È stato appena pubblicato sul bur della Regione Toscana il bando da 90 milioni di euro per i PIF ossia i progetti integrati di filiera. Il varo definitivo della procedura, già pronta da tempo, ha avuto il via libera soltanto con l’ok della Commissione europea ad altri 24 Psr (i piani di sviluppo rurale destinati alle regioni europee per migliorare la competitività del settore agricolo, in forte ritardo sui tempi di marcia) arrivato lo scorso 26 maggio.
I numeri. Il Psr approvato per la regione Toscana vale 414, 7 milioni di euro, lo 0,42% del totale del budget europeo per lo sviluppo rurale 2014/2020. In tutto 51 i progetti complessivamente finanziati fino ad ora agli Stati membri richiedenti (su 118 previsti) per un totale di circa 62 miliardi di euro, pari al 62,4% del totale del bilancio europeo per il programma (99,6 miliardi di euro).
L’ultima delibera della Commissione, che vale 27 miliardi ha sbloccato altri
24 Psr di cui 5 italiani per un totale nazionale di 1,7 miliardi di euro. Oltre ai 414,7 milioni di euro per la Toscana (lo 0,42% del budget Ue) hanno avuto il via libera la rete rurale nazionale (per 59,7 milioni, lo 0,06% del totale); la provincia autonoma di Bolzano (158 milioni); l’Emilia-Romagna (513 milioni) e il Veneto (510,7 milioni di euro).
L’iter. “In attesa dell’ok della Commissione europea – si legge in una nota della regione Toscana – i nostri uffici avevano già iniziato il percorso istituzionale per anticipare il più possibile l’uscita di bandi come questo, ritenuti strategici per il rilancio degli investimenti. La somma stanziata per il primo è cospicua: 90 milioni, pari al 10% circa di tutto il plafond preventivato per il periodo 2014-2020 che è di circa 961 milioni di euro”.
I finanziamenti resi disponibili dal bilancio dell’UE dovranno essere integrati dal cofinanziamento di fondi pubblici a livello nazionale o regionale e/o di fondi privati con gli obiettivi prioritari di ammodernare le aziende agricole, dare sostegno ai giovani agricoltori, spingere verso la gestione sostenibile dei terreni e il miglioramento delle infrastrutture a banda larga.
Gli obiettivi. “I progetti integrati di filiera – spiega Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura della regione Toscana – hanno avuto un grande successo già con il precedente Psr proprio perchè si sono dimostrati uno strumento in grado di aggregare tutti gli attori della filiera agroalimentare o forestale dagli agricoltori alle imprese di trasformazione fino ai commercializzatori al fine di superare le principali criticità della filiera stessa, favorire i processi di riorganizzazione e consolidamento e realizzare relazioni di mercato più equilibrate. Insieme al sistema della ricerca, i Pif permetteno ai diversi protagonisti della filiera di creare sinergie e strategie comuni basate sulla reciproca convenienza”.
In pratica consentono l’attivazione, nell’ambito dello stesso progetto, di una molteplicità di sottomisure/operazioni del PSR che vanno da quelle di investimento aziendale a quelle specifiche per attività di promozione, innovazione tecnologica, diversificazione delle attività agricole o anche a scopi energetici.
Le reti di impresa. “Con questi 90 milioni – continua Salvadori – che rappresentano il 10% dell’intero ammontare del piano di sviluppo rurale toscano, prevediamo di potere sviluppare investimenti per ulteriori 100 milioni di euro. Va da sé che questa misura diventa una delle principali. Ta le azioni che prevediamo si possano sviluppare, c’è la costituzione di reti di impresa con l’obiettivo di mettere insieme chi fa ricerca e chi fa mercato. Sono iniziative collegabili al sistema delle imprese del comparto in visione integrata, quindi non solo per il mondo agricolo ma anche per il settore della trasformazione, ad esempio o anche della vendita e del commercio”.
I tempi. I progetti – che dovranno essere presentati entro il 30 settembre – vedranno la luce anche attraverso il lavoro il gruppi di azione locale sulla ricerca, circa 360 gruppi di interesse, costituiti a seguito di un pre-bando regionale che ha permesso in anticipo sui tempi, di lavorare sull’aggregazione di più imprese.
