La IV gamma è innovazione

Series Of Veg. Salad

Innovazione, non solo in termini di prodotto ed estensione di gamma, e poi anche internazionalizzazione. Sono da sempre i due grandi traini di un comparto dinamico e in crescita costante come la IV gamma, oggi che di strada in Italia ne ha fatta già molta.

Non è un caso che il comparto nasca proprio da un’idea innovativa, quella di lavare e rendere pronto per il consumo il prodotto raccolto in campo, stimolata, ovviamente, delle nuove abitudini alimentari dei consumatori che sempre più prediligono prodotti ad elevato contenuto di servizio. Perché se una volta c’erano i produttori orticoli, oggi ci sono ancora gli stessi produttori orticoli e di fianco le aziende di quarta gamma, due realtà che spesso, per chi ha saputo concentrare e valorizzare la materia prima prodotta, anche da altri, si identificano.

Puntano sul plus innovazione aziende di prima grandezza sul mercato nazionale, capaci di fatturare duecento milioni di euro, ma anche imprese con qualche decina di milioni di giro d’affari e un raggio d’azione certamente più corto, ma altrettanto dinamiche e vitali nella loro progressione e nel corretto posizionamento dell’offerta sul mercato. Un mercato che continua a crescere con l’Italia che detiene il primato del consumo pro-capite più alto d’Europa, 1,73 kg.

La quarta gamma ha registrato in Italia un incremento dell’1,2% a valore e del 3% a volume nel 2016 (fonte Aiipa-Nielsen Market Track). Sono favorevoli anche le previsioni nel medio periodo che indicano una crescita del +7,5% al 2020 (fonte Euromonitor, stima del mercato domestico, horeca e istitutional previsione 2020).

 

Alle radici della quarta gamma

Quelli che erano i produttori orticoli di una volta oggi riescono a vendere prodotti ad alto valore aggiunto pronti per il consumo perchè si sono specializzati nella lavorazione del prodotto dal campo alla tavola. Le insalate lavate e confezionate in busta pronte per il consumo, per intenderci, hanno la loro origine in un settore primario puro che negli anni si è evoluto per intercettare un maggiore valore aggiunto.

Tanto che le aziende agricole di ieri sono oggi sono dotate di moderni e innovativi stabilimenti di lavorazione, puntano non solo sulle novità di prodotto ma anche sul processo, sul packaging, sui mix, con l’obiettivo non solo di sfornare novità di prodotto, compresi il kale o cavolo nero, o l’insalata dal nome esotico, ma di allungare la shelf life delle insalate in buste che oggi si conservano nel frigorifero di casa per 5 giorni e fanno concorrenza al latte. Sono sicuramente qualcosa di completamente nuovo rispetto a quelle di partenza, che erano solo fornitrici di materia prima e puramente agricole.

 

Dagli esordi ai numeri di oggi

Erano infatti arrivati i cugini d’Oltralpe, con la francese Bonduelle, a fare da apripista proprio cominciando dal bergamasco, un tempo provincia zootecnica per eccellenza, oggi ancora ricca di stalle di bovini dalla latte, ma anche di serre e coltivazioni in campo aperto per le diverse tipologie di insalate. E’ in provincia di Bergamo, vicino allo stabilimento francese di lavorazione delle insalate, che furono stipulati i primi accordi con le aziende agricole della zona. Il comparto da allora è cresciuto e oggi, oltre alla Bonduelle, tra i player di primo piano sul mercato nazionale annovera la bresciana La Linea Verde, assieme ad altre realtà a raggio d’azione che si stanno affermando sempre più e si sono guadagnate negli anni un proprio spazio sugli scaffali.

Lo sviluppo della IV gamma non si è comunque ancora arrestato, anzi: i dati Euromonitor dal 2010 al 2015 indicano infatti che il mercato italiano delle insalate di quarta gamma ha registrato performance molto positive. I volumi totali di vendita sono aumentati da 70mila a 94,3mila tonnellate (+9,9%), mentre a valore le vendite hanno quasi raggiunto gli 859 milioni di Euro con un trend del +10,1%. Nel 2015 secondo la Nielsen l’Italia è diventato il secondo mercato a valore d’Europa dopo l’Inghilterra.

