Crai accorcia le filiere

Tipicità e stagionalità sono le due linee guida della gestione del reparto frutta e verdura di Crai che Lorenzo Trovato, da qualche mese nuovo responsabile ortofrutta del gruppo, sta implementando, lavorando sul fronte dei fornitori e rivedendo l’assortimento.

Qual è l’identikit del fornitore di ortofrutta ideale per Crai?

La nostra piattaforma non ha bisogno di volumi molto elevati, per questo cerchiamo fornitori alla produzione diretti, ove possibile in modo da eliminare gli intermediari, e organizzati per poter offrire una certa elasticità nella gestione della logistica, in grado cioè di effettuare una consegna giornaliera, tra le ore 16.00 e le 24.00, mettendo a bancale anche più prodotti in piccole quantità.

Come si traduce il concetto di prossimo, focus di Crai, nel reparto ortofrutta?

Stiamo lavorando per accorciare sempre di più le filiere di approvvigionamento. In questa prima fase, stiamo valorizzando gli acquisti regionali piemontesi per dare profondità ai localismi e valorizzare le tipicità dei territori ove si collocano i nostri negozi. Per creare un portafoglio di prodotti tipici abbiamo bisogno di fornitori che facciano da raccoglitori: nel caso del Piemonte ci appoggiamo all’azienda AgroT18.

La prossima primavera-estate estenderemo il progetto anche alla Liguria.

Quante referenze sono proposte in media in un punto di vendita?

I negozi Crai hanno una dimensione media sotto i 400 mq. Per quanto riguarda la I gamma sfusa e confezionata in piattaforma proponiamo un assortimento complessivo di circa 250 referenze, ma nei negozi medi in genere si riescono a tenere tra le 100 e le 120 referenze. Per la IV e V gamma la scelta è tra circa 150 referenze, per circa 2-3 metri lineari messi a disposizione mediamente dai soci. Per frutta secca e legumi in piattaforma proponiamo da 130 a 170 referenze, secondo la stagione.

L’aggiunta di tipicità locali porterà quindi a una maggiore segmentazione dell’assortimento.

Nelle piccole superfici bisogna valutare il tipo di clientela e, di conseguenza, la tipologia di servizio più idonei. L’assortimento di base è naturalmente indispensabile. Ad esso si aggiungono le scelte differenzianti e di personalizzazione del reparto per le quali proponiamo i prodotti a marchio Crai e Crai Piaceri Italiani, legato alle tipicità e alle dop e igp, ma anche referenze non a marca del distributore che costituiscono nicchie di mercato per presentazione e calibratura. In questo contesto c’è spazio anche per segmentazioni premium richieste soprattutto dai soci nei centri cittadini. Il processo di revisione assortimentale è solo in fase di avvio e si affermerà nel corso del 2019.

Quale ritiene sia la modalità migliore per valorizzare il bio?

Credo che la soluzione ottimale sarebbe gestire lo sfuso, ma è impossibile nelle superfici piccole. Per questo ci concentriamo sul confezionato e prevediamo di rilanciare le referenze bio a marchio di I gamma, attualmente non presenti nei negozi, puntando su quelle altorotanti. Ci siamo riorganizzando con fornitori che possano garantire la fornitura giornaliera di piccole quantità della frutta e della verdura bio più richiesta dagli shopper.

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