Necessario un restyling dei mercati ortofrutticoli all’ingrosso

La logistica dell’ultimo miglio o il miglioramento dei rapporti con la produzione nel riposizionamento dei Centri Agroalimentari

Progettare nel segno della qualità il riposizionamento a medio–lungo termine dei mercati ortofrutticoli (oltre 140 realtà nazionali in cui circola il 60% della produzione ortofrutticola italiana) all’ingrosso per valorizzare il ruolo svolto da queste strutture all’interno del sistema agroalimentare. Riflettori sui mercati ortofrutticoli e sui Centri agroalimentari italiani nel workshop promosso ieri a Bologna con Fedagromercati e Italmercati  da Fondazione Fico e Caab (Centro Agroalimentare di Bologna).

Nel settore dell’ortofrutta in particolare operano circa 3.600 aziende italiane, attive nella lavorazione e commercializzazione, alle quali vanno aggiunti i produttori presenti direttamente sul mercato. Il principale canale di vendita è la Grande Distribuzione che totalizza il 50% circa dei volumi sviluppati direttamente dalle aziende del settore, seguono per importanza i mercati generali, con il 27% circa del totale volumi di vendita delle aziende del settore. In Italia operano secondo Fedagromercati operano 142 mercati all’ingrosso nei quali si concentrano circa 5mila imprese grossiste che trattano per il 95% prodotti ortofrutticol.i

Il “fresh” secondo lo studio di  g Marketing illustrato dall’Ad, Claudio Scalise, incide per il 56% nel fatturato food dei punti vendita e vale complessivamente 8,5 miliardi di euro il mercato dell’ortofrutta in Italia, per una movimentazione di 14,2 milioni di tonnellate. Il 39% della distribuzione dell’ortofrutta arriva dal commercio tradizionale (extra Gd

 

Il Caab commercializza oltre 2,4 milioni di quintali di ortofrutta

Di prospettive e futuro hanno conversato il presidente di Fedagromercati Nazionale, Valentino Di Pisa, con il direttore Generale Caab, Alessandro Bonfiglioli ed il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini, coordinati dal direttore Marketing e Qualità Caab, Duccio Caccioni.

“Bologna e Fondazione Fico – ha detto il presidente di Fondazione Fico e Caab, Andrea Segrè – sono oggi sede di un meeting centrale per le prospettive a medio-lungo termine legate ai mercati ortofrutticoli. Il Parco tematico Eataly World ha trovato sede nella struttura dove, fino a due anni fa, era attivo il Caab che adesso opera in collocazione adiacente con la Nuova Area Mercatale, realtà fra le più innovative d’Europa orientata alla sostenibilità economica ed ambientale, nata su piattaforma preesistente: una doppia rigenerazione, quindi, che sta dando risultati di cui siamo tutti orgogliosi”.

“Vale la pena ricordare alcuni dati Caabha spiegato  Bonfiglioli,nel comparto dei mercati italiani: ogni anno oltre 2,4 milioni di quintali di ortofrutta vengono commercializzati, dopo essere stati sottoposti ad oltre 100.000 analisi chimiche effettuate nell’ambito del piano di monitoraggio igienicosanitario. Ospitiamo 15 aziende grossiste con un consorzio cooperativo che raggruppa 135 aziende agricole, e altre 50 aziende agricole che commercializzano direttamente, oltre a due organizzazioni di produttori.

 

La crescita dei mercati all’ingrosso passa anche dalla Gdo

Necessario aprire a nuovi prodotti, seguire le tendenze emergenti dei consumatori e cogliere le nuove opportunità di sviluppo  per Di Pisa – che ha ricordatto anche quali sono i principali canali di crescita per queste strutture, e cioè la Gdo, il dettaglio e l’ambulantato, l’Horeca e l’e-commerce. “A nome di Fedagromercati, che rappresenta 23 dei Mercati all’ingrosso più importanti e circa 500 aziende con 4500 operatori, ritengo fondamentale che questi player diventino interlocutori diretti e consolidati – e l’e-commerce una dimensione su cui puntare. Altri aspetti importanti su cui investire: la logistica dell’ultimo miglio grazie alla vicinanza dei Mercati alle città e ad i servizi logistici offerti caratteristici di un vero e proprio hub; il miglioramento dei rapporti con la produzione per creare un’ottica di sistema che unisca tutte le fasi del settore; ripensare il rapporto con le istituzioni per avere una maggiore attenzione da parte della politica”.

 

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