Agricoltura biologica, riforma Ue quasi al traguardo

Il nuovo regolamento Ue sull'agricoltura biologica passa ora all'esame dell'Europarlamento per il via libera definitivo. Molto critica Confagricoltura

Carote biologiche

Dopo un iter di tre anni è arrivato l’ok dei Paesi Ue al nuovo regolamento sull’agricoltura biologica. Il compromesso faticosamente raggiunto dalle istituzioni Ue nel giugno scorso avrebbe dovuto incassare il via libera dai ministri dell’agricoltura nel consiglio del 17 e 18 luglio, ma era stato rimandato per la richiesta di chiarimenti da parte di diversi Paesi. Il testo passa ora all’Europarlamento per l’ok formale.

Il nuovo regolamento si applicherà dal gennaio 2021, prevede l’armonizzazione di molte norme di paesi Ue, modifiche su controlli e importazioni di prodotti bio in Europa e introduce la novità della certificazione di gruppo per le piccole aziende.

 

Hogan: “Regole chiare ed eque per tutti”

Il nuovo regolamento sul biologico porterà “regole chiare ed eque per tutti” secondo il commissario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan: “La decisione di oggi è un passo importante per un settore in rapida crescita, che può continuare a crescere con la certezza di regole chiare ed eque per tutti”, ha spiegato Hogan in una nota. Le nuove norme, infatti, sottolinea il commissario, “porteranno alla fine del sistema esistente di eccezioni e deroghe, si applicheranno a tutti i prodotti biologici venduti nell’Ue, indipendentemente dal fatto che siano prodotti in Europa o importati, e prevedono misure più rigorose sul rischio di contaminazione accidentale da sostanze non autorizzate”.

Per Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura si tratta di “Un primo passo importante, quasi obbligato quello di oggi degli Stati membri Ue che hanno approvato un nuovo regolamento sul bio. Obbligato dall’importanza che questo settore sta acquistando per il mercato globale e in particolare per il nostro paese, dove l’export ha avuto un grande impulso. Ora si tratta di andare avanti”. “L’Italia – prosegue – ha già messo a punto una legge che ha l’obiettivo di semplificare e normare il comparto del biologico, una pdl già approvata alla Camera e in attesa di essere discussa a Palazzo Madama”.

 

Critica Confagricoltura: “La riforma Ue metterà in seria crisi il biologico italiano”

Confagricoltura ha accolto con estrema insoddisfazione l’approvazione, avvenuta oggi a Bruxelles da parte del Consiglio europeo, del nuovo Regolamento sull’agricoltura biologica. “Le nuove disposizioni che l’Europa sta mettendo a punto – ha commentato il presidente della Federazione nazionale di prodotto agricoltura biologica, Paolo Parisini – non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni nel nostro Paese, che è al primo posto in Europa per estensione e al secondo per produzione, e rischiano di mettere in seria crisi la produzione biologica italiana”.

 

Nessuna armonizzazione sui limiti di contaminazione

Il rischio, a parere di Confagricoltura, è che venga adottato in tutta Europa un sistema di regole che, sotto la spinta delle pressioni provenienti dai Paesi del Nord Europa, renderà di fatto meno stringenti le regole di produzione degli alimenti biologici. Tra i punti più critici, l’assenza di una armonizzazione tra i vari stati membri sulle soglie di contaminazione da sostanze non autorizzate dei prodotti biologici e la possibilità di commercializzare prodotto biologico, anche se contaminato da pesticidi accidentalmente; oltre all’introduzione di una deroga fino al 2030 (un periodo considerato troppo lungo), per le produzioni biologiche in serra in alcuni paesi del nord Europa (Finlandia, Svezia e Danimarca). C’è poi il punto relativo alle sementi biologiche, dove ancora una volta sono state previste ampie deroghe per consentire fino al 2035 l’utilizzo di sementi convenzionali.

 

Il nodo delle importazioni da Paesi extra Ue 

Molte perplessità vengono espresse, infine, anche sulle importazioni di prodotti biologici provenienti dai Paesi extra Ue. “Vogliamo – ha continuato Parisini – che venga garantita equità con le condizioni e gli standard qualitativi che i produttori Ue sono tenuti a rispettare. La serie di deroghe legate agli accordi commerciali con i Paesi extra Ue previste dal Regolamento, che prevedono l’equivalenza, non vanno, invece, in questa direzione.”

In conclusione, Confagricoltura ritiene che il comparto biologico, in forte espansione in Italia come in molti altri Paesi europei, abbia bisogno di una maggiore tutela, sia nei controlli, sia nelle regole di produzione. Per questo auspica che la Commissione Agricoltura e il Parlamento europeo esprimano la loro posizione contraria nella votazione del prossimo dicembre.

 

 

 

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