Rapporto ISMEA-QUALIVITA: in buona salute le produzioni certificate italiane

L’economia delle Dop Igp e Stg del 2018 è in piena salute: vale 15,2 miliardi di euro e pesa del 18% sull’agroalimentare italiano. Tuttavia, da questa vivace fotografia del rapporto Ismea-Qualivita, l’ortofrutta, alla lente d’ingrandimento, registra le sue difficoltà.

L’Italia dell’ortofrutticolo ha visto arricchire le sue Igp con l’aggiunta del Marrone di Serino, in Campania, e svetta tra le Ig con 112 prodotti certificati in crescita del 2%. Il comparto occupa 18.829 addetti su un totale di 83.695 operatori Ig, detiene il 37% dei riconoscimenti e rappresenta il 4% del valore di produzione e il 5% dell’export. La prima regione per valore alla produzione resta il Trentino (nonostante il calo del 26,2%), incalzata da una Sicilia in crescita del 14,2% e da un Piemonte al +36,3%. Tuttavia, in un quadro sostanziale di stabilità, la produzione dell’ortofrutta appare in frenata del 5,9%, un dato che si riflette anche sul valore della produzione: mentre, infatti, il settore Ig nella sua interezza cresce del 3,3% nel 2017, arrivando a 6,96 miliardi di euro, ortofrutta e cereali scendono del 10.6% giungendo a 286 milioni. Una situazione ancora più grave se si osserva il valore al consumo, cresciuto per l’intero comparto Ig del 6,4% e in calo del 7,7% per i prodotti ortofrutticoli che raggiungono gli 824 milioni di euro. Infine, la situazione a livello di export diventa decisamente negativa: a fronte di una crescita del 3,5% del comparto Ig,l’ortofrutta cala del 29,6% esportando per soli 161 milioni di euro.

Calano, dunque, le Ig dell’ortofrutta, penalizzate dalle più grandi protagoniste del comparto: la Mela Alto Adige Igp e la Mela della Val di Non Dop prima e seconda classificate nella produzione certificata. Essendoci un distacco sostanziale tra questi due leader di mercato (producono entrambe circa200.000 tonnellate annue) e il terzo posto detenuto dalla Nocciola del Piemonte Igp (a 6.186 tonnellate) il loro deficit si riflette su tutta l’ortofrutta. Non bastano quindi le performance migliori detenute dalla frutta con il guscio tra cui spicca la Nocciola Piemontese Igp, in ascesa del 27,5% nella produzione, e il Pistacchio Verde di Bronte Dop al +9,6%. Seguono nella classifica della produzioneil Pomodoro Pachino Igp, il Basilico Genovese Dop la Mela Annurca Campana Igp (al +45% nella produzione e +49,5% nel valore), la Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp (che però è in calo del 25,6%), la Ciliegia di Vignola Igp (+49,5%), l’Arancia Rossa di Sicilia Igp (+56,6%).

I prodotti influenzano, naturalmente anche il territorio, e qui le Province che svettanosono Bolzano, Trento e Catania, ma con andamenti diversi. La due città prima e seconda classificate vedono infatti un calo di impatto sul territoriori spettivamente del 33%e del 24% riflettendo l’andamento delle melein Trentino. La provincia siciliana, invece, segnaun+14%, di cui si è resa protagonista l’Arancia Rossa Igp. Un momento felice per gli agrumi isolani, perché al 5° posto troviamo la provincia di Siracusa il cui Limone Igp detiene il primato di impatto sul territorio.

Quanto alla distribuzione, la gdo è il driver primario dell’ortofrutta detenendoil 53,3% del mercato, seguita dai grossisti al 33,3%, mentre il dettaglio tradizionale rappresenta il 7% e quello specializzato lo 0,6%, ancor meno della vendita diretta pari all’1,1%. Solo il 3,2% è destinato, invece, all’industria di trasformazione.

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