Bene la campagna delle patate in Emilia-Romagna

Ottimi risultati e qualità per le nuove varietà Constance, Orlena, Gaudi e Monique. Grazie al contratto quadro nessun contraccolpo per la filiera anche con rese leggermente inferiori

Selenella

Con il recupero dato dalle varietà tardive, si chiude con un bilancio più che positivo il raccolto di patate in Emilia-Romagna per la campagna 2018.

La campagna era infatti iniziata in ritardo di almeno 15 giorni a causa dell’andamento climatico che aveva condizionato sia la resa produttiva sia la percentuale di prima qualità, ma si è via via andata consolidando una buona qualità e performance delle storiche varietà Agata, Colomba e Vivaldi a cui si affiancano ottimi risultati per le nuove Constance, Orlena, Gaudi e Monique, tutte caratterizzate da una straordinaria qualità al palato.

Nessun contraccolpo per la filera dalla resa inferiore grazie al Contratto Quadro

“Registriamo una resa per ettaro leggermente inferiore rispetto alla media degli ultimi annicommenta Giulio Romagnoli, amministratore delegato di Romagnoli F.lli Spa-. Ma per le aziende firmatarie del Contratto Quadro per le patate da consumo fresco della Regione Emilia-Romagna, che fanno capo alla Borsa Patate di Bologna, non ci saranno conseguenze. Queste aziende continueranno a garantire gli stock per i programmi di filiera con la clientela a differenza delle realtà che, al contrario, non hanno fatto programmazione alla semina e che potranno avere qualche problema di approvvigionamento nel lungo periodo”.

Il Contratto Quadro stabilisce un accordo in cui si fissano le caratteristiche qualitative del prodotto, le modalità di definizione del prezzo, di cessione del prodotto e di pagamento e si prefigge un duplice obiettivo: fornire ai consumatori un prodotto di sicura qualità e ai diversi soggetti della filiera un’equa e trasparente remunerazione, contrastando così la volatilità dei prezzi, ottimizzando l’offerta sui mercati e fornendo adeguate garanzie ai consumatori.

Campagna in sofferenza nel nord Europa: meno 20%

Diversa da quella emiliano-romagnola la situazione nel Nord Europa, dove si prevede una riduzione del raccolto netto di prima qualità del 20% circa rispetto al 2017 a causa delle diffuse piogge primaverili, ai lunghi periodi di siccità estiva e al caldo eccezionale registrato in paesi solitamente freschi, fattori che hanno fortemente compromesso sia le rese produttive sia gli standard qualitativi.

La situazione che ha colpito anche l’Europa centrale ha innescato un progressivo e significativo aumento delle quotazioni del prodotto.

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