Flower Burger, la risposta italiana vegan a Impossible Foods

La catena italiana ha aperto 11 veganbourgherie, da Milano a Rotterdam

Il Cherry Bomb Burger: i colori del pane di Flower Burger derivano da ingredienti assolutamente naturali
Il Cherry Bomb Burger: i colori del pane di Flower Burger derivano da ingredienti naturali

La carne del futuro sarà plantocentrica. Se Impossible Foods ha presentato al Ces di Las Vegas l’hamburger biotech, che ha conquistato il premio di Miglior innovazione 2019 suscitando l’interesse mondiale, anche in Italia l’offerta di alternativa vegan al classico burger di carne trova fan. La catena Flower Burger ha aperto 11 locali, da Milano a Roma, a Rotterdam.

Light e healthy: piacciono sempre di più i burger con ingredienti alternativi alla carne

Milano (2 aperture), Monza, Bergamo, Bari, Torino, Verona, Rimini, Palermo, Roma e Rotterdam. Dal 2015, sono ormai 11 i locali della prima veganbourgheria gourmet d’Italia. Merito del giovane imprenditore Matteo Toto, che con alcuni soci ha viaggiato nel mondo, partendo da Varsavia, per capire come costruire un’idea vincente. E i burger vegan lo sono, come dimostra l’apprezzamento crescente anche nella gdo dei prodotti di quinta gamma, sempre più stuzzicanti e innovativi.

Gli ingredienti di Flower Burger non hanno nulla di hi-tech: niente molecole da nomi difficili, come la leghemoglobina, ricavata dalla soia e modificata, usata da Impossible Foods, per cui è stato necessario il via libera dalla Food and Drug Administration. L’italian style punta su alternative vegetali semplici, ma efficaci per sapore, texture e colore.

Le proteine dei legumi, pane colorato, vegetali di qualità, il mix vincente

Il coloratissimo locale di Flower Burger aperto a Milano, in via Tortona, nel distretto della moda e del design
Il coloratissimo locale di Flower Burger aperto a Milano, in via Tortona

Ecco che la parte proteica viene sostituita da ceci, lenticchie, fagioli, tofu affumicato, seitan, in un mix ricchissimo di ingredienti vegetali di qualità e gustosi (Cipolla di Tropea, funghi, germogli di soia), legati da piacevoli salse (spicy, fungosa, rocktail…).

Accattivante la scelta di un pane colorato (niente coloranti artificiali): giallo grazie alla curcuma, nero con carbone vegetale o viola (all’estratto di ciliegia). Un esempio è il Cherry Bomb, dal color rosa che tende al fucsia, con bun pink, burger di lenticchie, riso basmati, germogli di soia, insalata, flower cheddar, pomodori confit e salsa rocktail.

Innovativa anche la scelta del design dei locali: niente ambienti punitivi, il mondo vegan vuole colore e allegria.  Lo stile richiama gli anni ‘60-70 con ricordi dei Beatles psichedelici.

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