Al via, in modalità provvisoria, il Ceta, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada

Riconosce una lista di 172 prodotti Dop e Igp di cui 42 italiani ma il trattato dovrà essere ancora ratificato da tutti i Parlamenti nazionali dell’Ue

E’ entrato in vigore oggi in via provvisoria il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo di libero cambio tra Unione Europea e Canada. Anche se dovrà essere ancora ratificato da tutti i Parlamenti nazionali dell’Ue l’intesa raggiunta il 15 febbraio scorso dal Parlamento europeo, con 408 voti a favore, 254 contrari e 33 astenuti, ha ottenuto la tutela delle produzioni Dop e Igp, una lista di 172 prodotti di qualità, di cui 41  eccellenze italiane. “L’entrata in vigore a titolo provvisorio dell’accordo consente alle imprese e ai cittadini dell’Ue di iniziare da subito a cogliere i vantaggi che offre. Per l’economia globale si tratta di un segnale positivo in grado di favorire la crescita economica e l’occupazione” ha detto la commissaria al Commercio, Cecilia Malmström.

Favorevoli Confagricoltura e Agrinsieme

Sul Ceta l’Italia, però, si spacca tra favorevoli e contrari. “Per la prima volta un Paese con un mercato potenzialmente importante come il Canada – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – ha fatto proprio il riconoscimento del sistema delle indicazioni geografiche. E’ questo il dato fondamentale, tanto è vero che ora in tutti i negoziati si inserisce il riconoscimento delle denominazioni di origine. Abbiamo sempre sostenuto che l’intero sistema delle denominazioni deve essere riconosciuto nelle intese bilaterali”.

“In altre occasioni – ha osservato ancora il presidente di Confagricoltura – abbiamo criticato fortemente gli accordi di libero scambio sottoscritti da Bruxelles, come quelli con Marocco e Tunisia, che penalizzavano le produzioni italiane favorendo i nostri competitor o che mettevano a rischio le coltivazioni, esponendo a problematiche sanitarie e fitosanitarie. Altri, come quello con il Giappone, invece sono risultati più positivi”.

L’accordo che l’Europa ha siglato, dopo ben sette anni di negoziato – ha commentato Giorgio Mercuri, a nome di Agrinsieme, il coordinamento composto dall’Alleanza delle cooperative agroalimentari e dalle organizzazioni professionali Cia, Confagricoltura e Copagri – non ha visto alcun cedimento da parte dell’Unione Europea sulle nostre regole di sicurezza alimentare. È assolutamente infondato pensare che, all’indomani dell’entrata in vigore dell’accordo, nel nostro paese potranno essere commercializzati alimenti come la carne agli ormoni o prodotti con organismi geneticamente modificati”.

Il fronte dei no

Contro il trattato Ceta si erano schierati, organizzando anche la mobilitazione di protesta di alcuni mesi fa a Roma, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch e Coldiretti. “L’accordo Ceta – ha commentato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – è un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare che colpisce il vero Made in Italy e favorisce la delocalizzazione, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza e delle ricadute sanitarie e ambientali”. Con il Ceta i 2/3 dei prodotti tipici Dop e Igp sono a rischio falsificazione e secondo il dossier della Coldiretti ben 250 denominazioni di origine (Dop e Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea su un totale di 291 non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese.

 

 

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