 

Bonduelle, tipicità il leit motiv della nuova proposta

L’idea di artigianalità e autenticità è alla base della linea Le Regionali, la new entry di Bonduelle “ready to eat” che valorizza la straordinaria varietà di sapori e profumi delle tradizioni agroalimentari regionali. Declinata in quattro nuove referenze esclusive e originali, studiate per mettere in luce le tipicità gastronomiche delle regioni a cui si ispirano: Puglia, Trentino Alto Adige, Sardegna e Sicilia. La Ricetta alla Pugliese comprende ad esempio un mix di lattughino verde e rosso, songino valerianella e spinacino, accompagnato dal gusto deciso di olive nere, pomodori secchi e tarallini pugliesi.

Recentemente Bonduelle è entrata nel mercato del biologico con il lancio della nuova marca Be!Bio Bonduelle, una gamma completa di prodotti freschi dedicata ai consumatori più esigenti. La novità è composta da una linea di insalate di IV gamma e una di burger vegetali. Anche il packaging di Be!Bio Bonduelle è altrettanto innovativo: uno stand-up personalizzato con cavalierino in cartoncino, perfettamente in linea con i concetti di trasparenza, associato al mondo della IV gamma in generale, e di naturalità, tipico del biologico in particolare.

A questo proposito il gruppo Bonduelle è in procinto di introdurre anche nuovi packaging intelligenti, realizzati cioè in materiali capaci di proteggere ancora meglio la freschezza delle insalate e sviluppati in collaborazione con l’università di Montreux.

Bonduelle lavora materia prima fresca appena raccolta vicino agli impianti di produzione a ridosso delle due aree maggiormente vocate alla coltivazione d’insalatine: quella del bergamasco-bresciano e quella di Battipaglia (Sa) ed è quest’ultima area d’inverno a rifornire la materia prima.

Bonduelle Italia sviluppa nella IV gamma poco meno di 130 milioni di euro di fatturato, su 191 complessivi realizzati nel Belpaese, e la casa madre francese, a fronte del giro d’affari di 1.982 milioni di euro realizzato dal gruppo Bonduelle in 58 Paesi.

 

Canova, una IV gamma biologica

Sempre sull’innovazione punta anche la IV gamma proposta da Canova, società del Gruppo Apofruit che si dedica al biologico e viene commercializzata con il marchio Almaverde Bio. Questo grande network sul biologico vanta un rapporto diretto con oltre 800 aziende agricole biologiche in Italia, 3 stabilimenti di Apofruit dedicati in esclusiva al biologico, 2 partner esclusivi con piattaforme operative (Op Terra di Bari (uva, ciliegie), Sft (mele), diverse piattaforme specialiste di prodotto fresco (sedano, broccoletto, finocchio, cavolfiore, peperone, fragole, meloni, limone, arance, carote e patate) oltre alle piattaforme specialiste di IV e V gamma, legumi secchi e cereali.

Nel 2016 Canova ha venduto 40mila tonnellate di prodotti e generato un fatturato 81,5 milioni di euro(intergruppo) mettendo a segno una crescita del 17%. Nella IV gamma bio è in grado di intercettare velocemente i nuovi bisogni del consumatore con un’ampia gamma di prodotti. Recentemente ha lanciato le Artigianali, una nuova proposta di insalate tagliate a mano con il coltello in ceramica e nuovi mix che uniscono verdura, ortaggi e anche frutta.

Canova realizza la propria IV gamma con partner come Sab Ortofrutta, Cof, Maisto, Sipo, Coltor, Terramore, Il Melazzurro, Vivo, Viva, Agribosco, tutte aziende ad alta specializzazione in questo segmento, distribuite sull’intero territorio nazionale e a vocazione biologica.

