La collaborazione Plasmon-Ieo dà i primi frutti

Una nuova ricerca nata dalla collaborazione tra Plasmon e Ieo può costituire il primo passo per ridurre il rischio di patologie immunitarie nei bambini come allergie, malattie infiammatorie intestinali, morbo celiaco ed eventualmente tumori.

Lo studio, pubblicato su PLOS ONE, vede rispettivamente coinvolti un team integrato di ricercatori di Ieo e di Plasmon, guidati dalla dottoressa Maria Rescigno e da Andrea Luigi Budelli, vice president R&D Europe and Global Infant & Nutrition di Plasmon. In particolare, la ricerca descrive le proprietà funzionali anti-infiammatorie del ceppo probiotico Lactobacillus paracasei CBA L74 – di proprietà di Plasmon – e dei suoi metaboliti e la capacità di trasferire tali benefici al latte per l’infanzia in maniera naturale, ossia durante la crescita del batterio nel latte, in un processo definito fermentazione.

“Siamo molto orgogliosi di questa prima pubblicazione – ha commentato Maria Rescigno -. In quanto abbiamo utilizzato sofisticati sistemi di test in vitro e in vivo per studiare l’attività di alimenti funzionali costituiti da cibi fermentati con probiotici. Mostriamo, per la prima volta, che il latte formulato per l’infanzia sottoposto a un processo naturale come la fermentazione con un batterio probiotico, può essere protettivo contro gli agenti patogeni enterici e ridurre la gravità di condizioni infiammatorie come le coliti, aprendo la strada a una nuova strategia di prevenzione dei disturbi stagionali e infiammatori nel bambino”.  Dello stesso avviso Andrea Luigi Budelli, co-autore dello studio: “Questa ricerca dimostra come solide collaborazioni tra gruppi di ricerca d’eccellenza e partner industriali del livello di Plasmon, possano contribuire allo sviluppo di alimenti veramente innovativi in grado di migliorare la salute dell’uomo a partire dalle primissime fasi di vita. I risultati che abbiamo ottenuto rappresentano un punto chiave nel programma di studi che Plasmon sta sostenendo da anni in collaborazione con numerosi enti di ricerca e sono un trampolino di lancio per ulteriori approfondimenti, anche sull’uomo”.

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