Polo unico del pomodoro Centro-Sud, ok all’accordo su volumi e disciplinare

L'Italia è tra i primi 3 Paesi al mondo produttori di pomodori da trasformazione
L'Italia è tra i primi 3 Paesi produttori di pomodori da trasformazione

Un tetto massimo ai volumi conferiti (2,5 milioni di tonnellate per una superficie investita pari ad 31mila ettari) e un disciplinare unico per i produttori di pomodoro che hanno aderito al neonato distretto del pomodoro dell’area Centro Sud che coinvolge circa l’85% delle aziende dalla Toscana fino al Sud-Italia.

L’intesa. Il via libera all’accordo per la firma del contratto quadro d’area è arrivato dopo tre ore di riunione assembleare tenuta oggi e sarà vigente già dalla prossima campagna di trasformazione.

È il primo passo del neonato distretto costituito nei mesi scorsi da produttori e trasformatori (la partecipazione è a 50 e 50 tra la parte industriale e quella agricola) ma soltanto adesso arrivato a produrre la prima azione congiunta, dopo settimane di trattative.

I punti. «Due gli elementi fondanti dell’accordo – si legge in una nota diffusa dall’organizzazione -, la programmazione delle quantità e l’attenzione alla qualità della materia prima. Per incentivare le aziende a rispettare il quantitativo massimo da conferire, alle OP sarà riconosciuto un premio di un euro a tonnellata qualora il quantitativo consegnato non superi l’obiettivo individuato».

La volontà dei produttori del polo distrettuale, ha trovato convergenza anche sulla necessità di introdurre una nuova tabella relativa ai corpi estranei, in particolare pietre e terriccio, che prevede una penalità a carico delle OP, in caso le difettosità superino il 2%. La tabella risponde all’esigenza, soprattutto delle aziende campane, condivisa dalla parte agricola, di far fronte all’annoso problema dello smaltimento del terreno derivante dal lavaggio del pomodoro.

I piani. «La programmazione delle quantità e l’attenzione alla qualità delle produzioni – ha spiegato Annibale Pancrazio, appena eletto presidente del distretto – rappresentano un elemento fondamentale per il nostro comparto: monitorare le quantità e la qualità dei prodotti, infatti, è necessario per mantenere l’equilibrio della filiera e tutelare l’interesse del consumatore finale».

Con la sottoscrizione del contratto quadro, i produttori di pomodoro si impegnano ad avviare alla trasformazione industriale ed a commercializzare pomodoro italiano rispondente alle norme previste nel disciplinare di produzione integrata dell’area centro-sud, realizzato nel rispetto degli omologhi disciplinari delle regioni competenti per zona di produzione e nel rispetto dei criteri di tracciabilità imposti dal regolamento europeo numero 178/2002 a garanzia del consumatore.

I commenti. «Dopo anni, anche il bacino del Centro-Sud ha raggiunto l’accordo per la prossima campagna di trasformazione del pomodoro – dichiara Antonio Ferraioli, presidente di Anicav, l’associazione nazionale degli industriali delle conserve alimentari vegetali – che ci consentirà una corretta programmazione delle quantità senza tralasciare l’attenzione alla qualità delle produzioni. Viene premiato lo sforzo che l’ANICAV ha profuso in questi anni per raggiungere una reale e quanto mai necessaria coesione tra parte agricola e parte industriale».

Una delle regole individuate nell’accordo c’è l’obbligo di usare pomodoro esente da ogm, al fine di valorizzare le produzioni nazionali di qualità. «La sottoscrizione dell’intesa dimostra – ha precisato Gennaro Velardo, vicepresidente di Italia Ortofrutta – che solo lavorando insieme si riescono a raggiungere importanti obiettivi per lo sviluppo e la crescita della filiera del pomodoro».

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