Arriva la certificazione biologica per le mense scolastiche

Presentato oggi a Milano il sistema di certificazione biologica con due marchi assieme a un fondo di 20 milioni per ridurre i costi a carico degli studenti

Dal prossimo anno le mense biologiche scolastiche saranno certificate in base a un sistema di classificazione messo a punto dai ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e dell’Istruzione in accordo con le Regioni e i Comuni.

L’iniziativa, presentata oggi in una scuola di Milano, l’Istituto comprensivo Rinnovata Pizzigoni di Milano, dal ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, e dal sindaco, Giuseppe Sala, si associa alla creazione di un fondo da 20 milioni di euro che ha l’obiettivo di ridurre i costi a carico degli studenti e realizzare iniziative di informazione e promozione nelle scuole.

La novità era stata introdotta dal Governo a maggio con l’obiettivo di promuovere e diffondere l’utilizzo di prodotti biologici nell’ambito dei servizi di ristorazione scolastica. Per la prima volta in Italia  vengono definite e regolamentate le mense biologiche nelle scuole, dando così maggiori informazioni agli studenti e alle famiglie.

Le scuole potranno infatti utilizzare su base volontaria il marchio di certificazione inserendo percentuali minime di utilizzo dei prodotti biologici. “Il nostro impegno – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – per favorire e promuovere modelli agricoli e alimentari sostenibili va avanti anche attraverso il progetto delle mense scolastiche biologiche certificate. Abbiamo fissato regole chiare e condivise per valorizzare le scuole che vogliono favorire l’utilizzo di prodotti biologici, favorendo i principi di una sana alimentazione”.

“Su questo progetto abbiamo impegnato una serie di risorse importanti, 20 milioni di euro annui da qui al 2020 – ha commentato ancora Martina -. Essere i primi in Europa a fare questo lavoro di certificazione nelle scuole mi pare un punto rilevante. Il Fondo che abbiamo istituito potrà contribuire a rendere più accessibili i servizi e a proseguire le azioni di educazione alimentare iniziate con la stagione di Expo Milano”.

 

Medaglia doro e d’argento

La certificazione sarà attestata da due medaglie, argento e oro (con la eurofoglia, simbolo Ue del biologico) che serviranno a contraddistinguere le due tipologie di mense previste dalla legge. L’oro corrisponde a una qualificazione di eccellenza legata a una maggiore percentuale di utilizzo di prodotti biologici.

La mensa scolastica, per qualificarsi come biologica, è tenuta a rispettare alcune percentuali minime di utilizzo delle materie prime biologiche in peso e per singola tipologia di prodotto. Ci si può così aggiudicare il marchio argento per frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale (escl. succhi di frutta), pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine bio al 70%, uova, yogurt e succhi di frutta biologici al 100% e prodotti lattiero-caseari (escl. yogurt), carne, pesce da acquacoltura che siano bio al 30%.   La qualificazione di eccellenza assoluta, rappresentata dal marchio oro, viene assegnata a frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale (escl. succhi di frutta), pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine che siano al 90% biologici, e a uova, yogurt e succhi di frutta bio al 100% e a prodotti lattiero-caseari (escl. yogurt), carne, pesce da acquacoltura che siano bio al 50%.

Bandi di gara con premialità

Per ridurre lo spreco alimentare e l’impatto ambientale verranno incentivati, nei bandi di gara, l’impegno a recuperare i prodotti non somministrati e a destinarli ad organizzazioni non lucrative di utilità sociale che effettuano, a fini di beneficenza, la distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari. Ugualmente viaggeranno in corsia preferenziale le aziende fornitrici che utilizzano percentuali di alimenti biologici prodotti in un’area vicina al luogo di somministrazione del servizio per ridurre l’impatto ambientale. L’area di produzione è considerata vicina se si trova in un raggio massimo di 150 km.

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