il marketing manager dell’azienda, Vera Epifano. Italian Food sta lavorando a un preciso progetto infrastrutturale con la collaborazione tecnica della ASPORT (Associazione Produttori Ortofrutticoli Toscani), come spiega nel dettaglio l’ad Pasquale Petti: “La nostra azienda intende contribuire alla realizzazione dell’innalzamento degli argini del laghetto Tufaia. Questa soluzione di facile implementazione consentirebbe una disponibilità idrica continua, qualsiasi siano le condizioni meteorologiche. Nel corso dell’incontro saranno coinvolti tutti gli agricoltori e le loro associazioni, e condivideremo con tutti la possibilità di partecipare in modo congiunto a questo nuovo progetto dal quale dipenderà lo sviluppo di tutta la campagna toscana per i prossimi 10 anni”.

Già ad aprile e maggio la prospettiva della filiera in Toscana era poco rassicurante: le piogge frequenti hanno ritardato i trapianti e ridotto la resa dei terreni, posticipando l’inizio del periodo di raccolta. Oltre a questo ritardo iniziale, la fase di raccolta ha subito ulteriori rallentamenti a causa delle piogge frequenti dalla seconda decade di agosto, che hanno causato una riduzione della disponibilità di pomodoro, stimata ad oggi in circa il 30% in meno rispetto a quella programmata a inizio stagione.

Una perdita di prodotto anche superiore, valutata tra il 50 e il 70%, ha riguardato la produzione agricola in provincia di Cagliari. Le ripetute piogge abbondanti cadute dopo Ferragosto hanno almeno dimezzato le rese dei 370 ettari coltivati a pomodoro, ma hanno colpito anche altre orticole di stagione. Difficoltà più contenute, legate a episodi di grandine, hanno riguardato le produzioni di Lombardia, Veneto e Ferrarese.

Alle perdite di quantitativi disponibili per l’industria del pomodoro trasformato vanno aggiunte, infine, quelle registrate nel Nord Italia relative alla contrazione delle superfici dedicate, riduzione che ha toccato il 5%, passato ad altre coltivazioni. Gli ettari a disposizione per il prodotto convenzionale subiscono un ulteriore riduzione sulla spinta della conversione al biologico, che ha raggiunto 2.365 ettari complessivi per un’incidenza del 6,8% sul totale.

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