Osservatorio Nomisma Edagricole: l’orticoltura conquista i giovani

E’ quanto emerge dall’Osservatorio Giovani Agricoltori di Nomisma-Edagricole presentato alla fiera internazionale sulla meccanizzazione di Bologna

L’orticoltura conquista i giovani: viene infatti subito dopo il settore avicolo e quello del latte per presenze di giovani titolari di aziende agricole fino ai 35 anni di età. E’ quanto risulta al neo Osservatorio Giovani Agricoltori di Nomisma-Edagricole, che ha debuttato ad Eima 2018 l’esposizione internazionale delle macchine per l’agricoltura di Bologna, con l’obiettivo di seguire da vicino le nuove generazioni, formarle e aggiornarle.

Le nuove generazioni che conducono aziende orticole sono infatti l’8% anche se in prima posizione si collocano il settore e avicolo e del latte con il 10% delle aziende condotte da giovani. I giovani sono ugualmente numerosi nelle aziende del comparto suinicolo (6%), frutticolo e vitivinicolo (5%), mentre risulta marginale la percentuale dei capi azienda giovani sul totale delle imprese cerealicole ed olivicole.

 

I giovani titolari di aziende sono pochi, ma crescono

L’ Osservatorio Giovani Agricoltori di Nomisma-Edagricole mette anche in luce che sono innovativi, preparati e competitivi, tanto che le loro aziende raggiungono performance economiche d’eccezione, addirittura doppie rispetto alla media. Poco importa se sono solo 55 mila, il 10% di tutte le aziende, perché i giovani vantano un giro d’affari medio alla produzione vicino ai 100 mila euro per impresa, contro i 45mila della media del settore. Ance se pochi registrano, comunque, un trend positivo, una crescita del 14% di giovani titolari di aziende agricole rispetto agli ultimi tre anni (dati aggiornati a giugno 2018).

 

Innovativi e tecnologici, diversi come approccio imprenditoriale

E non solo, dal focus di Nomisma-Edagricole emerge che le imprese guidate dai giovani sono mediamente più strutturate (20 ettari contro gli 11 della media nazionale), innovative e anche tecnologiche e che i giovani sono divisi in due gruppi: coloro che ereditano e continuano l’attività di famiglia mantenendone l’indirizzo produttivo e quelli che invece si lanciano in nuove avventure imprenditoriali esplorando comparti inediti e alternativi come è emerso in alcune history: dal produttore di luppolo in idroponica a quello di latte per il Parmigiano Reggiano di montagna, dal coltivatore di canapa alla conduzione di un laboratorio rurale per il co-working in ambito agricolo e sociale.

 

Le giovani donne a capo di tre aziende su 10

“Per quanto ridotte in termini di incidenza, le imprese giovanili italiane sono molto più numerose – in termini assoluti – di quelle francesi (38 mila circa), spagnole (34 mila) e tedesche (20.500) e, soprattutto, molto più rispettose delle “quote rosa”: in Italia, 3 “aziende giovani” ogni 10 sono condotte da donne contro un 15% di Francia e Germania e un 19% della Spagna” ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile dell’Area Agroalimentare di Nomisma.

In termini di valore medio della produzione quelle italiane evidenziano un risultato economico di 98,7 mila euro contro i 65 mila della Spagna e i 55,6 mila della media Ue, mentre risulta alto il divario con Francia (169,7 mila euro) e Germania (198 mila euro). “Questa differenza rispetto ai competitor francesi e tedeschi è anche conseguenza dell’annosa questione dimensionale che ci vede ancora una volta più piccoli in termini di estensione poderale media: 20 ettari contro i 62 dei tedeschi e i 78 ettari dei giovani agricoltori francesi”, ha aggiunto Pantini.

 

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