Valfrutta rifà il pack alla polpa Gran Cubetti

Da oggi le confezioni di Polpa di Pomodoro Gran Cubetti Valfrutta saranno più leggere. Si traduce così l’impegno siglato da Conserve Italia a giugno 2013  con il Ministero dell’Ambiente per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica su tre dei suoi prodotti di punta.

I nuovi pack. «Con l’intesa volontaria per la certificazione dell’impronta di carbonio su tre dei nostri prodotti di più largo consumo, ci eravamo impegnati – spiega Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia – a ridurre in pochi anni le emissioni di Co2. Oggi siamo lieti di annunciare che abbiamo mantenuto l’impegno e siamo pronti ad introdurre sul mercato confezioni di polpa di pomodoro Gran cubetti di giornata con un packaging completamente rinnovato».

L’impronta di carbonio. Dopo la certificazione dell’impatto ambientale del proprio ciclo produttivo arrivata con l’adesione di Conserve Italia al progetto ministeriale Carbon Foot Print, l’azienda spinge in avanti il proprio “green” brand Valfrutta – che già usa il 100% di energia eolica – con un intervento proprio su quella fase che, dagli esiti dell’impronta di carbonio, risultava la più impattante: il confezionamento.

Così si comincia con la prima referenza polpa di pomodoro Gran cubetti che sta per essere commercializzata con una nuova lattina e del nuovo cartone di rivestimento.

Pietro Crudele

L’innovazione. «Dopo avere valutato l’analisi del life-cycle – spiega Pietro Crudele, responsabile Ambientale di Conserve Italia – abbiamo deciso di cambiare sia il packaging cosiddetto primario, ossia la latta che contiene il prodotto, che quello secondario, il cartone che l’avvolge. Un’operazione che ci ha permesso di ridurre le emissioni di CO2 del 19%. I nuovi pack sono stati scelti insieme al marketing, nell’ambito di una sorta di “tavola rotonda” aziendaLe permanente per l’impronta sostenibile che mette insieme i responsabili dei vari settori dell’azienda per confrontarsi sulle scelte migliori da attuare. In questo caso abbiamo optato per una confezione che garantisse la riconoscibilità del prodotto nei confronti dei clienti fidelizzati».

La materia prima. La vecchia banda stagnata della latta è stata sostituita con una confezione dalla grammatura inferiore e con un formato più stretto e più alto oltre che pareti più sottili. In una seconda fase sono stati realizzati interventi anche sul packaging secondario, la carta, dove, in linea con le nuove politiche di eco-innovazione, è stata favorita la presenza di mono-prodotto (quindi niente plastica e carta insieme) e l’inserimento in etichetta di informazioni per un corretto smaltimento delle confezioni.

«Questi interventi – precisa Crudele – ci hanno permesso di migliorare l’efficienza del processo oltre che la marginalità per l’azienda dal momento che lavoriamo adesso con minori quantitativi di materia prima».

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2 Commenti

  1. Oggi aprendo un bricco di succo ananas che mi ritrovo un ciuffo di retina per piatti penso e un oggetto nero tipo animale morto e secco non so definirlo grazie compriamo il nome ma dentro troviamo schifezza

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