Le imprese italiane provano a ridurre gli sprechi alimentari

spreco alimentare

Le imprese italiane provano a combattere contro gli sprechi alimentari, nell’ambito del progetto lanciato in questi mesi da Indicod-Ecr (associazione che riunisce 35.000 aziende della distribuzione moderna). Le realtà che aderiscono a Ecr Italia, infatti, hanno creato un tavolo di lavoro per identificare le eccedenze lungo l’intera filiera produttiva agroalimentare, con l’obiettivo di ridurle attraverso una migliore gestione dei vari processi industriali. Come evidenzia una nota Indicod-Ecr, proprio in occasione della Giornata italiana per la lotta allo spreco alimentare, promossa dal ministero dell’Ambiente, ha puntato sulla prevenzione. Perché ridurre gli sprechi, si legge nella nota, significa intervenire in tutti gli anelli della filiera, dal magazzino del produttore allo scaffale del punto vendita, includendo diverse attività. Non solo prevenzione, quindi, ma anche riciclo, recupero e redistribuzione.

Secondo le stime citate dall’associazione, in Italia ogni anno gli sprechi alimentari ammontano a sei milioni di tonnellate. I motivi prevalenti? Raggiungimento delle date di scadenza, resi alla consegna, non conformità di prodotti e imballaggi.

I punti critici, individuati dal gruppo di lavoro Ecr-Italia, toccano innanzi tutto la produzione agricola (surplus produttivi, fattori climatici), poi la trasformazione industriale e la distribuzione, con errori nella previsione del rapporto domanda/offerta, soprattutto in caso di lanci promozionali, danneggiamenti delle confezioni nei trasporti, errata gestione degli stock in magazzino. I problemi riguardano infine i consumi domestici e nella ristorazione, per esempio con acquisti eccessivi di generi alimentari o errata conservazione del cibo.

Il medesimo gruppo di lavoro ha pensato cinque possibili rimedi: il primo è misurare l’eccedenza sviluppando sistemi di allerta. Poi occorre coinvolgere e motivare di più i dipendenti, migliorare le previsioni di domanda/offerta, progettare imballaggi più sostenibili, semplificare e orientare la gamma di prodotti disponibili per evitare eccedenze.

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