Berlino fondamentale, ma serve una sintesi dei trend

In generale Fruitlogistica si conferma come il momento fieristico più importante dell’ortofrutta. Numerosa e qualificata la presenza di operatori del settore provenienti da tutto il mondo. Resta, di fatto, la principale occasione per condividere fisicamente le informazioni relative ai trend commerciali  per i prodotti della stagione invernale e programmare la campagna estiva. Una vetrina attraverso cui poter mostrare a potenziali e attuali clienti soluzioni e innovazioni di prodotto/servizio o semplicemente riproporsi in modo più basico attraverso una nuova comunicazione.

L’innovazione

Sul fronte dell’innovazione di prodotto, per l’Italia, segnaliamo “Mandared”, il mandarino a polpa rossa, e “Metis”, inedito club varietale dedicato a una nuova varietà di prugna. Interessante inoltre il tentativo di riposizionamento attivato sulla pera, mercato in stallo, dal consorzio PeraItalia, attraverso l’ideazione di un nuovo packaging con la finalità di riposizionare in chiave moderna il frutto e, dunque, attivarne il consumo.

Grande attenzione è stata riservata alla fase del tasting, segno concreto di quanto oggi sia importante partire dal prodotto frutta e verdura tal quale per arrivare ad un blend appagante con ingredienti complementari. Sperimentazioni che fanno l’occhiolino all’area gourmand-ristorazione per i prodotti italiani nel padiglione dedicato all’Italia (area del CSO), con un programma di degustazioni sempre apprezzate dai visitatori della fiera.

Le criticità

Se guardiamo al rovescio della medaglia, segnaliamo che:

– Fruitlogistica manca di un momento di formazione comune. Se si eccettua il Fresh Produce Forum del giorno antecedente all’apertura della kermesse, a dispetto di una fitta agenda di eventi, non si ha la sensazione di avere un programma coordinato e diretto alla condivisione dei principali trend consumer in atto. Considerando che la maggioranza degli arrivi si concentra a partire dalla serata precedente all’apertura, manca l’organicità di un momento specifico da dedicare agli operatori internazionali presenti.

– Per quanto riguarda l’Italia, sebbene in aumento le aree istituzionali, si conferma l’impressione di essere di fronte ad una frammentazione nei fatti dell’offerta e delle specializzazioni. Andando a Berlino non emerge un Sistema Italia organico con una proposta commerciale comune distintiva diretta al trade e al consumatore mondiale. Mettere a sistema le differenti strategie potrebbe contribuire significativamente a posizionare i valori dell’origine Italia nel mondo. In questo senso dovremmo forse avere più coraggio se vogliamo affrontare le sfide globali del prossimo futuro.

di Salvo Garipoli e Raffaello Bernardi – SGMarketing

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