Ministro Agricoltura russo: «L’embargo è un arma a doppio taglio»

Non si placa la polemica sulle conseguenze economiche dell’embargo russo. La miccia oggi, secondo quanto diffuso da una nota dell’Ice di Mosca, viene accesa dalle dichiarazioni del ministro per l’Agricoltura russo, Alexander Tkachev. Oggetto del dibattere i dati dell’Istituto austriaco per le ricerche economiche ripresi dal giornale tedesco Die Welt secondo i quali le perdite dell’UE a causa delle contrasanzioni raggiungeranno i 100 miliardi di euro e i 2 milioni di posti di lavoro.

La polemica. «Le perdite causate dalle sanzioni dell’embargo – ha affermato Tkachev – sono a doppio taglio, ma con un’aggiunta: i produttori europei stanno perdendo miliardi di dollari, mentre l’agricoltura russa sotto l’impatto delle sanzioni, al contrario, oggi è in fiore nonostante alcune perdite».

Le perdite Ue Queste parole rispecchiano una parte della realtà: l’embargo russo, senza dubbi, sta causando danni al commercio europeo. Secondo le valutazione dell’istituto austriaco, a soffrire più degli altri sarà; la Germania. Tra gli altri ex partner hanno subito notevoli danni la Polonia, l’Italia, la Spagna, la Francia e l’Estonia..

«Ma la Commissione Europea – si legge nella nota dell’Ice di Mosca – valuta le conseguenze delle sanzioni antirusse come relativamente insignificanti e superabili».

L’inflazione russa. Neanche per l’economia russa, l’ultimo anno è stato rose e fiori dal momento che Mosca sconta a caro prezzo per i consumi, l’impennata dell’inflazione che, nel 2014, è arrivata all’11,4%, il livello massimo dal 2008.

«L’inflazione alimentare annua per il mese di febbraio di quest’anno – si legge nella nota dell’Ice di Mosca – è stata del 23,3% e a causarla sono state soprattutto le sanzioni. Nel primo trimestre del 2015 l’inflazione alimentare ha superato del 17,4% la media europea. Allo stesso tempo, la quota di spesa per i prodotti alimentari nei bilanci familiari dei cittadini russi, secondo alcune previsioni, potrà salire fino al 55% entro la fine dell’anno. E questi dati non prendono in considerazione l’impatto delle sanzioni settoriali dei Paesi occidentali, che hanno contribuito a determinare una fuga di capitali e una diffusa stagnazione dell’economia».

Secondo il Servizio federale delle dogane, l’Unione Europea rimane il principale partner commerciale della Russia: il fatturato totale supera di quasi quattro volte il commercio con i Paesi della CSI.

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