 

Focus sul benessere per La Linea Verde

All’insegna del benessere le new entry di La Linea Verde, gruppo italiano ai vertici del mercato dell’ortofrutta fresca pronta al consumo e dei piatti pronti freschi: nel 2016 hanno debuttato 4 nuove referenze che ampliano la gamma “DimmidiSì… al Piatto Unico”, le insalatone arricchite monoporzione (con kit servizio e kit condimento), che si sono aggiudicate il premio “Eletto Prodotto dell’Anno 2017” nella categoria Insalate Pronte. Due sono focalizzate sul tema del benessere legato al consumo di semi, bacche e frutta secca e due che abbinane insalate con surimi e feta per soddisfare l’esigenza di consumare un piatto completo anche di proteine. Nuova anche la veste grafica delle confezioni rielaborata in chiave più moderna che dà maggior spazio alla trasparenza per valorizzare il prodotto all’interno. Il codice colore differenzia, inoltre, le ricette a seconda del filone cui appartengono. La Linea Verde opera come co-packer per la Gdo (sono più di 50 le marche private gestite) e attraverso il proprio brand DimmidiSì sia in Italia sia all’estero, ha chiuso il 2016 con un giro d’affari complessivo di 225 milioni di euro, registrando una crescita superiore al 6% rispetto al 2015. Un traguardo molto importante al quale hanno contribuito anche i risultati ottenuti all’estero, mercato che nel 2016 ha raggiunto la quota del 35% grazie alle performance di Vegetales Línea Verde Navarra e dei flussi export verso quasi tutta l’Europa (Austria, Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Polonia, Serbia, Repubblica Ceca, Belgio).

«L’export ci sta dando grandi soddisfazioni e siamo entrati in catene distributive europee di primaria importanza – ha commentato Giuseppe Battagliola, presidente de La Linea Verde –. Per il 2017 il nostro obiettivo è quello di incrementare sempre più il nostro business di IV gamma e dei piatti pronti freschi, oltre che in Italia, anche sul mercato internazionale, soprattutto in paesi come Uk, Francia, Germania, Polonia, Benelux, Croazia e Serbia, paese quest’ultimo dove, alla fine del 2016, abbiamo inaugurato una nuova filiale commerciale. Stiamo facendo importanti investimenti su più fronti per essere sempre un passo avanti e poter rispondere alle mutevoli esigenze del mercato: stiamo ampliando il sito produttivo nel bresciano per incrementare la nostra capacità produttiva e continuiamo a fare innovazione in tecnologia perché sia sempre all’avanguardia».

 

Rago esporta rucola in tutta Europa

Innovazione è la parola d’ordine per un’azienda di IV gamma. Così la pensa Rosario Rago, direttore commerciale del gruppo salernitano Rago, specializzato nelle insalate lavate e pronte per il consumo. Dalla sede di Battipaglia produce e lavora la materia prima su circa 200 ettari coltivati nella Piana del Sele, uno degli areali più vocati d’Italia per la IV gamma (da qui proviene il 60% della IV gamma italiana), dove è possibile produrre tutto l’anno e si riforniscono controstagione anche i competitor con gli stabilimenti nel Nord-Italia.

“Occorre innovare – spiega – non solo in termini di prodotto ed estensioni di gamma, ma anche di processo e di aumento della shelf life. Noi cerchiamo di farlo investendo nella ricerca e sviluppo il 4% del nostro fatturato, pari a 20-21 milioni di euro”. L’approccio è orientato all’innovazione anche nella gestione di un tema importante per l’azienda come quello dell’ecosostenibilità. Per rendere a basso impatto ambientale l’intero processo produttivo, il gruppo ha investito costantemente in un utilizzo intelligente delle risorse acqua, terra ed energia solare. A breve arriverà l’attestato per le nuove certificazioni carbon footprint, l’impronta carbonica che permette di valutare l’impatto ambientale di un prodotto in termini di riscaldamento globale lungo il suo ciclo di vita.

Il Gruppo Rago, nato come azienda agricola nel lontano 1892, è oggi al secondo posto in Europa per quantità di rucola esportata. La coltivazione e trasformazione di baby leaf, per dodici mesi l’anno, è un altro punto di forza dell’azienda. L’azienda vende in tutta l’Italia come copaker lavorando per le maggiori catene della Gdo, mentre dal Lazio alla Sicilia è presente anche con il proprio brand “Rago”.

Nel 2016 le vendite sono rimbalzate del 17% rispetto all’anno precedente, “in linea – precisa Rago – con un trend positivo che negli ultimi anni ha visto avanzare il fatturato a tassi di incremento che vanno dall’8% al 17%. Il 60% delle vendite è generato in Italia, il resto viene dall’export in Europa, anche in Russia prima dell’embargo. Nei Paesi più lontani mandiamo un prodotto di I gamma che arriva fino a 10 giorni di shelf life”.

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