Cina, al macero 20 tonnellate di agrumi spagnoli

I tecnici cinesi impegnati nella distruzione delle casse di agrumi sbarcate ieri al porto di Tianjin (Foto: Reuters)

«Non hanno superato l’esame dell’Ufficio governativo di Ispezione e quarantena così abbiamo deciso di distruggere duemila casse di arance e limoni sbarcate ieri, martedì 15 marzo, al porto di Tianjin, nel nord del Paese e destinate alla vendita».

I controlli. È questa la spiegazione che i funzionari dell’istituto di controllo cinese hanno dato ai giornalisti della press agency, China News per avere mandato in fumo 20 milioni di tonnellate di agrumi freschi per un valore di circa 14mila euro.

«Tanto il produttore quanto il confezionatore – hanno spiegato gli addetti dell’ufficio ispezioni – non figuravano nel registro ufficiale delle aziende autorizzate all’import, senza considerare che anche l’etichettatura della partita non è stata ritenuta adeguata».

La rigidità dell’Amministrazione generale della supervisione della qualità, dell’ispezione e della quarantena è ancor più giustificata se si pensa ai recenti gravi scandali alimentari in cui è stata coinvolta la Cina che hanno anche provocato accese proteste da parte dei consumatori. Anche se – va precisato – la maggior parte di questi incresciosi episodi sono da attribuirsi a cattive pratiche di aziende cinesi che non applicavano le leggi di sicurezza del Paese e solo in rarissimi casi a mancanze da parte di importatori stranieri.

Lo stop. Dalle verifiche effettuate ieri dagli ispettori sul carico di agrumi spagnolo nel porto di Tianjin, che hanno aperto alcune casse per eseguire dei controlli a campione, è emerso che sul metodo di conservazione della frutta non era stato applicato il corretto trattamento della temperatura previsto dal protocollo bilaterale vigente tra Spagna e Cina, in vigore ormai da più di 10 anni dal momento che è stato firmato nel 2005.

«Il governo cinese – precisano i funzionari dell’ufficio ispezioni – esige che il trattamento del freddo venga rispettato rigidamente perché soltanto in questo modo è possibile prevenire e controllare in maniera efficace che si diffondano nel Paese larve di mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata). Il rispetto di questo rigido protocollo è richiesto a tutti gli importatori, anche se provengono da nazioni in cui non esiste un vero problema di parassiti».

La distruzione. Proprio per scongiurare ogni possibile minaccia fitosanitaria, i tecnici cinesi muniti di tute speciali, hanno provveduto ad interrare gli agrumi che non avevano passato i controlli, in una fossa realizzata con la calce viva proprio per evitare la nascita di qualsiasi focolaio.

Il valore di prodotto andato in fumo, rappresenta un piccolo granello nel mare magnum delle importazioni di ortofrutta spagnola verso la Cina che nel 2export 015 hanno generato un giro d’affari di circa 3,4 milioni euro, quasi il triplo dell’anno precedente.

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