Kamut, l’Italia importa oltre il 60% della produzione

Parallelamente all’incremento della domanda di grano italiano, nel nostro Paese è progressivamente cresciuta la richiesta di grani antichi o storici, due termini su cui il mondo scientifico ancora dibatte per attribuire una corretta definizione, ma che il mercato ha invece già assimilato come equivalenti.

Secondo un’analisi della Coldiretti dei dati di Consorzi agrari d’Italia e Sis, società leader nel settore sementiero, il Senatore Cappelli, probabilmente il brand dei grani antichi più noto nella Penisola, nella campagna 2017-2018 ha quintuplicato le superfici coltivate, passando dai mille ettari del 2017 ai 5mila attuali, e si stima che le superfici seminate potrebbero ulteriormente raddoppiare già a partire dalla prossima stagione.

Le proprietà del Khorasan Kamut

Tra i fenomeni più rilevanti relativi ai grani antichi in corso nel Paese va citato anche il grano Khorasan Kamut, coltivato in regime biologico nel Nord degli Stati Uniti e in Canada, e di cui l’Italia è il principale importatore mondiale con una quota del 60-70% della produzione complessiva, svolgendo la storica funzione di trasformatrice ed esportatrice di lavorati (pasta, sostitutivi del pane, farine).

Tra le ragioni del successo del Khorasan Kamut nell’impiego da parte dell’industria la similarità al grano duro. Alle proprietà meccaniche adatte alla lavorazione industriale, si aggiunge una buona digeribilità della componente proteica, mediamente pari al 14-16%, grazie a una catena degli amminoacidi più facilmente degradabile dagli enzimi digestivi.

Una produzione non adatta all’Italia

Nel 2017 ne sono stati coltivati 40mila ettari e la produzione per ettaro è di 1-1,2 tonnellate, 4-6 volte in meno rispetto ai grani moderni. Dalle prove sperimentali effettuate dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Bologna in occasione della prima Conferenza internazionale sui grani antichi, è emerso che il grano Khorasan non è adatto alla produzione nel nostro Paese.

“Non penso che con il Kamut si possa sfamare il mondo – ha dichiarato Bob Quinn, presidente e fondatore della Kamut International e principale promotore della conferenza sui grani antichi -, ma propongo un modello produttivo e nutrizionale che una parte dei consumatori stanno chiedendo e credo che ogni Paese possa trovare la varietà di grano antico più idonea alla coltivazione locale”.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome