Fruitimprese, la Cina è più vicina per l’ortofrutta italiana

L'export è salito al valore record di 4,9 miliardi di euro (+3% sul 2016), l’ortofrutta si posiziona subito dopo il vino. Marco Salvi rieletto presidente di Fruitimprese

di Jessika Pini

Il settore ortofrutticolo italiano è in ottima salute, quanto meno lo è sotto l’aspetto della commercializzazione. I dati del 2017, ribaditi durante l’assemblea annuale di Fruitimprese, indicano un export salito al valore record di 4,9 miliardi di euro (+3% sul 2016), una performance con cui l’ortofrutta si posiziona subito dopo il vino, raggiunta soprattutto grazie alla frutta (3,6 miliardi). Positiva anche la bilancia commerciale, attiva per oltre 1 miliardo.

Se l’Europa, nell’ordine Germania, Francia e Spagna, resta la principale destinazione per la frutta e la verdura italiane, è altrettanto vero che nel 2016 il nostro paese è diventato il primo importatore europeo di frutta in Cina, raddoppiando il fatturato rispetto a 3 anni prima, tra i frutti italiani più importati ci sono i kiwi. Il dato totale dell’export agroalimentare italiano verso la Cina è aumentato del 15%.

Italia al dodicesimo posto del ranking mondiale di esportatori di ortofrutta

Nel ranking mondiale invece l’Italia è 12a. “Le potenzialità della Cina sono supportate dalla crescita del reddito medio e dalla fobia dei cinesi verso i cibi inquinati – ha affermato Alessia Amighini, co-head Ispi Asia Centre -. Gli acquisti “verdi”, cioè di tessuti eco-compatibili e dei prodotti bio, compreso il fresco, avvengono soprattutto sul web e lo scorso anno sono aumentati del 54% sul 2016”.

Ma la tratta ferroviaria che collega Mortara (Pavia) a Chengdu (Sichuan) lungo la nuova via della Seta e che dimezzerebbe i giorni di trasporto, oltre a toccare paesi ad elevato potenziale di sviluppo, stenta a decollare.

Marco Salvi resta presidente di Fruitimprese

Innovazione è la parola chiave del messaggio di Marco Salvi, acclamato nuovamente alla presidenza di Fruitimprese, che si declina nella necessità di incrementare la ricerca varietale, di rendere più efficiente la logistica con l’entrata in funzione del treno di Mortara e la costituzione di associazioni e consorzi per fare massa critica sul mercato cinese. E ancora nel potenziamento della comunicazione attraverso azioni congiunte con altri settori dell’agroalimentare e del made in Italy.

“Abbiamo salutato con favore la prima convocazione, lo scorso dicembre, del tavolo ortofrutticolo nazionale -ha sottolineato Salvi-. È necessario lavorare sulla costruzione di un catasto nazionale per regolare la produzione, incrementare l’internazionalizzazione (l’Italia produce 25 milioni di t di ortofrutta e ne esporta solo 4 milioni) e migliorare la promozione”.

Paolo de Castro vice presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha annunciato che entro la fine dell’anno verrà approvata la Direttiva sulle pratiche commerciali sleali che, tra le azioni, vuole introdurre l’obbligo per i singoli stati membri di avere un’autorità di controllo a cui poter denunciare casi di scorrettezze in maniera anonima.

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